Michele nell’Islam: Un Viaggio tra Testi Sacri e Tradizioni
Introduzione
L’Arcangelo Michele (Mīkāʾīl, ميكائيل, “Chi è come Dio?”) sorge come un faro celeste nell’Islam: signore della misericordia, dispensatore di pioggia e guardiano della vita. Dal Corano agli hadith, attraverso le voci dei sapienti, il misticismo sufi, le leggende popolari e le eco moderne, il suo ruolo si dipana, intrecciando grazia divina e armonia cosmica. Esploriamo dove si manifesta e cosa incarna per i fedeli di Allah.
Presenza nel Corano
Sura 2:98 – Un angelo tra i divini
Testo: “Chiunque sia nemico di Allah, dei Suoi angeli, dei Suoi messaggeri, di Gabriele e di Michele, Allah è nemico dei miscredenti.”
Contesto: Michele (Mīkāʾīl) appare accanto a Gabriele (Jibrīl), parte delle schiere celesti che servono Allah e vegliano sull’umanità con occhi di luce.
Ruolo: Servo fedele, testimone dell’ira divina contro chi rifiuta la verità.
Sura 16:102 – Spirito di santità
Testo: “Di’: ‘Lo Spirito Santo lo ha fatto scendere dal tuo Signore con la verità, per rafforzare coloro che credono…’”
Contesto: Sebbene il versetto indichi Jibrīl come portatore del Corano, alcuni sapienti vedono Michele come un’ombra silente, sostegno della missione divina.
Ruolo: Alleato della rivelazione, custode dell’ordine celeste.
Sura 35:1 – Angeli alati
Testo: “Lode ad Allah, Creatore dei cieli e della terra, che ha fatto degli angeli messaggeri dotati di ali, a due, tre o quattro…”
Contesto: Michele è tra questi angeli alati, figure di potenza e grazia che eseguono i decreti di Allah.
Ruolo: Messaggero della volontà divina, portatore di benedizioni.
Nota: Nel Corano, Michele (Mīkāʾīl) è citato solo in 2:98, ma il suo nome, eco di “Chi è come Dio?”, riflette l’unicita di Allah (tawḥīd). Assente il ruolo guerriero del Tanakh, qui è un angelo di pace, il cui compito si svela negli hadith e nella tradizione.
Hadith e Tradizione Profetica
Hadith e Tafsir
Tafsir al-Tabari (Commentario alla Sura 2:98):L’esegeta classico Al-Tabari (m. 923 d.C.), nel suo commentario Jāmiʿ al-Bayān ʿan Taʾwīl āy al-Qurʾān, spiega che gli ebrei di Medina distinguevano tra i due angeli, vedendo Jibrīl come un avversario e Mīkāʾīl come un amico. È in questo contesto che i sapienti islamici hanno cristallizzato la distinzione funzionale: Jibrīl per la Parola e la Legge, Mīkāʾīl per la Natura e la Misericordia.
Tafsir al-Tabari (Sura 2:98): Michele è uno dei quattro grandi angeli (malāʿika muqarrabūn) insieme a Jibrīl, Isrāfīl e ʻIzrāʿīl.
Musnad Ahmad, Hadith n. 13343:“Michele non ha sorriso dal giorno in cui il fuoco [dell’Inferno] fu creato.”
Musnad Ahmad: Si narra che Michele e Gabriele accompagnarono il Profeta Muḥammad durante il Mi‘rāj (ascensione notturna).
Musnad Ahmad, nella lunga narrazione del Miʿrāj trasmessa da Anas ibn Malik (ad esempio, Hadith n. 12497). In questi racconti, Jibrīl agisce come guida principale, mentre Mīkāʾīl appare in momenti specifici, come durante la purificazione del cuore del Profeta prima del viaggio, dove si narra che portò l’acqua di Zamzam per lavare il cuore del Profeta dopo che Jibrīl lo ebbe aperto.
Ruolo: Signore della misericordia, dispensatore di vita, compagno dei profeti.
Altri racconti
Qisas al-Anbiyāʿ: Michele appare come angelo della creazione, colui che porta la pioggia per far germogliare la terra.
