Traduzione Italiana del Dersane Mikael

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Il Dersane Michael (in Ge’ez: ድርሳነ ሚካኤል), o “Omelia di Michele”, è un importante testo religioso profondamente radicato nella tradizione della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiope. Quest’opera non è un singolo libro canonico della Bibbia, ma piuttosto una raccolta di omelie, racconti agiografici e preghiere che celebrano la potenza, i miracoli e il ruolo dell’Arcangelo Michele, considerato il protettore del popolo etiope e uno dei principali intercessori presso Dio.

Il testo viene utilizzato principalmente in un contesto liturgico e devozionale. Le sue diverse sezioni sono organizzate per essere lette durante l’anno, in particolare il 12 di ogni mese del calendario etiope, giorno consacrato alla commemorazione di San Michele Arcangelo. La lettura avviene sia durante le funzioni religiose in chiesa, sia in un ambito di devozione privata e familiare.

Calendario Etiopico

  1. Meskerem
    Mäskäräm ( תִּשְׁרֵי – Tishrei)
    11 Settembre – 10 Ottobre
  2. T’ik’imt
    Ṭəqəmt(i) (מַרְחֶשְׁוָן – Cheshvan)
    11 Ottobre – 9 Novembre
  3. Hədar
    Ḫədar (כִּסְלֵו – Kislev)
    10 Novembre – 9 Dicembre
  1. Tahsas
    Taḫśaś (טֵבֵת – Tevet)
    10 Dicembre – 8 Gennaio
  2. T’irr
    Ṭərr(i) (שְׁבָט – Shevat)
    9 Gennaio – 7 Febbraio
  3. Yekatit
    Yäkatit (אֲדָר – Adar)
    8 Febbraio – 9 Marzo
  1. Megabit
    Mägabit (נִיסָן – Nisan)
    10 Marzo – 8 Aprile
  2. Miyazya
    Miyazya (אִיָּר – Iyar)
    9 Aprile – 8 Maggio
  3. Ginbot
    Gənbo(t) (סִיוָן – Sivan)
    9 Maggio – 7 Giugno
  1. Sene
    Säne (תַּמּוּז – Tammuz)
    8 Giugno – 7 Luglio
  2. Hamle
    Ḥamle (אָב – Av)
    8 Luglio – 6 Agosto
  3. Nehasie
    Nähase (אֱלוּל – Elul)
    7 Agosto – 5 Settembre

13. Pagume – Ṗagʷəmen | 6 Settembre – 10 Settembre

Lo scopo del Dersane Mikael è rafforzare la fede dei credenti, istruendoli sulla protezione e l’intercessione degli Arcangeli (include anche omelie dedicate a San Raffaele Arcangelo) e incoraggiandoli a una vita di pietà, preghiera e carità. Attraverso i suoi racconti, promette benedizioni terrene e la salvezza celeste a coloro che onorano l’Arcangelo Michele e seguono i precetti cristiani. In sintesi, è un testo centrale per la venerazione degli angeli all’interno del cristianesimo etiope, ricco di insegnamenti teologici e racconti edificanti.

Omelia di Michele

Omelia di Raffaele

Inno a Michele

Inno a Raffaele

Tradotto da: Ge’ez e Amarico


Dersane Michael in Italiano

Michele in ebraico significa (Mənu kämä ʾƎgziʾabḥer) “Chi è come Dio?”. Significa anche “cosa meravigliosa”.

Questo angelo è San Michele, colui che, inviato da Dio, visita e soccorre con una parola di misericordia coloro che si rivolgono al loro Creatore quando affrontano prove difficili. Egli aiuta coloro che soffrono nell’esilio e nella migrazione, nella fame e nella carestia, nel freddo della notte e nel caldo del giorno. Soccorre coloro che sono in viaggio per difendere la loro fede o la loro patria da un nemico straniero, per servire il loro paese e il loro regno attraverso la vita militare o monastica o con fedeltà. Assiste coloro che viaggiano a piedi sulla terraferma e per mare su navi, per studio o per condurre onesti affari per il loro sostentamento.

Anche se gli aiuti che ha fornito a molte persone e i miracoli che ha compiuto in molti luoghi dall’antichità fino ad oggi non sono completamente documentati, una parte di essi si trova scritta in molti punti dei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento e nei libri della tradizione.

Per mostrarne una piccola parte, quando gli Israeliti uscirono dall’Egitto, non smise mai di aiutarli con vari soccorsi, come dividere il mare, sconfiggere il nemico, coprirli con una nuvola e far scendere la manna. Come è detto in Esodo 14:19: “Allora l’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, si mosse e andò a porsi dietro a loro”. Anche Davide dice nel Salmo 34 (33): “L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva”.

Inoltre, quando Golia si levò come nemico contro Israele, Dio rese il suo angelo un aiuto per Davide e, manifestando la sua forza in Davide, sconfisse Golia. Lo stesso santo Davide, nel salmo in cui parla di sé, dice: “Chi lo ha detto al mio Signore? Egli è il Signore, Egli mi ha ascoltato. Ha inviato il suo angelo e mi ha salvato”. È anche scritto che quando Sennacherib, re di Persia, si levò come nemico contro Ezechia, re di Giuda, e Ezechia si appellò al suo Creatore, l’angelo del Signore venne in suo aiuto e sconfisse Sennacherib. Come è scritto in 2 Re 19:35: “E avvenne che quella notte l’angelo del Signore uscì e uccise nell’accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini”. E quando gli Israeliti, usciti dalla terra d’Egitto, giunsero nella terra di Moab, Balak, temendo che prendessero la sua terra, promise a Balaam molte ricchezze se avesse maledetto e distrutto Israele. Mentre Balaam cavalcava la sua asina per compiere ciò, poiché era volontà di Dio trasformare la maledizione di Balaam in benedizione e salvare Israele dalla distruzione, l’angelo del Signore si fermò sulla strada con la spada sguainata, facendo deviare l’asina. Subito dopo, facendo parlare l’asina con voce umana, rimproverò Balaam con parole adirate, trasformò la sua maledizione in benedizione e salvò il popolo d’Israele dalla distruzione.

“L’angelo del Signore si levò per ostacolarlo, mentre egli cavalcava la sua asina. Quando l’asina vide l’angelo del Signore che stava sulla strada con la spada sguainata in mano, deviò dalla strada… L’angelo del Signore si fermò di nuovo in un sentiero stretto tra le vigne… L’angelo del Signore andò oltre e si fermò in un luogo stretto… Allora il Signore aprì gli occhi a Balaam ed egli vide l’angelo del Signore che stava sulla strada con la spada sguainata in mano. E l’angelo del Signore gli disse: ‘Perché hai percosso la tua asina?'” (Numeri 22).

Anche Daniele parla dell’aiuto che l’angelo gli ha dato: “Ed ecco, Michele, uno dei primi principi, venne in mio aiuto… e mi disse: ‘Non temere, uomo molto amato. Pace a te, sii forte, sì, sii forte!’… In quel tempo sorgerà Michele, il gran principe che vigila sui figli del tuo popolo” (Daniele 10:13-19).

E che egli annunciò la notizia della risurrezione alle donne, come è detto in Matteo: “Ed ecco, vi fu un gran terremoto; perché un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e vi si sedette sopra. Il suo aspetto era come la folgore e la sua veste bianca come la neve. E per la paura di lui, le guardie tremarono… Ma l’angelo disse alle donne: ‘Voi non temete'”. Anche Luca dice: “Ed ecco, un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendette intorno a loro… L’angelo disse loro: ‘Non temete, perché ecco, vi porto una buona notizia di grande gioia’”. E che liberò San Pietro dalla prigione si vede da questo: “Ed ecco, un angelo del Signore gli si presentò e una luce risplendette nella cella. Percosse il fianco di Pietro… e le catene gli caddero dalle mani. E Pietro disse: ‘Ora so per certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutta l’attesa del popolo dei Giudei'” (Atti 12:7). E per mostrare che ha sconfitto i demoni, dice in Apocalisse 12:7: “Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone”. Inoltre, spiega qui che alla fine dei tempi, alla venuta del Signore, i morti risorgeranno all’annuncio dell’angelo. “Perché il Signore stesso, con un ordine, con la voce dell’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risorgeranno per primi” (1 Tessalonicesi 4, 1 Corinzi 15:23). Abbiamo scritto questo libro solo come una breve testimonianza, poiché i miracoli e l’aiuto che compie in ogni tempo non possono essere scritti per intero. Gli studiosi della Chiesa, desiderando che il nome di questo angelo fosse onorato e i suoi miracoli raccontati più in quest’ultima età che nella precedente, li hanno diligentemente scritti e conservati per noi, e ho quindi pensato di pubblicarli.

In questo libro dell’Omelia di Michele è inclusa in particolare l’Omelia di Raffaele per il mese di Pagumè, l’Inno a Michele e l’Inno a Raffaele. Per una persona che possiede questo libro con amore sincero e fede salda, se non è possibile leggerlo o farlo leggere sempre, ma lo fa nel giorno della festa di Michele ogni mese, e ne beve e si asperge con l’acqua benedetta, l’angelo non si separerà da lui con il suo aiuto, i demoni non si avvicineranno a lui, il nemico non prevarrà su di lui e la benedizione della sua casa non diminuirà.

Per questo, pensando che ogni persona mossa dall’amore per l’angelo potesse acquistarlo a un prezzo modico, l’ho pubblicato e ve lo presento. Desidero che ogni cristiano, acquistando il libro, possa essere salvato da molte sofferenze.

Questo è Michele, che purificò l’orgoglioso.


Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Credendo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio, iniziamo a scrivere la storia della grandezza, della gloria e dell’eccellenza di San Michele, capo di tutti gli angeli, con l’aiuto di Dio Altissimo. Possa egli implorare per noi perdono e grazia dal suo Dio misericordioso. La preghiera, la benedizione, l’intercessione e la supplica di San Michele, capo dei celesti, ci custodiscano e ci salvino nei secoli dei secoli. Amen.

