L’Arcangelo Michele nel 3 Enoch

Questo affascinante testo mistico ebraico, datato tra il III e il VI secolo d.C., si colloca all’interno della tradizione Merkavah, un movimento mistico incentrato sulle visioni del carro divino (la Merkavah di Ezechiele) e sull’ascensione dell’anima ai cieli. Noto anche come “Libro dei Palazzi” (Sefer Hekhalot), il 3 Enoch si presenta come un’espansione del precedente 1 Enoch, attribuita al Rabbi Ishmael, una figura centrale della letteratura rabbinica. Il testo descrive in dettaglio i sette cieli, le loro schiere angeliche e i misteri del trono divino, rappresentando un importante sviluppo del pensiero angelologico e mistico ebraico.

Il Ruolo di Mikael nel 3 Enoch

All’interno di questa complessa e visionaria cosmologia, Mikael mantiene il suo status di uno degli arcangeli principali, ma il suo ruolo si evolve e si specifica ulteriormente. Il 3 Enoch lo presenta non solo come una potente figura celeste, ma anche come un intercessore diretto e un principe tutelare del popolo di Israele.

I Sette Grandi Principi e i Sette Cieli

Capitolo XVII, Versetto 1: MIKAEL, GABRIEL, SHATQIEL, SHACHAQIEL, BAKARIEL, BAD ARIEL, PACHRIEL sono elencati come i sette grandi principi nominati sui sette cieli.”

In questo versetto, Mikael è il primo di sette potenti principi angelici a cui è affidata la supervisione dei sette cieli. Questa gerarchia celeste riflette la complessa organizzazione del cosmo nella mistica Merkavah, dove ogni cielo ha le sue caratteristiche uniche e le sue schiere di angeli con specifiche funzioni. L’inclusione di Mikael in questo gruppo sottolinea la sua importanza e il suo elevato rango all’interno della struttura angelica. Essere nominato per il settimo cielo implica un’autorità e una potenza immense.

Mikael Signore del Settimo Cielo, l’Araboth

Capitolo XVII, Versetto 3: MIKAEL è il grande principe, nominato sul settimo cielo, l”Araboth.”

Questo versetto specifica ulteriormente il ruolo di Mikael, designandolo come il principe regnante sul settimo cielo, l’Araboth. Nella cosmologia del 3 Enoch, l’Araboth è il cielo più elevato, il luogo in cui risiedono il trono di gloria di Dio (Kavod) e le anime dei giusti. La nomina di Mikael a questa posizione di suprema importanza evidenzia la sua vicinanza al divino e la sua autorità su tutte le altre schiere angeliche. Essere a capo dell’Araboth significa avere un ruolo cruciale nell’amministrazione del regno celeste più sacro.

Mikael, il Principe di Israele, Intercessore e Protettore

Capitolo XLIV, Versetto 10: MIKAEL, il Principe di Israele, gridò e pianse a gran voce e disse (Sal. X, 1): ‘Perché te ne stai lontano, o Signore?'”

Questo versetto rivela un aspetto cruciale del ruolo di Mikael nel 3 Enoch: il suo legame speciale con il popolo di Israele e la sua funzione di intercessore. Qui, Mikael è specificamente chiamato “il Principe di Israele,” un titolo che sottolinea la sua responsabilità e la sua cura per la nazione eletta. Il suo grido e il suo pianto, citando il Salmo 10, esprimono la sua preoccupazione per le sofferenze e le difficoltà del popolo di Israele e la sua fervente preghiera a Dio in loro favore. Questo lo dipinge come un potente avvocato e protettore, un ruolo che è coerente con le sue rappresentazioni in altre tradizioni ebraiche e cristiane.

Conclusione

Attraverso questi passaggi del 3 Enoch, vediamo come la figura di Mikael si arricchisca di ulteriori dettagli e specificazioni all’interno del contesto mistico Merkavah. Egli non è solo un arcangelo potente, ma un principe celeste di altissimo rango, regnante sul cielo più sacro e, soprattutto, un intercessore appassionato e un protettore dedicato del popolo di Israele. Queste citazioni offrono una preziosa prospettiva sulla complessità dell’angelologia ebraica e sul ruolo centrale che Mikael svolgeva all’interno di essa.

Lascia un commento