Tafsir Ibn Kathir: Descritto con ali immense, fatte di luce o smeraldo.
Tradizioni minori: Michele pianse per il destino dei peccatori, implorando la clemenza di Allah.
Nota: Negli hadith, Michele è l’angelo della provvidenza. La sua dolcezza lo rende un simbolo di raḥma (misericordia), un soffio di vita che nutre il mondo sotto il comando di Allah.
Michele e la Sapienza Islamica
Sapienti classici
Al-Tabari (IX secolo): Michele è uno dei quattro arcangeli, custode della natura e della vita umana.
Ibn Kathir (XIV secolo): Colui che esegue gli ordini di Allah per il sostentamento.
Al-Ghazali (XI secolo): Simbolo della provvidenza divina, riflesso dell’attributo di Ar-Razzāq (il Sostenitore).
Misticismo sufi
Rumi (XIII secolo): Michele è la pioggia che disseta l’anima.
Ibn ‘Arabi (XIII secolo): Emanazione della misericordia divina.
Sufi minori: Guida spirituale, compagno silenzioso dei cercatori di Allah.
Liturgia e culto
Duʻaʿ (suppliche): Michele non è oggetto di culto diretto, ma è ricordato nelle preghiere per la pioggia (salāt al-istisqāʿ).
Nomi: Mīkāʾīl è un nome dato per rispetto.
Tradizioni popolari: Associato alla fertilità dei campi e alla protezione dai disastri naturali.
Nota: Michele (Mīkāʾīl) è un angelo di misericordia, non di guerra. Colui che porta la pioggia e la vita, riflesso della generosità di Allah.
Michele nella Cultura Islamica
Leggende e tradizione orale
- Accompagnò il Profeta nel Mi‘rāj.
- Pianse per i peccatori all’Inferno.
- Vegliò su Adamo quando fu creato.
Devozione
“O Allah, manda la Tua pioggia per mano di Mīkāʾīl, il Tuo servo misericordioso.”
Questa invocazione, sussurrata nei momenti di siccità, lo consacra come portatore di vita ancora oggi.
Michele nella Chiave Moderna
Spiritualità contemporanea
- Angelo della misericordia nei sermoni moderni.
- Simbolo di gratitudine per i doni della natura.
Arte e letteratura
- Nei manoscritti persiani e ottomani: ali di smeraldo.
- In poesia (es. Muhammad Iqbal): simbolo di armonia divina.
- Nei racconti: l’angelo che porta la pioggia ai villaggi assetati.
Cultura popolare
- Citato in film e serie islamiche (es. Diriliş Ertuğrul).
- Figura gentile nei libri per bambini.
Interreligiosità
- Seyyed Hossein Nasr: Michele come ponte tra le fedi abramitiche.
Nota: Michele resta un soffio di pace. In Iqbal, è la pioggia che lava il mondo; nei racconti, è vicino ai contadini; nelle preghiere moderne, evoca la raḥma di Allah.
Michele: Evoluzione e Significato
- Simbolismo numerico: Uno dei quattro arcangeli, cifra di equilibrio.
- Dal Corano agli Hadith: Da figura accennata a signore della misericordia.
- Nella tradizione islamica: Servo di raḥma, portatore di pioggia.
- Influssi culturali: Narrazioni persiane e immagini sufi.
- Spiritualità: Riflesso di Ar-Razzāq, unisce cielo e terra.
- Dialogo angelico: Compagno di Jibrīl, Isrāfīl e ʻIzrāʿīl.
- Islam moderno: Simbolo di armonia nella fede viva.