  1. Padri e fratelli miei, ascoltate con orecchie gioiose, vedete con occhi luminosi, con mente vigile e cuore puro la grandezza della sua forza e i suoi miracoli, che sono molto più numerosi della sabbia del mare, delle stelle del cielo e delle erbe che crescono sulla terra. (Riflettete).
  2. Chi confida in lui sarà salvato dall’angoscia. Sia sulla terraferma che in mare, chi si affida alla sua meravigliosa preghiera e supplica, con fede salda e retta e con cuore devoto, supplicando e pregando notte e giorno il Signore affinché lo custodisca puro e senza macchia, sarà salvato dalla sofferenza.
  1. E anche noi, o fratelli amati, impegniamoci con fede, senza mormorare, per trovare grazia e misericordia davanti agli occhi di Dio, Creatore di tutte le cose, che ha steso la terra sopra il mare e ha sospeso il cielo come una volta.
  2. O fratelli miei, nessuno può ottenere la piena speranza della salvezza, della vittoria e dell’aiuto senza la supplica e l’intercessione degli angeli vigilanti del cielo. E soprattutto, senza la misericordia che questo grande e glorioso angelo, Michele, capo degli angeli, implora in ogni momento davanti al carro di fuoco tremendo e maestoso per i figli degli uomini, nessuno ha alcuna speranza di vittoria e salvezza.
  3. Chiunque compia un’opera nel giorno della commemorazione della festa di San Michele, angelo della forza, sia che offra incenso alla chiesa, sia che dia un’offerta per l’Eucaristia, sia che dia da mangiare a un affamato dal suo pane, sia che dia da bere a un assetato dalla sua coppa, sia che vesta un ignudo con i suoi abiti, sia che consoli un afflitto o rallegri un triste, sia che visiti un malato o si informi di un prigioniero che si trova in difficoltà e afflizione, se compie tutto questo nel nome di San Michele, capo degli angeli, non vedrà la perdizione (l’inferno). E anche in questo mondo, Dio non lo priverà di ogni bene.
  4. E quando morirà, gli spiriti impuri che accusano l’anima nelle fortezze del cielo e la trascinano alla porta della perdizione non potranno accusarlo.
  5. Egli, San Michele, lo porterà sulle sue ali luminose, gli farà attraversare il mare di fuoco e lo introdurrà nel regno dei cieli e nella tenda di luce. Poiché il Signore stesso ha parlato con la sua parola immutabile e ha dato un’alleanza a tutti i suoi santi, dicendo: “Chi accoglie un profeta nel nome di un profeta, riceverà la ricompensa di un profeta; e chi accoglie un giusto nel nome di un giusto, riceverà la ricompensa di un giusto. E chi avrà dato da bere anche solo un bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli nel nome di un mio discepolo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa”.
  6. E ora, fratelli miei, preghiamo Dio, che ama gli uomini, nel nome di San Michele, grande e glorioso capo degli angeli, la cui preghiera è gradita davanti a Dio, affinché ci dia la purezza dell’anima e del corpo, senza macchia. E ci salvi dall’impurità di questo mondo passeggero, dalla fornicazione e dall’impurità che non piacciono a Dio.
  1. Possa Egli accettare il nostro digiuno, la nostra preghiera e la nostra supplica, come un tempo accettò il digiuno, la preghiera e la supplica di Cornelio, il centurione, e gli inviò Michele, capo degli angeli, per annunciargli la buona notizia.
  2. E ancora, gli inviò Simone, soprannominato Pietro, perché lo battezzasse e lo guidasse sulla via della vita.
  3. Anche noi, conoscendo e comprendendo la salvezza della nostra anima e del nostro corpo, aiutiamo i bisognosi, i poveri, gli affamati e gli assetati con l’elemosina.
  4. Da ciò che abbiamo, vestiamo gli ignudi e siamo misericordiosi verso tutti, affinché possiamo trovare misericordia nel giorno del giudizio. Poiché l’apostolo ha insegnato: “Nel giorno del giudizio non ci sarà misericordia per chi non ha praticato la misericordia su questa terra”.
  5. E il nostro Signore nel Vangelo ha detto: “Beati i misericordiosi, perché a loro sarà usata misericordia”.
  6. Diamo dunque dai nostri beni ai poveri e ai bisognosi che non hanno nulla, affinché possiamo udire la parola di beatitudine che esce dalla bocca del nostro Salvatore e affinché non ci separi dalle sue pecore benedette in quel tremendo giorno del giudizio, quando i peccatori saranno separati dai giusti.
  7. Facciamo la commemorazione dei martiri vittoriosi, dei giusti combattenti e di tutta la comunità dei santi.
  8. E soprattutto, non trascuriamo la commemorazione della festa di San Michele, capo degli angeli. Poiché egli implora perdono e misericordia in ogni tempo per la stirpe dei figli degli uomini, per coloro che fanno la sua commemorazione e accolgono i poveri e i bisognosi nel suo nome. È lui che esaudisce i loro desideri in questo mondo, ascolta la loro preghiera, li salva e fa prosperare le loro opere.
  9. E nel mondo a venire, nel giorno del giudizio, sarà loro garante e li salverà.
  10. E prima di questo, fu Michele a far uscire Manasse dalla terra di Caldea, mentre era legato con catene di ferro e gettato in un calderone di bronzo. Quando si pentì del suo peccato passato, pregò e supplicò, Michele lo liberò. In quel tempo, non c’era nessuno che avesse peccato come Manasse.
  1. E ora, fratelli miei, torniamo anche noi, come lui, da tutte le opere malvagie che compiamo.
  2. Tuttavia, Dio, oceano di misericordia e grande in pazienza, accettò il suo pentimento quando egli, nella sua afflizione, si pentì e tornò. Dio lo salvò dall’angoscia dei Caldei attraverso la supplica di San Michele, capo degli angeli, e lo riportò al suo precedente onore (regno).
  3. Inoltre, questo glorioso angelo, Michele, capo degli angeli, è colui che apparve alle donne mentre erano afflitte e addolorate per la passione del nostro Salvatore. Fu lui a rotolare la pietra dall’apertura del sepolcro e a sedervisi sopra. Il suo aspetto era come la folgore e il suo abito, bianco come la neve, incuteva timore. Questo è San Michele, capo degli angeli.
  4. “Perché cercate il vivente tra i morti? Non è qui, è risorto”, disse, annunciando loro la sua risurrezione con grande gioia.
  5. Ancora, questo è Michele, capo degli angeli, che apparve ad Abba Antonio, capo dei monaci, quando il nemico, il diavolo, seminò in lui le sue inutili opere malvagie e lo tentò con la sua astuzia, gettandolo in pensieri malvagi. In quel momento di consiglio, fu questo stesso San Michele ad apparirgli e a rafforzarlo.
  6. Quando il diavolo gli portò l’ozio e ogni opera abominevole che non piace a Dio, in quel momento venne a lui Michele, capo degli angeli, gli si manifestò, lo vestì con l’abito monastico e gli diede lo schema (askema) angelico.
  7. Gli insegnò la regola della vita monastica e tutte le preghiere da recitare in ogni ora, affinché non rimanesse inattivo senza lavoro manuale e fatica, sia che si trattasse di intrecciare foglie di palma o di cucire cesti. Gli disse: “Vivi così e agisci in questo modo, servendo il Signore per tutti i giorni della tua vita”.
  8. Affinché tu possa essere salvato dalla lotta di Satana e dalle sue trappole, da colui che semina su di te molta negligenza, pigrizia e ogni male, e che diffonde le frecce della sua freccia velenosa.
  9. Sapendo che se avesse fatto questo sarebbe stato salvo, gli ricordò tutto ciò. E oggi è giusto per noi lodare il Signore nostro Dio.
  10. Ancora, o amati fratelli, è opportuno che ci affrettiamo ad andare in chiesa la mattina del giorno della festa di San Michele. E dobbiamo salutarlo (venerarlo) sempre senza pigrizia (accidia), poiché egli intercede per i figli degli uomini.
  1. Rivolgiamoci a lui con diligenza, lode e supplica, cercando il suo aiuto nel momento della nostra difficoltà.
  2. Supplichiamolo con prostrazioni e alzando le mani, affinché interceda per noi e ottenga il perdono per i nostri molti peccati.
  3. In passato, questo angelo della salvezza e del perdono, San Michele, capo degli angeli, fu colui che seppellì il corpo di Mosè, capo dei profeti, e lo nascose nella terra, come gli aveva ordinato il Signore degli eserciti, affinché i figli d’Israele non lo adorassero, così come avevano adorato il vitello d’oro sull’Oreb e altri idoli fatti da mani d’uomo.
  4. Ma noi, fratelli amati, non seguiamo le loro orme, perché sono un popolo dal collo duro, dal cuore ostinato, di poca fede, di mente ottusa, di orecchie sorde e pieni di inganno.
  5. Noi, invece, perseguiamo la giustizia, impariamo a temere il nome dell’Altissimo e ascoltiamo la parola delle Sacre Scritture, che i profeti, corni di Sion e portavoce, hanno annunciato in passato, proclamando con voce bella e melodiosa.
  6. E gli apostoli, inviati dallo Spirito Santo, ci hanno parlato e ci hanno insegnato la dottrina della fede, affinché potessimo conoscere e credere con fede salda e gettare le nostre fondamenta sulla roccia della fede del Signore nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, che si è incarnato dalla santa e pura Vergine Maria senza unione carnale, attraverso un mistero nascosto e un’opera meravigliosa, e fondiamo le nostre fondamenta sulla roccia della fede nel nostro Salvatore e Dio, Gesù Cristo.
  7. E la sua divinità si unì alla sua umanità, senza cambiamento, separazione, mescolanza o aggiunta.
  8. Per colui che crede in questo modo, San Michele, capo degli eserciti celesti, a cui è stato dato potere sulle grandi luci, è colui che prega e intercede per tutta la stirpe dei figli degli uomini davanti a Dio.
  9. E anche noi preghiamo affinché ci liberi dall’angoscia, ci salvi, ci perdoni, ci abbia pietà, ci custodisca, ci protegga, ci nutra con la sua grazia, cancelli le nostre trasgressioni, perdoni i nostri peccati, ci purifichi dalle nostre colpe e da tutti i nostri errori, commessi scientemente o per ignoranza, e ci salvi dalla prova di Satana e da tutti i suoi desideri che distruggono l’anima e il corpo.
  1. E che protegga il regno cristiano nella giustizia e nella pace, affinché possa prolungare i suoi giorni (…) per giudicare il suo popolo con giustizia e rettitudine, e affinché possa rapidamente sconfiggere i suoi nemici e avversari sotto i suoi piedi, attraverso l’intercessione di questo glorioso angelo, Michele. Amen.
  2. E per noi che ascoltiamo, allontani da noi tutte le opere del nostro nemico Satana, che conduce sulla via dell’errore e della perdizione delle anime e che getta nella fossa del peccato.
  3. Questo è l’orgoglio e la superbia, il dubbio e la maldicenza, la contesa e la vanagloria, il furto e l’idolatria, la danza e la fornicazione, l’ozio e l’avarizia, l’invidia, l’ingiustizia e l’opposizione al prossimo. E che Dio ci nasconda dall’errore del nemico delle nostre anime, che ci intrappola con una trappola sottile e ci conduce nella fossa dell’inferno. Che ci guidi sulla buona strada che conduce alla vita, e ci apra le porte della Chiesa. Possa Egli, nella sua grande misericordia, fede, pace e amore, concederci un lungo appuntamento per molti anni a venire.
  4. Possa benedire le sorgenti e i fiumi, far crescere i germogli e i frutti della terra, e portarli a maturazione per la semina e il raccolto.
  5. Possa rafforzare i vostri anziani, darvi forza e rinnovare la vostra vecchiaia nella giustizia.
  6. Possa proteggere i vostri giovani e darvi la pazienza di seguire le orme dei vostri padri spirituali.
  7. Possa farvi udire la parola di gioia e di giubilo che dice: “Venite a me, benedetti del Padre mio, ereditate il regno dei cieli preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”.
  8. E possa concedervi un posto alla sua destra quando verrà nella sua gloria con tutti i suoi santi angeli, per intercessione della nostra Signora Maria, la Vergine Madre di Dio.
  9. Questa è colei che divenne la dimora del Re celeste. Possa Egli ricompensarvi con una buona ricompensa per l’intercessione della gioiosa assemblea degli angeli, per l’intercessione degli apostoli puri che furono i canali del Vangelo del nostro Salvatore, per l’intercessione dei martiri vittoriosi che furono incoronati con una corona di luce, e per l’intercessione dell’assemblea dei giusti combattenti che servirono il loro Signore con condotta pura e immacolata da Adamo fino ad oggi.
  1. La preghiera di San Michele, capo degli angeli, e la supplica di San Gabriele, annunciatore di gioia, siano con voi in ogni tempo e in ogni anno. E soprattutto, possa proteggere il suo amico (nome). Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
  2. A colui che ha scritto questo libro con mano sua, con fede salda e cuore devoto, a colui che lo ha fatto scrivere, a colui che lo ha letto, a colui che lo ha tradotto e a colui che ha ascoltato le sue parole, l’ombra delle ali di Michele, capo degli angeli, sia loro scudo.
  3. E a colui che ha riposto la sua speranza, quando starà davanti al Creatore, possa Egli collocarlo accanto a Cefa (Pietro), il fondamento della fede.
  4. Quando le anime dei giusti saranno rivestite di vesti di lino luminoso, possa Egli dare riposo all’anima del suo amico (nome) lì. E possa dare riposo alle anime di suo padre, di sua madre, dei suoi fratelli e delle sue sorelle lì, per i secoli dei secoli. Amen.

Novembre

Questa omelia, composta da Abba Dematewos, Patriarca di Alessandria, deve essere letta il giorno della festa del grande, glorioso e santo capo degli angeli, Michele, il 12 del mese di Hədar. Possa Egli rivelarci la forza, i miracoli e la gloria che Dio gli ha dato al di sopra di tutti i santi angeli. La sua preghiera e la sua benedizione siano con tutti noi, per sempre. Amen.

  1. Avlogson, Avlogson, Avlogson. (Significa: Signore, aprimi o rivelami). Fratelli miei, oggi è una grande festa per noi. Riuniamoci e rallegriamoci, e il nostro cuore si allieti, e riposiamo da tutte le nostre fatiche in questo giorno santo.
  2. E io ho visto il grande, glorioso, potente, eccelso, intercessore, benevolo, beato e santo Michele, capo degli angeli. Possa egli darmi la dolce parola dello Spirito Santo, come disse Davide nel suo salmo: “Poiché egli comanderà ai suoi angeli riguardo a te di custodirti in tutte le tue vie. Sulle loro mani ti porteranno, se gli offrirai un sacrificio”.
  1. L’angelo del Signore è una fortezza per tutti coloro che lo temono, e San Michele, capo degli angeli, li libera da tutto ciò che temono.
  2. Chi è questo angelo che protegge come una fortezza coloro che temono il Signore e salva coloro che credono in lui dall’angoscia? Non è forse San Michele, capo degli angeli? In questo giorno egli intercede per loro affinché ottengano il perdono da Dio.
  3. Egli prega Dio per loro, li santifica, li purifica e li guida sulla via della vita e della luce.
  4. E questo non è solo per i giusti, ma intercede anche per i peccatori affinché Dio abbia misericordia di loro.
  5. Se qualcuno dà anche un solo pane a un povero, San Michele non lo trascurerà. E se dà anche solo una coppa d’acqua fresca, non sarà pigro per lui. E se chiama suo figlio o sua figlia con il suo nome, Michele, San Michele non si dimenticherà di loro. E per colui che dà nel suo nome un pezzo di pane e un sorso d’acqua a un bisognoso, non lo abbandonerà mai.
  6. Se desiderate conoscere e udire la storia di Michele, ascoltate: io, vostro padre Demetrio, ne sono testimone. Andai a Gerusalemme per adorare la gloriosa Croce e il sepolcro del nostro Signore Gesù Cristo, che è risorto dai morti.
  7. È lei, la Chiesa, che ci consola nel nostro dolore e nella quale il nostro Signore ha camminato.
  8. Entrai nella casa di Maria, madre di Giovanni, il discepolo evangelista, e trovai un libro sacro scritto da Giovanni, l’evangelista e discepolo, e lo esaminai. La lettura del libro diceva: “Questo è colui che ci aiuta e ci rafforza”.
  9. E trovai qualcosa che mi rallegrò, come disse Giovanni, l’evangelista e martire. E disse: “Quando entrai, l’angelo del Signore camminava con me. Mi mostrò tutte le meraviglie che sono in cielo e molti luoghi di condanna. Mi sollevò, mi portò via e mi disse: ‘Guarda questo luogo di condanna, grandemente terrificante'”.
  1. E questo luogo era molto più profondo e ampio degli abissi inferiori. E udii un grande fragore, come il suono di molte acque impetuose. E dissi all’angelo che camminava con me: “Mio signore, dimmi, che cos’è questa cosa che vedo, da cui sale un grande fumo, che si eleva per più di trecento milioni di metri? Che cos’è?”. Era un pozzo di fuoco che non si poteva raggiungere in trecento giorni.
  2. Inoltre, leoni di fuoco e serpenti di fuoco escono da Hənfu, che è il luogo della condanna; e da Hənsit, che è il luogo del tormento; e da Hərankos, che è il Barbaro. Lì c’è un fuoco che non si spegne e vermi che non dormono.
  3. Milioni e milioni di anime di peccatori non ne usciranno mai; scenderanno piuttosto nel più profondo degli abissi.
  4. E l’angelo che camminava con me mi disse: “O Giovanni, mio amato e amato da Dio, guarda il grande luogo di condanna (l’inferno), che è più terrificante di ogni altro luogo di condanna”.
  5. E io dissi: “Guai a tutti i peccatori che entrano in questo luogo di condanna”.
  6. “E questo è più terribile di ogni luogo di condanna che ho visto. La sua larghezza è pari a quella di tutta la terra e la sua profondità è della stessa misura. Ti dico che nessuno che abbia il male in sé ne uscirà”, disse.
  7. E vidi il flagello della sofferenza che scendeva sui peccatori; era una sofferenza pesante e severa per coloro che vi dimoravano.
  8. La voce dell’ira di Dio li fa scendere al di sotto della sua profondità, su una strada che richiederebbe un viaggio di trecento giorni. Un uomo scende e non può risalire con la sua forza. E tutti i peccatori sono lì, con le mani e i piedi legati, e la loro strada conduce là.
  9. E io, Giovanni, quando vidi tutto ciò che accadeva loro, piansi un grande pianto per la condanna dei peccatori.
  10. E quell’angelo mi disse: “O Giovanni, amato da Dio, non piangere per questo, perché oggi vedrai la gioia da San Michele, capo degli angeli, la cui grandezza e gloria sono stabilite sopra i cieli”.
  11. E mentre mi diceva questo, San Michele, capo degli angeli, scese dal cielo, indossando sulla sua testa una corona di gloria. E davanti a lui, angeli e giusti lo lodavano. Profeti, apostoli, vescovi e tutti i martiri camminavano con lui, indossando vesti di gloria che non si possono guardare.
  1. E nelle loro mani tenevano rami di ulivo, palme e il legno della croce, lodando e cantando davanti a lui finché non discese verso il popolo nel luogo della condanna.
  2. E quando San Michele, capo degli angeli, discese e vi entrò, il fuoco e il fumo che lo riempivano si spensero, e tutte le bestie nel luogo della condanna tacquero. Questo vidi in quell’ora.
  3. In quel momento, il santo, glorioso, eccelso e maestoso capo degli angeli, Michele, abbassò la sua ala destra nella profondità del luogo di condanna e ne trasse un numero incalcolabile di anime, riempiendo la sua ala destra da un’estremità all’altra. Il santo, glorioso e lodato capo degli angeli, Michele, le portò fuori dalla condanna sulla terra.
  4. E le anime che portò fuori dal luogo di condanna riempirono le dodici regioni, che sono il giardino dell’Eden.
  5. Di nuovo, il potente San Michele abbassò la sua ala sinistra e ne trasse un numero ancora maggiore del precedente.
  6. E i Serafini e i Cherubini di fuoco, i giusti degli eremi e delle grotte, e i monaci del deserto che erano venuti con lui dal cielo, pregarono tutti l’angelo di abbassare per la terza volta la sua ala, piena della misericordia di Dio.
  7. E per la terza volta ne trasse un numero incalcolabile, che nessuno poteva contare se non il santo, glorioso e amato capo degli angeli, Michele, che implora misericordia per i figli degli uomini presso Dio, Re dei re e Signore dei signori, che siede sui Cherubini e sui Serafini e sulle quattro creature viventi piene di occhi.
  8. E non c’era misura per coloro che uscirono dal luogo di condanna tremendo e dall’amaro inferno, luogo di afflizione e dolore. E gli angeli presero i giusti e li lavarono nell’acqua della vita, che purifica dal peccato e cancella le trasgressioni e le colpe. Li unsero con l’olio santo con gioia e giubilo e li portarono al santo, benedetto, maestoso e lodato Michele, capo degli angeli vigilanti.
  1. In quel momento, San Michele, capo degli eserciti celesti, li prese tutti e li presentò davanti a Dio. Essi si prostrarono davanti a lui e ringraziarono Colui che li aveva perdonati attraverso la preghiera di misericordia di San Michele, capo degli angeli.
  2. Ed ecco, in quel giorno e in quell’ora, uscì dal velo del Padre una voce che diceva: “Per la preghiera di San Michele, angelo del mio consiglio, e per l’intercessione della mia santa madre, la Vergine Maria, e per l’intercessione di tutti i miei giusti e santi martiri, insieme a coloro che hanno compiuto la volontà del Padre mio, tutti i peccatori che sono sulla terra saranno salvati ed entreranno nella vita eterna”.
  3. In quel momento, San Michele, capo degli angeli, li prese e li portò in Paradiso.
  4. E io, Giovanni, quando vidi uscire questa parola dal velo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, mi rallegrai grandemente per la misericordia di Dio e lodai il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per tutta la misericordia mostrata attraverso la supplica di San Michele, capo degli angeli.
  5. E l’angelo che mi era stato assegnato come compagno mi disse: “Sappi, o Giovanni, amato da Dio, che il giorno della festa di San Michele, capo degli angeli, è oggi designato. La sua prima festa è il 12 del mese di Sane (giugno), e la sua seconda festa è il 12 del mese di Hədar (novembre)”.
  6. E in quel giorno, Dio lo pose al di sopra di tutto ciò che è in cielo, per la sua umiltà e obbedienza, e perché sconfisse Satana, il nemico del bene, che aveva disprezzato il suo Signore.
  7. E ancora, gli darà una gloria immensa alla risurrezione dei morti, così come gli diede l’autorità al primo suono di tromba quando ascese al cielo.
  8. E ancora, al secondo suono di tromba, che sarà più grande del primo, gli darà gloria e autorità sui falsi Giudei che crocifissero il nostro Signore Gesù Cristo per consiglio di Satana.
  9. E per tutti i malvagi che dicono: “Cristo non è risorto dai morti”, la terra aprirà la sua bocca e li inghiottirà.
  1. Inoltre, coloro che non credono pienamente nella risurrezione dei morti, San Michele li sigillerà con il sigillo dei malvagi e li farà scendere nell’inferno.
  2. E gli amici del diavolo si addolorarono quando il nostro Signore Gesù Cristo risorse dal sepolcro e andarono nel luogo della condanna.
  3. Ed egli (Michele) legò Belial e sconfisse il diavolo per volontà di Dio.
  4. Ma i giusti, figli del battesimo, che credono pienamente nella risurrezione dei morti, li introdurrà in Paradiso e presso Cristo. Li farà ascendere al Padre e si rallegrerà per loro e per l’autorità che ha dato a Michele, capo degli angeli, di giudicare i vivi e i morti.
  5. E questa autorità è sua proprietà. Egli è Dio Padre che era prima del mondo, e suo Figlio, il nostro Signore Gesù Cristo, e il Paraclito, lo Spirito Santo, che ha santificato il capo degli angeli, Michele, con una grande gloria che non può essere descritta.
  6. E lo ha santificato e innalzato al di sopra di tutto ciò che è in cielo con un rango più grande di prima. Gli ha dato autorità e il potere di compiere tutti questi miracoli e meraviglie ogni anno, nella sua festa del 12 del mese di Hədar.
  7. Siede sul trono della sua gloria e sul carro dei Cherubini e dei Serafini. Invia il capo degli angeli, Michele, ovunque. Lo ha scelto e innalzato al di sopra di tutti coloro che stanno fuori dal velo del Padre, ciascuno secondo il proprio rango e la propria gloria.
  8. E quando San Michele, capo degli angeli, uscì da dentro il velo del Padre, trovò tutti coloro che sono in cielo, ciascuno nella propria assemblea, e tutti i giusti e i martiri che lo avevano servito da Adamo, il primo uomo. Essi si riunirono tutti, cantando e lodando insieme nelle loro assemblee. Dimorano alla presenza di San Michele, capo degli angeli, nella gioia del nostro Signore, come i tuoi occhi vedono, o Giovanni, amato da Dio.
  9. D’ora in poi, le porte della condanna e il profondo e temibile abisso saranno aperti, e ogni anima si riunirà in un unico luogo per la misericordia di Dio, che è il Giardino dell’Eden.
  10. Ancora, nel giorno della sua festa, San Michele, capo degli angeli, verrà e abbasserà le sue ali nella condanna per volontà di Dio, a cui sia gloria. Egli porterà i peccatori sulla nuova terra, e diventeranno l’esercito di Michele, che è il capo degli angeli che ha avuto pietà di loro e li ha perdonati. Coloro che ha portato fuori con le sue ali in una sola volta sono miriadi di miriadi, un numero incalcolabile.
  1. E molte sono le anime dei peccatori che ha portato fuori dall’inferno perché avevano mostrato un po’ di misericordia ai poveri e ai bisognosi in onore della sua santa e gloriosa risurrezione, che è la Domenica cristiana (Sabbath).
  2. Sia molto o poco, o anche un solo pane, o metà di un pane, o anche una coppa d’acqua fresca, chiunque dia a un povero in quel giorno santo, glorioso e benedetto della Domenica cristiana, in verità vi dico, Dio avrà misericordia di loro, li farà entrare ed ereditare il regno dei cieli, li proteggerà e li salverà dalla prova e dalla distruzione di Satana.
  3. Inoltre, le loro case, i loro figli e i loro beni saranno benedetti attraverso la preghiera di questa santa Domenica cristiana.
  4. Ancora, se qualcuno dà ai bisognosi e ai poveri nel nome di Michele e Gabriele, e nel nome dei ventiquattro sacerdoti celesti e delle quattro creature viventi, e nel nome della nostra Signora, la santa e pura Vergine Maria, Madre di Dio, e nel nome di tutti i giusti e martiri, e nel nome di tutti i santi che furono uccisi per il nome di Cristo, San Michele, capo degli angeli, li porterà fuori con la potenza di Dio, suo Signore.