Ruoli e Manifestazioni di Mīkāʾīl Riconosciuti nell’Islam
1. Mīkāʾīl come uno dei quattro arcangeli principali e angelo della provvidenza
- Descrizione Dettagliata: Mīkāʾīl è uno dei quattro arcangeli maggiori nell’Islam, insieme a Jibrīl (Gabriele), Isrāfīl (Raffaele) e ʿIzrāʾīl (Azrael, l’angelo della morte). È noto come l’angelo della misericordia e della provvidenza (rizq), responsabile di inviare pioggia, fulmini e nutrimento alla terra per sostenere la vita umana. Nel Corano, è menzionato una sola volta, in Sura Al-Baqara 2:98: “Chiunque sia nemico di Allah, dei Suoi angeli, dei Suoi messaggeri, di Gabriele e di Michele, sappia che Allah è nemico dei miscredenti”. Questo versetto lo pone accanto a Jibrīl come figura di alto rango al servizio di Allah. Gli esegeti (es. Al-Qurṭubī) spiegano che questa menzione rispondeva ai ebrei di Medina, che veneravano Mīkāʾīl come protettore di Israele, ma dubitavano di Jibrīl, considerato portatore di guerre.
- Contesto Teologico: Mīkāʾīl è associato alla misericordia divina, in contrasto con Jibrīl, che porta la rivelazione e a volte il giudizio. La sua funzione di provvedere pioggia e fertilità riflette il suo ruolo nel mantenere l’ordine naturale voluto da Allah.
- Riconoscimento: Riconosciuto universalmente nell’Islam sunnita e sciita come uno dei quattro arcangeli principali, con un ruolo cosmico essenziale.
- Fonti:
- Corano, Sura Al-Baqara 2:98.
- Tafsir di Al-Qurṭubī (m. 1273), che spiega il contesto del versetto (Jāmi‘ li-Aḥkām al-Qur’ān, vol. 2, p. 45).
- “The Angels in Islam” di A. Al-Ghazali, citato in Encyclopaedia of Islam, vol. 7, p. 388.
2. Mīkāʾīl e la purificazione del cuore di Maometto prima dell’Isra’ e Mi‘raj
- Descrizione Dettagliata: Secondo la tradizione islamica, Mīkāʾīl collaborò con Jibrīl nella purificazione del cuore del Profeta Maometto prima del suo viaggio notturno (Isra’) da La Mecca a Gerusalemme e della sua ascensione al cielo (Mi‘raj). Gli hadith narrano che, quando Maometto era bambino o giovane adulto, Jibrīl aprì il suo petto e Mīkāʾīl portò un recipiente d’acqua dal paradiso (o dallo Zamzam) per lavare il cuore, rimuovendo ogni impurità. Questo evento preparò Maometto a ricevere la rivelazione divina. Una narrazione specifica (Sahih Muslim) descrive Mīkāʾīl come un angelo maestoso al fianco di Jibrīl durante questo miracolo.
- Contesto Teologico: Questo episodio sottolinea il ruolo di Mīkāʾīl come agente della misericordia e della purificazione, complementare a Jibrīl, il messaggero della rivelazione. È un evento fondante nella vita del Profeta.
- Riconoscimento: Riconosciuto nella tradizione sunnita e sciita come parte della sira (biografia) del Profeta, basato su hadith autentici.
- Fonti:
- Sahih Muslim, Libro 1, Hadith 314: narrazione della purificazione del cuore.
- Ibn Hisham, Sira Nabawiyya (Biografia del Profeta), vol. 1, pp. 181-183 (ed. inglese, Guillaume, 1955).
- “The Life of Muhammad” di M. Haykal, 1976, pp. 74-75.
3. Mīkāʾīl come sostegno ai musulmani nella Battaglia di Badr (624 d.C.)
- Descrizione Dettagliata: Durante la Battaglia di Badr, il primo grande scontro militare dei musulmani contro i Quraysh della Mecca, si narra che Mīkāʾīl, insieme a Jibrīl e altri angeli, fu inviato da Allah per assistere i credenti. Il Corano (Sura Al-Anfal 8:9-12) dice: “Quando imploraste l’aiuto del vostro Signore, Egli vi rispose: ‘Vi manderò in aiuto mille angeli, uno dopo l’altro’”. La tradizione attribuisce a Mīkāʾīl un ruolo di supporto morale e spirituale, mentre Jibrīl guidava gli angeli in battaglia. Alcuni hadith descrivono Mīkāʾīl come presente sul campo, infondendo coraggio ai musulmani.