  5. E perché hanno dato anche un solo pane agli affamati e ai bisognosi nel nome del capo degli angeli, Michele, egli intercede per loro affinché non siano gettati nella condanna.
  6. E li conduce al nostro Signore Gesù Cristo affinché trovino grazia, misericordia e perdono per i loro peccati presso il nostro Signore Gesù Cristo. Sia che si tratti di un cristiano, o di un pagano, o di coloro che pregano Dio tra gli Ebrei.
  7. E chiunque compia una buona azione nel nome di San Michele, capo degli angeli, il misericordioso Cristo, Figlio di Dio, non lo abbandonerà.
  8. E allora tutta la potenza dei cieli e della terra tremerà, e tutti i giusti e i martiri pregheranno Dio. E i santi pregano Dio Padre e San Michele, come hai visto.
  1. E in quell’ora, essi intercedono presso Dio affinché abbia misericordia di tutti coloro per i quali pregano. E se hanno mostrato misericordia ai poveri e ai bisognosi sulla terra, per la loro elemosina, e per la terza volta per il nome dei giusti e dei martiri, li farà uscire.
  2. Così, San Michele, capo degli angeli, compie sempre molte opere meravigliose, dalla risurrezione di Cristo fino a questo giorno e fino all’ultimo giorno, per i secoli dei secoli.
  3. O fratelli miei, ascoltate ciò che vi dico e prestatemi attenzione con l’orecchio del vostro cuore. Fate la commemorazione del santo e glorioso Michele, capo degli angeli, affinché possiate ottenere la vita eterna e una gioia senza fine.
  4. E non li abbandonerà, compiendo tali atti ogni anno il 12 del mese di Hədar.
  5. Successivamente, conduce coloro che appartengono alla Chiesa, ciascuno secondo le proprie opere, alla casa della misericordia e alla città santa, la Gerusalemme celeste.
  6. Dopo di che, San Michele, capo degli angeli, entra dietro il velo del Padre e si prostra sotto il suo trono in quel giorno, per la misericordia celeste e terrestre.
  7. E per le sorgenti d’acqua, per i vigneti, per i frutti della terra, per le anime di tutti i figli degli uomini che vivono sulla terra, per tutti gli animali domestici e selvatici, per gli uccelli del cielo, per i pesci del mare e per tutto ciò che si muove nel mare, si prostra ogni giorno con riverenza ai piedi del trono del Padre, fonte di ogni misericordia. E non si alza finché la sua preghiera non viene esaudita e non riceve la parola di misericordia.
  8. E anche gli angeli che implorano misericordia per questo mondo si riuniscono ogni anno, il 12 del mese di Hədar, attorno al trono di misericordia di Dio, attendendo finché San Michele, capo degli angeli, che implora misericordia per l’uomo e per ogni anima, non esca da dietro il velo del Padre.
  1. E quando San Michele, capo degli angeli, esce da dietro il velo del Padre, quegli angeli osservano la veste che il Padre misericordioso ha dato a San Michele, capo degli angeli, poiché è il segno del loro perdono, l’angelo della loro pace, della loro grazia e il loro capo.
  2. Pertanto, questi angeli sanno che è stata concessa misericordia alla terra, che Egli ha perdonato l’uomo e gli animali, e distinguono tutto ciò che accadrà in questo mondo attraverso l’immagine della veste che San Michele, capo degli angeli, indossa.
  3. Perciò, provano una grande gioia per ogni anima dei figli degli uomini a cui è stato concesso il perdono in questo mondo.
  4. E ora, o Giovanni, amato da Dio, beati coloro che pensano di fare l’elemosina ai bisognosi e agli affamati nel nome di San Michele, capo degli angeli.
  5. Ancora ti dico, o Giovanni, se qualcuno considera e medita su questo libro, il cui mistero è meraviglioso, sorprendente e sublime, e lo fa scrivere; o se qualcuno offre un dono alla chiesa, sia esso incenso, cera o paramenti, o qualsiasi altro oggetto sacro nel nome di San Michele, capo degli angeli; e chiunque compia una buona azione, anche solo un pane o una coppa d’acqua fresca data con le proprie mani a un bisognoso, San Michele non lo trascurerà.
  6. E anche se i suoi peccati fossero numerosi come la sabbia del mare e come l’erba del campo, gli saranno perdonati. E se morisse e si avvicinasse alla condanna, sarà trattato come un membro della famiglia e non brucerà finché Dio, per sua volontà, non deciderà di perdonarlo per intercessione di San Michele, capo degli angeli.
  7. E ora, o Giovanni, amato da Dio, se qualcuno considera e medita su questo libro glorioso e meraviglioso, lo scrive e lo offre per il servizio della chiesa, o lo tiene in casa sua credendo nella parola di Dio, né malattia né fame si avvicineranno a lui.
  8. E nessuna bestia impura entrerà nella sua casa o tra il suo bestiame. E nessun topo, né locusta, né verme, né insetto, né triboli, né gelo, né brina, né ruggine colpirà il suo campo. Nessuna di queste cose potrà avvicinarsi alla sua dimora.
  1. E la malattia dei poveri, che è la fame, non entrerà mai nella casa dove si trova questo libro, per sempre e di generazione in generazione, fino alla quarta generazione.
  2. E non ci sarà siccità, né morte di bestiame, né pestilenza tra gli uomini, perché il nome e la commemorazione di San Michele, capo degli angeli, saranno per lui aiuto e forza.
  3. E San Michele prega e intercede presso Dio per tutte le anime che fanno la sua commemorazione. Egli le copre con l’ombra delle sue ali, con la sua forza, la sua potenza, la sua grazia e il suo favore, per i secoli dei secoli. Le protegge con la sua benevolenza.
  4. Se qualcuno fa scrivere questo libro, non separi da esso i nomi dello Spirito Santo che si trovano in questa santa omelia di San Michele, capo degli angeli, grande, eccelso e glorioso. Poiché San Michele non si separa mai da questo libro della sua omelia.
  5. E se qualcuno legge questo libro dall’inizio alla fine nel giorno della festa di San Michele, capo degli angeli, grande, glorioso ed eccelso tra i santi angeli, non separi questo nome di Dio che il Signore ha dato a San Michele a motivo della sua grandezza e della sua eccellenza, poiché Dio lo ha posto al di sopra degli angeli.
  6. Inoltre, coloro che confidano in questi nomi gloriosi e nelle loro parole, dovrebbero celebrare la sua commemorazione per quattordici giorni.
  7. Chi può, lo celebri per tutti i quattordici giorni. Chi non può, celebri almeno i quattro giorni principali.
  8. Tra tutte, la sua festa principale più importante è il 12 di Hədar (novembre). Poi, la sua grande festa è il 12 di Säne (giugno). Poi, il 12 di Nähase (agosto), e poi il 12 di Tahsas (dicembre). Celebrate queste feste con attenzione.
  9. Le sue altre feste sono il 12 di Tərr (gennaio), poi il 12 di Yäkatit (febbraio), poi il 12 di Mäggabit (marzo), poi il 12 di Miyazya (aprile), poi il 12 di Gənbot (maggio), poi il 12 di Hamle (luglio), poi il 12 di Mäskäräm (settembre) e poi il 12 di Təqəmt (ottobre). Inoltre, il 13 di Hədar (novembre) è la festa delle miriadi di angeli, mentre il 19 di Tahsas (dicembre) è la festa di Gabriele, capo degli angeli.
  1. In quel tempo, tutti gli angeli che sono nei cieli si riuniscono per vedere la gloria del loro capo, San Gabriele.
  2. La festa degli altri angeli, invece, si celebra insieme alla festa del loro capo, San Michele.
  3. E il terzo giorno di Pagumē è la festa dell’angelo San Raffaele e la commemorazione della festa del sacerdote Melchisedec, perché quel giorno di Raffaele, il grande, e di Melchisedec, il giusto, è un giorno molto grande e glorioso. Il suo nome è chiamato “Giorno della Guarigione”.
  4. Celebrate anche questo giorno e onoratelo, perché chiunque in quel giorno fa la loro commemorazione e dà l’elemosina nel loro nome, sia alla chiesa che ai poveri, sarà salvato dal male, come è stato detto in precedenza.
  5. E per la potenza di queste parole gloriose, nessun male entrerà nella sua casa e nessuna afflizione lo colpirà, mai, per i secoli dei secoli.
  6. E gli uomini malvagi che vengono contro di lui con la forza non prevarranno, ma saranno sconfitti dalla potenza della preghiera di San Michele, capo degli angeli.
  7. E chiunque scriva questo libro, lo faccia scrivere, lo legga, lo traduca, ascolti la sua lettura e riceva le sue parole con cuore puro, non incontrerà dolore nella sua vita.
  8. I suoi nemici non lo sconfiggeranno, e non vedrà la condanna nel giorno della sua morte, perché San Michele, capo degli angeli, lo salverà.
  9. Chiunque scriva questo libro non lo ponga in un luogo indegno, ma lo collochi in un luogo buono, onorato, pulito e santo. Poiché questa parola, in cui è contenuto il nome di Dio, opera una grande potenza per sempre.
  10. E pronuncia queste parole gloriose con voce umile: “Aka’ə Ame’ə Lek Bo’e Enka Kazin Aryakin Ernake Kem Kayon Pegu Gelo As’eleq Aslo Askema Alasomu Eq Rew Yabəstik Piskir Gargo Abit Käbis Feya Fe’e Anəlka Iwis Absola Kif Ka’əwinu Arəhlu Awaṣ Awika Elo Aselo Yobgo El Ak’əwi As Kämä’ə Wådinakwegwa.”
  1. È noto che queste parole gloriose, eccelse e nomi nascosti di Dio, che si sono trovati nelle mani di San Michele, capo degli angeli, sono superiori a tutte le parole della lingua ebraica, essendo una questione di profonda conoscenza.
  2. E se qualcuno fa scrivere questo libro, non separi questo nome nascosto dal libro, ma lo custodisca e lo ponga in un luogo puro e santo, affinché sia per lui vita, scudo di salvezza e difesa contro il nemico, per i secoli dei secoli.
  3. Siano allontanati gli inganni di Satana e le forze del nemico che camminano nelle tenebre. Siano dispersi e fuggano per il flagello dell’ira di Dio degli eserciti, per la preghiera di San Michele, capo degli angeli, per la preghiera di San Gabriele, annunciatore di gioia e di giubilo, per la preghiera dei novantanove capi e delle gerarchie, per la preghiera dei ventiquattro sacerdoti celesti, per la preghiera delle quattro creature viventi che portano il trono, e per la preghiera e l’intercessione della nostra Signora, la santa Vergine Maria, Madre di Dio, pura nel corpo e nell’anima, scelta, onorata ed esaltata al di sopra di tutte le donne, e Signora di tutta la creazione, siano essi completamente allontanati e distrutti.
  4. E si allontanino i satana e gli eserciti del diavolo, i demoni del giorno e della notte, del mattino e della sera, di mezzogiorno e di ogni ora, dal mattino alla sera e dalla sera al mattino, che terrorizzano l’anima. Si disperdano come fumo per la potenza dei sette venti che rafforzano gli angoli della terra.
  5. Scenda la misericordia dall’alto su di me e su tutti noi, figli del battesimo, e su tutti i cristiani che sono oggi qui riuniti nella chiesa di Cristo, la nuova sposa.
  6. E ci faccia udire una parola di gioia e di giubilo nell’ultimo giorno. E in quell’ora sublime e terribile, ci incoroni con la corona della vita, ci vesta con l’abito della vita e ci faccia entrare nella Gerusalemme celeste.
  7. Al Padre si deve la lode, al Figlio si deve il ringraziamento, e allo Spirito Santo si deve la benedizione, con retta adorazione, al di sopra di tutti gli dei e sulla bocca di ogni uomo fino all’ultimo respiro, la lode è dovuta.
  8. E ci sia concessa grazia e misericordia in questo mondo e nel mondo a venire, per i secoli dei secoli. Amen.
  1. E voi che leggete, non omettete né aggiungete nulla alla parola, ma siate concordi per non alterare questi nomi.
  2. Leggete con pazienza e calma, affinché non una sola parola di questo testo venga omessa. Nel giorno della loro festa e commemorazione, i santi angeli e i giusti sono presenti finché il loro racconto e la loro omelia non sono stati letti.
  3. Quando il loro racconto e la loro omelia vengono letti, se anche una sola parola viene omessa dal lettore, i santi angeli, i giusti, i martiri, i profeti, gli apostoli, le vergini e i monaci perfetti piangono per quella singola parola omessa.
  4. Non interrompete fino al mattino, anche se la lettura è lunga, perché i santi non si allontanano finché il loro racconto e la loro omelia non sono completati. Come è scritto nel “Gadla (Atti di) Abba Sinoda”, che dice: “L’occhio del profeta Geremia versò lacrime su un lettore quando una parola delle sue parole e del suo racconto fu omessa”.