- Contesto Storico: La Battaglia di Badr (17 Ramadan 2 AH / 13 marzo 624 d.C.) fu una vittoria cruciale per i musulmani, nonostante fossero in inferiorità numerica (313 contro 1000). L’intervento angelico è visto come una prova della protezione divina.
- Significato Teologico: Mīkāʾīl rappresenta la misericordia di Allah versoTranslator: i suoi servi, sostenendoli nei momenti di prova.
- Riconoscimento: Riconosciuto nell’Islam sunnita e sciita come intervento divino, basato sul Corano e sugli hadith.
- Fonti:
- Corano, Sura Al-Anfal 8:9-12.
- Sahih Bukhari, Libro 59, Hadith 327: descrizione degli angeli a Badr.
- Tafsir Ibn Kathir, vol. 4, pp. 292-295 (ed. inglese, Darussalam).
4. Mīkāʾīl come angelo che non rise più dopo la creazione dell’Inferno
- Descrizione Dettagliata: Una tradizione islamica narra che Mīkāʾīl, dopo aver visto l’Inferno al momento della sua creazione, fu così sconvolto dalla sua terribile realtà che non rise mai più. Questo racconto, riportato in alcuni hadith e commentari, lo descrive come un angelo di natura seria e compassionevole, in contrasto con Jibrīl, che appare più dinamico. Si dice che Jibrīl abbia commentato a Maometto: “Mīkāʾīl non ha riso da quando l’Inferno fu creato”.
- Contesto Teologico: Questo aspetto enfatizza la pietà e la sensibilità di Mīkāʾīl verso il destino dell’umanità, rafforzando il suo ruolo di angelo della misericordia che intercede per i credenti.
- Riconoscimento: Riconosciuto nella tradizione sunnita, meno enfatizzato nello sciismo, ma presente nei commentari classici.
- Fonti:
- Narrato da Abu Huraira in Musnad Ahmad, Hadith 7356.
- Citato da Al-Tabari in Jami‘ al-Bayan, commento a Sura 2:98 (vol. 2, p. 67).
Note Esplicative
- Natura del Riconoscimento: Nell’Islam, Mīkāʾīl non è associato a “apparizioni” specifiche come nel cristianesimo, ma a ruoli cosmici e interventi divini narrati nel Corano e negli hadith. La sua presenza è più funzionale che narrativa.
- Differenze con il Cristianesimo: A differenza della Chiesa Cattolica, che riconosce eventi storici specifici (es. Monte Gargano), l’Islam attribuisce a Mīkāʾīl un ruolo continuo nella creazione e nella storia sacra, senza santuari o feste dedicate esclusivamente a lui.
- Numero Limitato: Solo questi quattro aspetti sono universalmente accettati nella tradizione islamica ortodossa. Altre storie (es. Mīkāʾīl che porta la terra per creare Adamo) sono presenti in narrazioni apocrife o mistiche (es. Sufismo), ma non sono considerate canoniche.
Fonti Generali
- Corano: Sura Al-Baqara 2:98, Sura Al-Anfal 8:9-12.
- Hadith: Sahih Bukhari, Sahih Muslim, Musnad Ahmad.
- Tafsir: Ibn Kathir, Al-Qurṭubī, Al-Tabari.
- Testi Accademici: “Angels in Islam” di S. R. Burge, 2012; Encyclopaedia of Islam, voce “Mīkāʾīl”.
Conclusione: Michele, un Simbolo Eterno
Dal Corano alle narrazioni dei sapienti, Michele (Mīkāʾīl) è più di un angelo: è il signore della misericordia, il dispensatore di pioggia, il guardiano della creazione. La sua storia nell’Islam è un canto di grazia, un filo che lega il cielo alla terra, il divino all’umano.
Nell’Islam di oggi, Michele si riflette nel dialogo tra fedi: condiviso con Ebraismo e Cristianesimo, è un segno di unità, ma splende come Mīkāʾīl, l’angelo della raḥma, colui che nutre la terra e piange per i figli di Adamo.