  5. Allo stesso modo, anche Ezechiele e Malachia attesero a lungo quando il lettore si addormentò.
  6. Anche voi, lettori, leggete con timore e cuore vigile. E se non sapete leggere le Scritture, chiamate chi sa leggere.
  7. E pregate per me, per chi lo ha scritto e fatto scrivere, per chi lo ha letto e tradotto, e per chi ha ascoltato le sue parole, affinché Dio abbia misericordia di tutti noi insieme.
  8. Per l’intercessione della nostra Signora Maria, Madre di Dio, per la preghiera di San Michele, capo degli angeli, per la supplica di San Gabriele, annunciatore di gioia e giubilo, per la preghiera dei ventiquattro sacerdoti celesti, per l’intercessione delle quattro creature viventi, per la preghiera dei giusti, dei martiri e dei buoni angeli spirituali, pregate per noi, affinché Egli perdoni tutti noi, figli del battesimo, e ci salvi dalle trappole di Satana.
  9. La benedizione della sua preghiera e il dono del suo aiuto di San Michele siano con tutti noi, per i secoli dei secoli. Amen.
  10. Ekos Asle Epa Epas Enekemkam Eboka Kirom Lekaf Fe’e Loke We’arnake Gwa Absola Asbek Abesaku Ame’ə Awṣ Eqa Epe Kab’ə Rew Arhili Ayon Yabsat Ṣä.
  1. A colui che confida nella preghiera e nella supplica di San Michele, capo degli angeli, e nella supplica e intercessione della nostra Signora Maria, Madre di Dio, a noi che crediamo, il suo Figlio e amico ci salvi per sempre. Amen.
  2. Aka’ə Kəsəb’el Beqa Ṣeqa Seqa Alfa We’o Beṭa Yäwṭa Yod Ahəya Šäraḫəya El Šaday Ṣäba’ot Adonay ‘Amanu’el Ǝlmäknun. Questi sono i nomi che il nostro Signore Gesù Cristo scrisse sulle ali di San Michele, capo degli angeli.
  3. E con questi nomi, il diavolo e il suo esercito caddero avvolti in un velo di tenebra. Allo stesso modo, abbatti i miei nemici e avversari, per i secoli dei secoli. Amen.
  4. O mio Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente e Figlio di Maria incarnato, con questa parola proteggi la nostra anima e il nostro corpo dalla perdizione, per amore del tuo corpo santo e del tuo sangue prezioso.
  5. Per Michele e Gabriele, per Serafini e Cherubini, per Afnin e Saquiel, per Uriele, Raffaele e Phanuel ; per i profeti e gli apostoli, per i giusti e i martiri i cui nomi sono stati invocati e i cui nomi non sono stati invocati, che Dio abbia misericordia di noi tutti insieme.
  6. Per l’alleanza che hai dato a Michele, angelo del tuo consiglio, e per Gabriele, annunciatore dell’incarnazione di tuo Figlio, perdona il mio peccato e il peccato di tutto il tuo popolo.
  7. Poiché tu sei il Signore dei vivi e dei morti, nei secoli dei secoli. Amen e Amen. Così sia, così sia fatto per noi.
  8. Nel nome di Dio, Trino, che ha portato il mondo dal nulla all’esistenza e che è il Creatore di ogni creatura. Che ha sospeso i cieli senza pilastri e ha steso la terra sopra le fondamenta del mare. Che ha creato il sole e la luna perché brillassero e le stelle, ciascuna nella propria dimora.
  9. Poiché Egli parlò e furono fatti; Egli comandò e furono creati. E li ha stabiliti per sempre, per i secoli dei secoli; ha dato loro un decreto che non passerà.
  10. Egli li ha resi dominatori del giorno e della notte, ciascuno al suo tempo e nella sua stagione, come Egli stesso ha stabilito. La sua lode è piena tra gli angeli e gli uomini, una gloria che non cessa e la cui santità non diminuisce.
  1. La sua lode viene da Lui stesso e la sua gloria da Sé. Le tenebre del Barbaro non possono nascondersi al suo sguardo, e con la sua mano scandaglia la profondità dei mari pur dimorando nel più alto dei cieli. La sua lode non può essere descritta da lingua umana, e la sua natura non può essere indagata. Il fuoco della sua divinità è nascosto agli uomini, e il mistero della sua essenza è celato ai figli degli uomini. La sua esistenza primordiale non può essere narrata, e la profondità della sua saggezza trascende la mente degli angeli e il pensiero dell’uomo.
  2. A Lui sia gloria e lode e ringraziamento, alla sovranità della sua divinità, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Iniziamo, con l’aiuto di Dio Altissimo, a scrivere i miracoli e la potenza del glorioso angelo Michele, capo degli eserciti degli angeli vigilanti, la cui natura è di fiamma ardente. La sua supplica e intercessione ci salvino dal tempo malvagio, affinché l’abisso del mare del peccato non inghiottisca tutti noi, figli del battesimo, nei secoli dei secoli. Amen.
  4. Egli disse: Grande è il Signore, lodato e sommamente eccelso al di sopra di ogni creatura. Il pensiero umano non può comprenderlo, e gli occhi non osano guardare il Creatore di ogni anima con la parola della sapienza.
  5. Come disse Davide nel salmo: “Grande è il Signore e degno di ogni lode”. E ancora disse: “Grande è il Signore e grande è la sua potenza, e la sua sapienza non ha limiti”. E ancora disse Davide: “Quanto sono grandi le tue opere, o Signore! Tu hai fatto ogni cosa con sapienza”.
  6. E ancora disse: “Egli fa dei suoi angeli degli spiriti e dei suoi ministri una fiamma di fuoco”.
  7. Inoltre, disse: “L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera”.
  8. Colui che ha fatto tutto e ha creato tutto, il Signore, Dio degli eserciti, che si avvolge di luce come di un manto, che era re prima del mondo.
  9. Grande e meravigliosa è l’arte della sua sapienza, che ha creato gli angeli dal fuoco e dal vento ; uno invisibile e l’altro intangibile. Perché lo servano e lodino il suo santo nome in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
  1. Questo è il miracolo compiuto dall’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, gioioso e creato da una fiamma temibile. La sua supplica e intercessione ci custodiscano e ci proteggano, ci salvino e ci liberino dalle mani del nemico impuro. Che ci nasconda sotto l’ombra delle sue ali, affinché la freccia del nemico non ci colpisca. Che si accampi intorno a noi e rafforzi le nostre mura, affinché la via della perdizione non ci trovi. Che salvi tutti noi che crediamo, e soprattutto il suo amico (nome), nei secoli dei secoli. Amen.
  2. Aprirò la mia bocca in parabole, narrerò storie antiche e svelerò ciò che era nascosto fin dalla fondazione. Proclamerò e interpreterò il miracolo, la meraviglia e la potenza che ha compiuto San Michele, che si avvolge di luce di fuoco.
  3. Egli implora sempre misericordia e intercede presso Dio per tutta la stirpe dei figli degli uomini. Scende rapidamente per aiutare e salvare coloro che lo invocano, ascolta la loro preghiera e salva tutti coloro che confidano in lui. Risponde a coloro che lo interrogano e invocano il suo nome con fede.
  4. Sia in mare che sulla terraferma, in ogni cammino e in ogni difficoltà e afflizione, è lui che viene e li salva.
  5. Ecco, ora vi raccontiamo ciò che accadde in passato, in uno di quei giorni, a voi che siete qui riuniti. Molte persone si mossero dal paese d’Egitto e si diressero al porto di mare.
  6. E quando arrivarono, si imbarcarono su una nave. Allontanandosi un poco dalla riva e raggiungendo il centro del mare, un forte vento si levò contro di loro, tanto che furono sul punto di affondare. Le onde del mare si alzarono e la sua furia aumentò.
  7. E quando furono vicini alla morte, l’onda del mare si levò sopra la nave. Un’onda ancora più grande si avvicinò e minacciò di capovolgerli.
  8. Quando videro che una morte crudele e una distruzione vana erano su di loro, furono sopraffatti dal dolore e dall’angoscia. Non trovarono nessuno che li consolasse o li salvasse, e persero la speranza.
  9. Allora, in quel giorno, gridarono dicendo: “O capo degli angeli, Michele grande e maestoso, comandante delle potenze celesti, poiché tu sei l’angelo della grazia e l’angelo della forza, o angelo della misericordia”.
  1. “O angelo della pace, guardaci, aiutaci e salva noi, che siamo nell’angoscia. Prega il Signore nostro Dio per noi, affinché siamo salvati dalla morte del peccato e dalla distruzione. Poiché ecco, il velo della morte ha coperto i nostri occhi e abbiamo visto l’ombra della perdizione e della rovina”. Mentre dicevano questo, tutti gridarono all’unisono e levarono la loro voce a Dio con tutto il cuore. Tutti coloro che erano sulla nave piansero con lacrime amare e pianto cocente, affinché Egli li salvasse dalle onde del mare.
  2. In quell’istante, in quel giorno e in quell’ora, Dio ascoltò la loro supplica e il dolore del loro cuore.
  3. E subito San Michele, capo degli angeli, scese dal cielo, afferrò la nave con le sue mani, la trasse in salvo e portò a riva le persone che erano a bordo. Essi attraversarono sani e salvi, senza subire il minimo danno.
  4. E raccontarono questo miracolo a tutti, e lodarono Dio che li aveva salvati dalle onde del mare per mano di San Michele, capo degli angeli.
  5. Ed essi continuarono a celebrare la sua commemorazione ogni mese, il dodicesimo giorno, fino al giorno della loro morte.
  6. La supplica e l’intercessione di questo glorioso e grande angelo, Michele, capo degli angeli, ci custodisca e ci protegga , e ci nasconda dalle mani del nemico e dell’avversario.
  7. E anche a me, suo servo, che mi nasconda sotto l’ombra delle sue ali dalla malattia dell’anima e del corpo, nei secoli dei secoli. Amen.
  8. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Amen.
  9. In questo giorno, il 12 di Hədar, è la commemorazione della festa dell’angelo glorioso Michele, capo degli angeli e comandante degli eserciti celesti. È un angelo misericordioso verso la stirpe dei figli degli uomini, che sta sempre davanti al trono di Dio e intercede per i figli degli uomini.
  10. Questo è colui che Giosuè, figlio di Nun, vide in grande gloria, simile a un condottiero del re.
  1. E quando lo vide, fu spaventato, cadde con la faccia a terra e gli si prostrò.
  2. E gli disse: “Mio signore, sei dei nostri o dei nostri nemici?”.
  3. E San Michele disse: “Io sono uno dei capi degli eserciti celesti. In questo giorno, consegnerò Amalek nelle tue mani e ti farò re nella città di Gerico”.
  4. Questo è l’angelo che fu con tutti i santi e i martiri, rafforzandoli e dando loro pazienza finché non completarono la loro lotta.
  5. Fate la sua commemorazione e la sua festa, e fate l’elemosina nel nome di questo angelo, il dodicesimo giorno di ogni mese, ogni anno, fino al giorno dopo e al terzo giorno. Date da mangiare e da bere, e celebrate una festa, poiché egli prega diligentemente Dio per i frutti della terra, per la discesa della pioggia, per le acque dei fiumi e per i venti pacifici, affinché Dio compia le loro opere con giustizia, gioia e letizia.
  6. La supplica e l’intercessione di questo angelo, Michele, capo degli angeli, siano con tutti noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  7. Salve a te, angelo dal cuore compassionevole per tutti, che non sei mai crudele. O mio signore Michele, io ti dico: proteggimi sotto la tua ombra, mattina e sera, e nascondimi da ogni male, poiché fin dalla mia giovinezza temo la contesa e il litigio.
  8. Salve alla tua apparizione odierna sul monte… o Giovanni, annunciatore della buona novella, la cui dimora era nel deserto, con l’olio profumato e fragrante dello Spirito Santo. Salve alla tua rivelazione di oggi in un luogo puro come il cristallo. Perciò, desidero che un carbone ardente, proveniente dall’altare celeste nell’alto dei cieli, venga per tua supplica, o San Michele, e bruci le spine del mio peccato.
  9. Accetta la lode che ti offro nella mia difficoltà, ricordando le miriadi di angeli che ti servono costantemente. O Signore, come hai accettato la piccola offerta della vedova povera piuttosto che le grandi offerte di coloro che portavano molto a causa della loro abbondanza, così accetta la mia lode.
  10. E voi, santi profeti, apostoli predicatori, martiri e giusti, angeli vigilanti, vergini perfette e monaci buoni, benedite, benedite l’assemblea di questo luogo, dal più anziano al più piccolo bambino.
  11. A colui che ha scritto questo libro preparando carta e pergamena, a colui che lo ha fatto scrivere, a colui che lo ha tradotto dal Ge’ez all’Amarico, e a colui che ha ascoltato le sue parole con spirito calmo e mente assorta, per la preghiera di sua madre, Maria, che redime ogni peccatore, che Gesù Cristo abbia misericordia di noi tutti insieme.

Dicembre

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Credendo, questa è l’omelia di San Michele che si legge e si prega il 12 del mese di Tahsas (Dicembre). La benedizione della sua preghiera e il dono del suo aiuto siano con tutti noi, per sempre. Amen.

  1. Ascoltate questo, voi tutte, nazioni, e prestate attenzione, voi tutti che abitate nel mondo, uomini e donne che siete partecipi di questo mistero, affinché conosciate la potenza e il miracolo che Dio ha compiuto per mostrare la grandezza di San Michele, capo degli angeli, e affinché comprendiate come egli interceda sempre e come presenti ogni uomo a Dio.
  2. Egli intercede presso Dio per tutti coloro che credono nella sua preghiera, poiché dona loro forza e onore secondo le loro opere.
  3. C’era un uomo di retta fede di nome Dorataos, e il nome di sua moglie era Theobista.
  4. Vivevano in una città chiamata Colonia ed erano molto ricchi; avevano oro, argento, buoi, pecore, asini, cammelli, muli e cavalli.
  5. Dorataos e sua moglie Theobista erano misericordiosi verso i poveri e i bisognosi, e facevano molte elemosine ogni mese, il dodicesimo giorno, per la festa di San Michele, capo degli angeli.
  6. Dopo qualche tempo, una grande carestia colpì ogni paese per tre anni. Poiché la pioggia cessò, ci fu siccità in ogni terra, e il cibo e l’acqua scarseggiarono. Un numero incalcolabile di animali e molte persone morirono a causa di ciò.
  7. Ma Dorataos e sua moglie non cessarono di essere misericordiosi e di dare l’elemosina ai bisognosi. Vendettero i loro beni, diedero l’elemosina e accolsero lo straniero e il pellegrino.
  8. Dopo di ciò, alla vigilia della festa di San Michele, il 12 del mese di Hədar, non trovarono più nulla in casa loro ; non avevano grano per il pane, né vino, né bue, né agnello, né pecora, né dentro né fuori casa.
  1. Theobista entrò in casa sua e, non trovando nulla da fare, si sedette e cominciò a piangere, dicendo: “O mio signore, San Michele, come può la tua festa essere trascurata in questo modo?”.
  2. Suo marito Dorataos entrò e le disse: “Perché piangi? Non dovremmo piuttosto ringraziare il Signore nostro Dio per tutto ciò che ha fatto per noi?”.
  3. “E ora, affinché questa festa a cui sono abituato non sia trascurata, venderò questo mio vestito e daremo del grano alla chiesa come offerta per la festa di San Michele, affinché sia un sacrificio. E allo stesso modo, ne daremo un po’ per il vino, nel nome di San Michele, poiché egli conosce ciò che è nei nostri cuori”, le disse.
  4. E sua moglie gli disse: “Come puoi odiarmi così oggi? Vendi il tuo vestito e lasci il mio? La mia carne e la tua carne non sono forse una cosa sola? Come hai potuto dimenticare ciò che disse l’apostolo Paolo: ‘Marito e moglie sono una sola carne. Ciò che Dio ha unito, l’uomo non lo separi'”.
  5. Ed egli le disse: “Se il vestito di un uomo è vecchio o strappato, non è una vergogna per lui, ma per una donna è una vergogna. Che il tuo vestito da spalla sia conservato per domani, per la festa di San Michele, affinché tu possa pregare in esso”.
  6. E lei rispose di nuovo: “Non ti ha forse detto l’apostolo Paolo: ‘In Cristo Gesù non c’è né maschio né femmina’? Non cercare scuse”.
  7. Ed egli disse: “Va bene, sia come dici tu. Oggi prenderò il mio vestito e lo venderò per il grano, e lo darò al sacerdote della chiesa. E domani, prenderò il tuo vestito e lo userò per comprare una pecora”, le disse.
  8. La mattina seguente, prese il vestito di sua moglie e andò su una montagna dove c’era un pastore. E disse a quel pastore: “Hai una pecora da vendere per tre denari?”.
  9. E quello disse: “Sì, ne ho”. Dorataos rispose e disse: “Ti darò il vestito di mia moglie come pegno, e entro tre giorni, se troverò i soldi, ti ripagherò e ti darò tre denari d’oro. Se non troverò i tre denari d’oro, il vestito di mia moglie sarà tuo”.
  1. E quel pastore disse: “In casa mia ho abbondanza di vestiti di seta, non desidero il vestito di tua moglie”, e lo rifiutò.
  2. Mentre Dorataos tornava a casa sua con grande tristezza, incontrò per strada San Michele, che cavalcava un cavallo bianco come un uomo, accompagnato da una grande schiera e con i santi angeli al suo seguito, simile all’apparizione di un re.
  3. E quando Dorataos lo vide, ebbe paura e si fece da parte dalla strada. E San Michele gli disse: “Salute a te, o Dorataos. Vieni, dimmi, da dove vieni?”.
  4. E in quel momento Dorataos si avvicinò a lui. E di nuovo San Michele disse a Dorataos: “Questo vestito che hai sulla spalla sembra un vestito da donna”.
  5. E Dorataos rispose e disse: “Sì, mio signore. Oggi è la festa di San Michele, capo degli angeli. Ho preso il vestito di mia moglie e sono andato da un pastore per comprare una pecora da sacrificare per la festa di Michele. E il pastore mi disse: ‘Dammi un pegno’. E io gli dissi: ‘Prendi questo vestito di mia moglie come pegno’, ma lui mi rifiutò e disse: ‘Ho abbondanza di vestiti di seta in casa mia’”.
  6. E San Michele gli disse: “E ora, se io ti faccio da garante, pagherai entro tre giorni?”. E Dorataos disse: “Sì, mio signore, pagherò”.
  7. E in quel momento, San Michele inviò un angelo messaggero e gli disse: “Va’ dal pastore e digli: ‘Dai una pecora a Dorataos, ti pagherà entro tre giorni'”.
  8. E quell’angelo messaggero andò, portò la pecora e la diede a Dorataos, come San Michele, capo degli angeli, aveva comandato.
  9. Poi l’angelo chiese a Dorataos: “Potresti ospitarmi a casa tua con i miei uomini?”. E Dorataos disse: “Sì, mio signore, sia come hai detto, ti ospiterò”.
  10. E San Michele disse: “Poiché non mangio carne di bestiame, potresti trovare un pesce per la mia cena, che io possa mangiare?”. E Dorataos disse: “Se trovo un pesce, te lo comprerò”.
  1. E San Michele gli disse: “Che cosa darai in pagamento al pescivendolo?”. E Dorataos disse: “Darò il vestito di mia moglie”.
  2. A quel punto, San Michele sorrise nel suo spirito santo e disse: “Non hai nient’altro da vendere oltre a questo unico vestito?”. E quello disse: “Sì, mio signore, non ho altro”.
  3. E San Michele gli disse: “Se ti faccio da garante presso i pescatori, pagherai entro tre giorni?”. E quello disse: “Sì, pagherò, mio signore”.
  4. E subito San Michele inviò un angelo ai pescatori. Quell’angelo andò, portò un pesce e glielo diede immediatamente, e Dorataos si rallegrò.
  5. E Dorataos disse a San Michele: “Alzati, mio signore, entriamo in casa mia”. E San Michele disse: “Va’ tu avanti, entra in casa tua e prepara la nostra cena. Io verrò dopo di te”. E quello prese il pesce e la pecora ed entrò in casa sua.
  6. E sua moglie Theobista uscì per aprire la porta. E quando lo vide portare la pecora, il pesce e il suo vestito sulla spalla , gli disse: “Mio signore, vedo una pecora, un pesce e il mio vestito sulla tua spalla. Da dove hai preso tutto questo?”.
  7. E suo marito le disse: “Mentre tornavo da te, non avendo trovato ciò che cercavo, ho incontrato un uomo buono e un nobile sulla strada. Quando ho visto la sua grandezza, la sua gloria e la sua maestà, mi sono fatto da parte. Mi ha chiamato con la sua voce e mi ha detto: ‘Dorataos, avvicinati a me. Da dove vieni?'”.
  8. “E io gli dissi: ‘Mio signore, oggi è la festa di San Michele, capo degli angeli, e sono andato a comprare una pecora da sacrificare per la mia festa’. E lui mi disse: ‘E perché non hai trovato una pecora?’. E io dissi: ‘Non ho denari da dare al pastore'”.
  9. “‘E quando gli dissi: “Prendi il vestito di mia moglie e dammi una pecora”, lui mi disse: “Non voglio il vestito di tua moglie, ho abbondanza di vestiti di seta in casa mia””. Quando gli raccontai questa storia, ebbe subito pietà di me, perché era un uomo buono.
  10. “E subito inviò un messaggero dai suoi uomini, che mi portò una pecora e me la diede. E così anche il pesce”.
  11. E mentre Dorataos raccontava questa storia a sua moglie Theobista, ecco San Michele arrivò con il suo seguito, si fermò alla porta e le disse: “Salute a te, o Theobista”. Come stai in questi giorni difficili e malvagi?.
  1. E lei disse: “Salute a te, mio signore”. Il nome di Dio sia lodato, per la preghiera del nostro signore San Michele, stiamo bene. Ora, vieni, entra nella casa dei tuoi servi e non restare fuori, perché tu sei grande e onorato”, disse lei.
  2. E subito San Michele disse a Dorataos: “Io vado in chiesa. Tu, macella questa pecora. Ma il pesce, lascialo stare finché non tornerò a casa tua. Non macellarlo. Tu e tua moglie, preparate prima il vostro lavoro”. E San Michele, capo degli angeli, andò in chiesa.
  3. E suo marito Dorataos disse a sua moglie: “Non c’è del vino rimasto in casa nostra che possiamo offrire alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, per l’Eucaristia?”. E lei disse: “È rimasta una giara”.
  4. E allora Dorataos entrò in casa sua per prendere il vino per l’Eucaristia. E quando ispezionò la giara di vino, trovò che le giare, i contenitori e tutti i vasi nella sua dispensa e nel suo magazzino erano pieni fino all’orlo.
  5. E disse a sua moglie: “Da quando sono uscito stamattina, qualcuno ti ha portato del vino?”. E lei disse: “No, nessuno”.
  6. E lui le disse: “Stai zitta e non dire niente a nessuno finché non scopriremo cosa è successo”.
  7. E di nuovo, andò alla dispensa del pane e la trovò piena di pane nel cesto. Poi andò alla casa dove c’erano l’olio, il burro e il miele e li vide. Dopo di che, andò al granaio del grano e agli altri depositi di cereali, dove c’erano piselli, lenticchie e lino, e li trovò tutti pieni. Poi andò nel luogo dove c’erano vestiti e profumi e trovò che tutto era pieno, ciascuno secondo la sua specie.
  8. In quel momento si prostrarono e dissero: “Sia lodato il nome del Signore, che ha benedetto la nostra casa”, e ringraziarono Dio.
  9. E allora Dorataos macellò la pecora che San Michele gli aveva dato, e la sua carne riempì una grande pentola, e non finì mai di essere mangiata. Per la benedizione di San Michele, fu consolato dalla sua afflizione e dal suo dolore, e mangiò e bevve fino a saziarsi.
  1. Dopo di ciò, stese abiti e tappeti luminosi e splendenti come il sole per San Michele, che gli era apparso con maestà terrificante. Fatto questo, andò in chiesa e si prostrò davanti all’icona di Michele, il capo degli angeli, dicendo: “O San Michele, capo degli angeli, abbi pietà di me, tuo servo Dorataos, sii misericordioso con me e implora perdono e grazia per me da Dio. Oggi, nel giorno in cui celebro la tua festa, prego affinché il mio popolo si rallegri e affinché, per l’abbondanza della tua benedizione, i poveri, che vivono nella fame e nella sete, possano mangiare, bere ed essere sazi, e che il nome di Dio sia lodato per sempre”.
  2. E dopo aver pregato e supplicato in questo modo davanti a tutto il popolo, ricevette la benedizione e uscì dalla chiesa. Disse ai suoi figli di chiamare tutti i poveri, i bisognosi e le persone senza cena quotidiana dalla città fino al deserto. Essi andarono, chiamarono la gente e riempirono la sala e il cortile. Poi servì loro prontamente la cena. Essi mangiarono, bevvero e si saziarono con grande gioia, e lodarono il nome di Dio con grande ringraziamento.
  3. E San Michele venne con il suo esercito e, vedendo la folla che era stata invitata e riunita, fu molto stupito per il loro numero, e anche gli eserciti degli angeli che erano con lui furono stupiti.
  4. E disse a Dorataos: “Come sei riuscito a radunare tutte queste persone per causa mia? Non hai sentito che in questi tempi ci sono pestilenza e carestia, eppure inviti così tante persone a casa tua?”.
  5. E Dorataos rispose: “Sì, mio signore. Da quando la pecora e il pesce che mi hai dato sono entrati in casa mia, la benedizione ha riempito la mia casa. E oggi ho invitato i miei fratelli, perché è il giorno in cui si celebra la festa di San Michele, capo degli angeli, affinché si rallegrino con me e io mi rallegri con loro, e perché mangino e bevano”, disse.
  6. In quel momento, San Michele si alzò in mezzo a loro, entrò in casa e si sedette su un letto su cui erano stati stesi tappeti luminosi e belli. E disse a Dorataos: “Porta quel pesce, portamelo in fretta, macellalo e togli le sue interiora”, gli disse.
  1. In quel momento, Dorataos macellò il pesce e ne estrasse le interiora. Dentro, trovò qualcosa che sembrava una borsa di stoffa, sigillata con il sigillo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La diede a San Michele, capo degli angeli, e Michele ricevette questo sigillo e disse: “Guarda questo sigillo, mio signore, e aprilo”.
  2. E subito San Michele aprì quella borsa sigillata nel nome della Trinità e, guardando, trovò al suo interno trecento monete d’oro, intrecciate tra loro.
  3. E subito chiamò Dorataos e gli diede l’oro, dicendo: “Prendi questo, o Dorataos, poiché oggi sono entrato come ospite in casa tua, perché il mio Creatore mi ha inviato a te oggi per causa tua”.
  4. E Dorataos e sua moglie Theobista dissero: “O nostro signore, cosa dici? Quando mai hai visto la nostra casa prima di oggi? Lascia stare questa faccenda. Non sai forse che noi stessi e tutti i nostri beni apparteniamo a Dio e a San Michele, capo degli angeli?. Egli è il tuo signore e il nostro, il nostro re. Egli ce lo ha dato. Come puoi dirci: ‘Prendete questo denaro’? È una cosa che non ci aspettavamo”.
  5. “Non sai che oggi è il giorno della festa di San Michele, capo degli angeli? E noi, perché abbiamo creduto nel suo nome e lo abbiamo invocato, abbiamo ricevuto una grande benedizione”, dissero.
  6. Ed egli disse loro: “Prendete queste trecento monete d’oro per aiutarvi e per dare l’elemosina ai poveri. Usate tre monete per pagare i vostri debiti: una per il grano per cui hai dato in pegno il vestito di tua moglie, per il quale ti ho fatto da garante ieri, una per la pecora e una per il pesce”, e gliele diede.
  7. Dopo di ciò, disse a Dorataos e a sua moglie Theobista: “Mi avete riconosciuto?”. Ed essi dissero: “Non ti abbiamo mai visto né conosciuto prima di oggi”. E lui disse: “Io sono San Michele, capo degli angeli, che ero presente in casa vostra ogni mese quando i vostri padri facevano l’elemosina, fin da quando eravate bambini”.
  8. “E io intercedo per voi presso il Signore mio Dio, giorno e notte. E ora, rallegratevi grandemente”.
  1. “Voi siete benedetti, eletti e scelti, servi di Dio Altissimo. O Theobista, non ti ho forse sentito ieri, mentre piangevi e dicevi: ‘Sarebbe stato meglio per me morire oggi piuttosto che trascurare la festa di Michele in casa mia’? E non hai detto a Dorataos: ‘Vendi la mia tunica e il mio mantello per la festa del mio signore e capo, Michele, capo degli angeli’?”.
  2. “O Dorataos e Theobista, grande è la vostra ricompensa nei cieli presso il nostro Signore Gesù Cristo, la cui misericordia è infinita. La sua benedizione dimori su di voi per i secoli dei secoli”.
  3. “Poiché Dio si è ricordato del vostro sacrificio e della vostra elemosina che avete fatto e avete compiuto bene. Ora, in questo mondo, e nell’ultimo giorno, vi farà ereditare il regno dei cieli”, disse loro.
  4. E di nuovo disse loro: “Io sono San Michele, capo degli angeli, che vi salvo da tutte le vostre tribolazioni. Ho amato il vostro sacrificio e la vostra elemosina, e li ho presentati davanti a Dio. Non vi mancherà nulla di buono in questo mondo”, disse loro. Ed essi gli si prostrarono.
  5. E dopo aver detto questo, San Michele, capo degli angeli, scomparve dalla loro vista. Diede loro la sua pace e ascese al cielo in grande gloria con gli angeli che lo avevano accompagnato.
  6. E Dorataos e Theobista aumentarono le loro buone opere ancora più di prima e non cessarono la loro lotta e le loro virtù fino al giorno della loro morte.
  7. E tutto il popolo credette nel nostro Signore Gesù Cristo attraverso la loro preghiera e supplica. A Lui, che ha per sua natura la signoria, sia gloria con il suo buon Padre e con lo Spirito Santo vivificante, da prima della creazione del mondo fino ad oggi, da oggi fino al giorno del giudizio, e poi per sempre. Amen.
  8. La benedizione di San Michele, capo degli angeli, e l’aiuto di Dorataos e Theobista siano remissione dei peccati per il servo di Dio (nome), per i secoli dei secoli. Amen.
  1. Questo è il miracolo compiuto da San Michele, l’angelo del patto di Cristo, il Re di gloria. La sua supplica e intercessione ci salvino dal giorno malvagio e dall’ora della tentazione, dalla lancia che vola di giorno e da ogni genere di male che cammina nelle tenebre, e ci nascondano per sempre.
  2. Si narra che in un certo paese vivesse un uomo fedele e giusto, che temeva Dio, era misericordioso verso i poveri e i bisognosi, faceva l’elemosina a coloro che non avevano né cibo quotidiano né vestiti annuali, e confidava nella supplica e nella preghiera di San Michele, capo degli angeli. Faceva la sua commemorazione e il suo ricordo ogni mese, il dodicesimo giorno, ed era un uomo dedito all’agricoltura.
  3. Dopo di ciò, in un anno, i frutti della terra in quel paese dove viveva vennero a mancare e perirono. E quell’uomo timorato di Dio pensò e disse: “Cosa farò per la commemorazione e il ricordo di San Michele, capo degli angeli?”.
  4. E divenne povero, bisognoso e indigente. Non gli rimase nulla né in casa né tra i suoi beni. Indossò stracci e la sua indigenza divenne estrema. Non aveva nulla da mangiare, da bere o da indossare. Gli mancò persino il cibo quotidiano. La fame e la sete lo afflissero, provò una grande tristezza, la sua forza si esaurì completamente e la sua robustezza svanì. Divenne come un uomo abbattuto dall’ebbrezza del vino. Non riuscì ad alzarsi dal suo letto e dal suo giaciglio. Per la grande fame, si addormentò addolorato e divenne come un morto.
  5. In quel giorno e in quell’ora, allora, venne a lui e scese dal cielo San Michele, capo degli angeli, che implora misericordia per gli uomini. Poiché, nella sua umiltà, è obbediente all’uomo, e non c’è limite alla sua bontà.
  6. E subito San Michele, capo degli angeli, apparve in quel momento a quell’uomo, che era stato ricco, e gli parlò, dicendo: “O mio amato e mio fedele, che fai la mia commemorazione, perché sei così triste e afflitto? Alzati domattina presto, non indugiare, il tuo cuore si rafforzi e la tua forza non venga meno. Va’ in fretta alla riva del mare e getta la tua rete in mare. Allora un grande pesce sarà preso per te e ti verrà incontro, e Dio ti darà grande onore e ricchezza”.
  1. “Ed ecco, troverai in esso una grande benedizione. E io non mi separerò da te e sarò con te. Non ti abbandonerò, non ti trascurerò, non ti ignorerò e non ti consegnerò mai all’indigenza e all’afflizione. E la potenza di Dio sarà con te”, gli disse.
  2. E dopo aver detto questo, San Michele, capo degli angeli, scomparve dalla sua vista e ascese al cielo in grande gloria.
  3. E quando quell’uomo si svegliò dal sonno, capì che questa cosa era da Dio. E quando fu mattina, si alzò con forza e andò in fretta alla riva del mare, come gli aveva detto l’angelo di Dio, San Michele. E gettò la sua rete in mare, come gli aveva indicato San Michele, capo degli angeli. E un grande pesce fu preso nella sua rete. E quando aprì la sua bocca, trovò al suo interno oro puro, provato dal fuoco e raffinato.
  4. E dopo di ciò, si rallegrò grandemente e ringraziò Dio e San Michele, capo degli angeli, che non lo aveva abbandonato nella sua grande indigenza e afflizione. Prese quell’oro e tornò a casa sua con grande gioia.
  5. Dopo di ciò, con parte di quell’oro, fece fare un’icona di San Michele, capo degli angeli. La adornò con ornamenti belli e preziosi, e la appese e la collocò nella santa chiesa con grande onore e gloria.
  6. E non smise di fare la commemorazione di San Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese, fino al giorno della sua morte. La sua supplica e intercessione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  7. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno del mese di Tahsas è la commemorazione della festa dell’angelo glorioso Michele, capo degli angeli.
  8. Poiché in questo giorno il Signore inviò Michele, capo degli angeli, nella città di Babilonia, e divenne il quarto volto insieme ai tre giovani, Anania, Azaria e Misaele (i Tre Fanciulli) nella fornace ardente, quando Nabucodonosor, re di Babilonia, ve li gettò. E la fiamma del fuoco si innalzò per quarantanove cubiti e bruciò coloro che attizzavano il fuoco.
  1. Ma San Michele colpì la fiamma del fuoco con il suo bastone e la spense sopra i tre giovani. Li salvò, e la fornace ardente non li toccò affatto. E rese la fornace ardente come l’acqua fresca del mattino.
  2. In quell’ora, lodarono Dio, dicendo: “Benedetto sia il Signore, Dio dei nostri padri; egli è lodato ed esaltato nei secoli”. E profetizzarono sei volte, indicando che dopo seicento anni Cristo sarebbe nato, ripetendo questo sei volte.
  3. E dopo di ciò, lodarono Dio, dicendo: “Benedite il Signore, voi tutte, opere del Signore; egli è lodato ed esaltato nei secoli”. E profetizzarono anche questo trentatré volte, indicando che dopo la sua nascita, Cristo sarebbe vissuto in questo mondo per trentatré anni e tre mesi, ripetendolo trentatré volte.
  4. Per questo motivo, i nostri padri, gli apostoli, istituirono che celebrassimo la festa dell’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese.
  5. La sua perfetta supplica e l’aiuto della sua preghiera siano con noi, nei secoli dei secoli. In verità, amen.
  6. Salve a te, custode dei santi dal turbamento, che hai legato il nemico delle loro anime. Quando il Figlio, preannunciato dalla bocca dei profeti, venne, affinché inviasse il suo messaggero come avanguardia fino alla quinta fortezza, tu, Michele, lo hai seguito. Salve a te.

Gennaio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio, Trino che non è diviso, Uguale che non è separato, Unità che non è mescolata. Aiutami a narrare l’omelia e le virtù del santo e glorioso Michele, capo degli angeli e angelo della forza, che è a capo di tutti gli eserciti degli angeli celesti che sono miriadi di miriadi. Questa si legge durante la sua festa, il dodicesimo giorno del mese di T’irr (Gennaio), in onore del capo degli angeli Michele. La sua preghiera e la sua benedizione siano con tutti noi, per i secoli dei secoli. Amen.

  1. È giusto che voi che siete riuniti ascoltiate con mente attenta, affinché possiate conoscere la grandezza e l’eminenza di San Michele, capo degli angeli, al di sopra degli altri suoi compagni, i capi degli angeli. Poiché ogni compagno ha un capo.
  2. Ma per lui, tranne Dio solo, non c’è nessuno al di sopra di lui, né alcuna delle cause, ma una sola Divinità perfetta, pur essendo Trina.
  3. Gli angeli sono tutti creature. E la loro creazione è dal vento e dal fuoco; queste sono le due nature.
  4. Ma per i terrestri, le loro nature sono quattro, e sono: vento, fuoco, acqua e terra.
  5. Ma gli angeli sono esseri spirituali, senza corpo, e su di loro non c’è né morte né stanchezza, né unione come quella degli uomini per il matrimonio. E non hanno la consuetudine umana di procreare, né hanno la natura di maschio e femmina.
  6. Tuttavia, sono estremamente numerosi. Se si contasse ogni singola goccia di pioggia caduta dalla creazione del mondo fino alla sua fine, i suoi santi angeli, che sono maestri su ogni mente e pieni di gloria, sarebbero ancora più numerosi.
  7. Anche per i figli degli uomini e per le stelle, secondo il loro numero, ci sono angeli incaricati di custodirli e di guidarli nelle loro dimore, prendendosi cura di loro mentre si spostano dal luogo in cui hanno passato la notte a quello in cui trascorreranno il giorno, e da dove hanno trascorso il giorno a dove passeranno la notte.
  8. Anche per le bestie selvatiche e domestiche, per gli uccelli, per i pesci del mare e per ogni creatura che si muove e ha in sé lo spirito di vita, per ognuno di essi c’è un angelo custode, per comando di Dio Altissimo.
  9. Ma gli angeli di luce, santi e gloriosi, custodiscono i figli della luce. E i figli della luce sono i cristiani, e con loro il popolo di Dio, gli Israeliti. Essi li custodiscono affinché ereditino la vita eterna, e tutti loro hanno il sigillo della giustizia.
  1. E anche gli angeli delle tenebre, per comando di Dio Altissimo, custodiscono i figli delle tenebre, i non battezzati e i non credenti, affinché non muoiano prima del loro tempo. Come disse il profeta Davide: “Il Signore non abbandona il suo popolo in questo mondo, finché la giustizia non sia resa a chi è giusto”.
  2. E anche nel Vangelo è scritto che Egli è buono con i buoni e con i malvagi; fa sorgere il suo sole e manda la pioggia equamente su ogni essere di carne in questo mondo. Ma nel mondo a venire, Egli ricompenserà ciascuno secondo le sue opere. A Lui, la cui è la gloria e l’onore per natura, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Ascoltate, o figli della Chiesa, riguardo agli angeli delle tenebre, e sappiate come essi custodiscono i figli non battezzati, le nazioni nell’ignoranza, e come custodiscono le bestie, il bestiame, gli uccelli, i pesci del mare e tutto ciò che si muove e ha in sé lo spirito di vita.
  4. Non pensate che gli eserciti di Satana, i demoni e i diavoli, che sono spiriti senza corpo e vivono sopra le nuvole, che ingannano gli uomini, maledetti che entrano nel cuore degli uomini e insegnano l’inganno e fanno commettere peccato, abbiano anima e corpo.
  5. Essi sono gli eserciti di Satana. Prima che peccassero, la loro natura, insieme a quella del loro capo, il diavolo, era come quella degli angeli di luce, di fuoco e di vento.
  6. Ma dopo aver peccato, divennero come fumo e divennero ciechi, perché furono spogliati della luce della sua gloria, che dimora sui santi, nobili e gloriosi angeli.
  7. Inoltre, dopo aver ricevuto la santità, divennero impuri e sconfitti. In terzo luogo, dopo aver ricevuto l’intelletto, divennero stolti. Per questo motivo, non possono tornare al loro Creatore con il pentimento.
  8. Tuttavia, nel giorno del giudizio, verrà loro dato l’intelletto, ma anche se si pentiranno di un pentimento inutile e vano, non potranno sfuggire all’ingresso nel luogo del tormento preparato per Satana e per tutti i suoi eserciti.
  1. E per loro non c’è alcun comando se non quello di ingannare gli uomini, e non hanno alcun potere. Dio non li invia a custodire nessuno, né uomini né animali. Essi sono ingannatori, corruttori, maledetti, nemici di Dio, ed Egli li odia, sono veri nemici.
  2. Tuttavia, ci sono demoni che hanno un corpo e vivono sulla terra e nelle acque. Essi si sposano come gli uomini, generano e si riproducono, e quindi muoiono.
  3. Il loro aspetto può essere simile a quello umano, alcuni assomigliano a serpenti, e altri hanno varie forme. Ma questi non ingannano nessuno; piuttosto, causano malattie e afflizioni, ma non uccidono.
  4. Tra loro ci sono quelli che causano convulsioni e pestilenze. Ci sono quelli che causano vaiolo, morbillo e macchie. E ci sono molti altri che causano varie malattie. Non c’è malattia in questo mondo se non a causa loro.
  5. Tuttavia, non possono uccidere senza il permesso dell’Altissimo e senza il concorso degli angeli custodi dell’anima. Non possono separare l’anima dal corpo.
  6. E i messaggeri di Dio sono uno luminoso a destra e uno oscuro a sinistra. Questo custode oscuro è un angelo delle tenebre; non è un ingannatore né fa parte degli eserciti del diavolo, ma è degli eserciti delle tenebre.
  7. Ma i messaggeri di Dio sono potenti, forti, irati e senza misericordia. Sono quelli pronti a distruggere, e il Signore li invia dove vuole, e loro distruggono ciò che viene loro comandato.
  8. Questi sono coloro che, in un solo giorno, sterminarono ottantamila dei figli di Jafet perché si erano dati alla dissolutezza e alla fornicazione. E in seguito, le loro terre furono ereditate da Gog e Magog, che il re Alessandro confinò e che verranno negli ultimi giorni per distruggere il mondo.
  9. E in quei tempi, l’ira, l’afflizione, la tribolazione e la malattia aumenteranno, e l’uomo cercherà la morte ma non la troverà.
  10. Anche se si getterà da un precipizio o si tufferà in mare, non potrà morire finché i cinque periodi non saranno completati.
  11. E riguardo a quei tempi, il Signore disse: “Beati coloro che non si troveranno in quei tempi”, a causa dell’abbondanza di tribolazioni, malattie e sofferenze.
  1. E dopo il falso messia, sarà così. Il nostro Signore scenderà per giudicare di domenica, così come discese per la salvezza il ventinove del mese di Magabit, che è il mese della salvezza, in cui il nostro Signore si incarnò, per giudicare i vivi e i morti.
  2. Torniamo ora al nostro argomento precedente. Sono questi angeli oscuri, zelanti per il loro Dio, che spingono le anime dei peccatori; il loro aspetto maestoso è la morte stessa.
  3. Questi sono coloro che, dal mattino fino alla terza ora, uccisero settemila soldati di Davide e tredicimila soldati di Sennacherib.
  4. E così, il nostro Signore li invia dove vuole e dove la sua ira è comandata.
  5. Per questo motivo, il Signore disse a Pietro: “Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi manderebbe subito più di dodici legioni di angeli?”.
  6. E furono paragonati a una legione a causa della loro ira, poiché una legione è uno spirito impuro.
  7. Le dodici schiere delle tenebre sono dodici tribù, corrispondenti al numero dei figli degli uomini.
  8. Ma gli angeli di luce sono novantanove tribù. Essi non vengono inviati per uccidere o distruggere nessuno, perché sono santi, eletti e ministri.
  9. Sono inviati per il bene, perché sono pronti per la misericordia, il perdono, la salvezza e il bene. Vengono inviati a coloro che erediteranno la vita eterna. Come tra di noi non è opportuno che i sacerdoti uccidano, per non essere privati del loro sacerdozio e della loro legge,
  10. così anche ai laici è data autorità dall’Altissimo per giustiziare, secondo la legge, coloro che meritano la morte.
  11. E allo stesso modo, gli angeli delle tenebre giustiziano coloro che sono stati condannati a morte, ma gli angeli di luce non uccidono nessuno. Poiché gli angeli di luce sono santi e ministri, gli offrono un sacrificio di lode, dicendo: “Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti; i cieli e la terra sono pieni della tua santa gloria”.
  1. E anche quando Dio inviò Michele e Gabriele per distruggere le armate di Kuz, non uccisero neanche una persona, ma diedero le spade a Teodoro e a Claudio.
  2. E così, i santi angeli e gli angeli di luce non portano distruzione a nessuno, ma dimorano sui loro rispettivi troni nei cieli, pieni [di gloria] e portando uno specchio di folgore.
  3. E quando Egli desidera apparire loro e che essi lo preghino, si manifesta a loro in quello specchio e parla loro, come parlò a Mosè nella colonna di nube.
  4. E allo stesso modo, parla ai suoi angeli attraverso lo specchio di folgore, ed essi vanno dove sono inviati. Ma non si manifesta apertamente a loro, se non attraverso quello specchio, affinché non siano distrutti dalla sua maestà, come il fuoco si estingue quando incontra l’acqua.
  5. E allo stesso modo, non è possibile per le creature vedere l’Increato apertamente. Poiché gli angeli di luce sono una fiamma di fuoco, come è scritto: “Sono fuoco ardente”. Essi sono tutti di natura ignea, sono fuoco e il loro specchio è folgore.
  6. Come può dunque la sua Divinità, che non si manifesta ai suoi angeli se non attraverso uno specchio di folgore, essere compresa?
  7. Non cerchiamo di investigare questa cosa tremenda, se non per trovarne la traccia. Come disse il profeta Davide: “Egli fece delle tenebre il suo velo (nascondiglio)”. In verità, cercare di scrutare la natura della Divinità è tenebra, ma credere in essa è la luce della vita eterna.
  8. Ma per gli angeli oscuri, non c’è specchio; piuttosto, gli angeli di luce comunicano loro tutti i comandi del nostro Signore, ed essi vanno dove sono inviati.
  9. E Michele, capo degli angeli, è il loro capo, sia per gli angeli di luce che per quelli oscuri. Tuttavia, i capi degli angeli sono uguali [in rango], e sono i santi Michele, Gabriele, Raffaele, Afnin, Raguel, Uriele e Saquiel. Questi sono i sette capi e le potenze, e sono uguali in autorità e negli eserciti.
  1. Tuttavia, San Michele li supera in onore, così come il Papa di Roma, che sedeva sulla cattedra di Pietro, superava gli altri patriarchi prima che alterasse la fede e si allontanasse dalla fede primordiale.
  2. E a causa della grande eccellenza del suo onore, a San Michele fu istituita una festa mensile, come per la nostra Signora Maria, Madre di Dio, fino alla fine del mondo.
  3. E chiunque compia una buona azione nel nome di San Michele, capo degli angeli, con lode, preghiera ed elemosina, San Michele diventerà suo aiuto e custode, lo salverà e lo proteggerà da ogni male in questo mondo e nel mondo a venire.
  4. E quando morirà, porterà la sua anima sulle sue ali, le farà attraversare il mare di fuoco e la introdurrà nel giardino della gioia, come fece per Talafinos.
  5. Talafinos era il figlio di una vedova, e sua madre celebrava la commemorazione di San Michele, capo degli angeli, ogni mese.
  6. C’era un nobile molto ricco. Un giorno, mentre mieteva il suo campo, la madre di Talafinos venne, portando suo figlio che aveva un anno.
  7. E cominciò a spigolare nel campo del nobile. Quando giunse la sera, quel nobile malvagio le disse: “Dammi la mia parte di ciò che hai spigolato”. E lei disse: “Abbi pietà di me, mio signore, e non prendermela, perché sono povera, non ho marito che mi aiuti né ricchezze. La festa di Michele si avvicina, e fin dalla mia infanzia non ho mai trascurato la commemorazione della festa del santo e glorioso Michele, capo degli angeli”.
  8. E quel nobile le disse: “Se sei povera, non avresti dovuto celebrare la festa di San Michele, capo degli angeli. Ora dammi la mia parte e prendi la tua”. E lei gli diede la sua parte e se ne andò.
  9. Il giorno dopo, tornò a spigolare e lasciò suo figlio in grembo al nobile mentre andava.
  1. E molte persone mietevano alla sua destra e alla sua sinistra. Mentre quel nobile sedeva con Talafinos in mezzo al campo, Michele e Gabriele gli apparvero in forma umana. Dopo averlo salutato, gli chiesero: “Di chi è questo bambino?”. E lui rispose: “È di una donna povera”.
  2. E gli dissero: “Questo bambino ti erediterà a causa dell’ingiustizia che hai fatto a sua madre, per comando di Dio, poiché presso di Lui non c’è parzialità”. E detto questo, scomparvero dalla sua vista.
  3. Ma egli, essendo un uomo dal cuore invidioso, perse la testa. Chiamò la madre e le disse: “Dammi questo bambino, affinché io lo allevi”.
  4. E lei disse: “Lo affido alla tua cura, insieme a Michele e Gabriele”. E glielo diede. Egli prese il bambino, lo mise in una cassa, la chiuse a chiave e la gettò in mare. Un pescatore la trovò nel mare, la portò a casa sua e il bambino crebbe in quel paese.
  5. E quando il bambino ebbe dodici anni, quel nobile si recò come ospite in quel paese e sentì che lo chiamavano con il nome di Talafinos.
  6. E quel nobile chiese: “Qual è il significato di questo nome, Talafinos?”. E gli dissero: “Significa ‘trovato nell’acqua in una cassa’”.
  7. Ed egli chiese loro: “Quando e in quale fiume lo avete trovato?”. E gli dissero: “Sono passati dodici anni”.
  8. Ed egli disse loro: “Mostratemi la sua cassa”. E gli mostrarono la cassa. Quando il nobile la vide, la riconobbe e digrignò i denti perché il bambino era sfuggito alla sua trappola e sopravvissuto alla morte.
  9. E disse loro: “Vendimi questo schiavo”. Ed essi dissero: “Non te lo daremo, perché è cresciuto al seno delle nostre mogli. Sarebbe come vendere nostro figlio”.
  10. Ed egli disse loro: “Vi darò ricchezze d’oro e d’argento, e in più vestiti per il carico di dieci cammelli”.
  11. Ed essi acconsentirono, ricevettero il loro pagamento e gli consegnarono Talafinos.
  12. Dopo di ciò, il nobile scrisse una lettera che diceva: “Tagliate la testa con la spada a colui che porta questa lettera, senza indugio, non appena arriva”. Diede la lettera a Talafinos e disse: “Da’ questa lettera a mia moglie, e che sia letta davanti all’assemblea”.
  1. Gli diede due guide per il viaggio e lo baciò sulla testa con inganno, come Giuda quando tradì il Signore con un bacio.
  2. E Talafinos si mise in cammino. Lungo la strada, San Michele, capo degli angeli, lo incontrò e gli disse: “Mostrami quella lettera, perché Dio mi ha inviato a te”.
  3. E Talafinos disse: “Il mio signore non mi ha dato questo ordine. Disobbedirei forse al comando di chi mi ha mandato? Non te la mostrerò”.
  4. E San Michele, capo degli angeli, disse a Talafinos: “Non aprirla, ma mostramela così com’è, arrotolata”.
  5. E Talafinos la mostrò a San Michele. E Michele vi soffiò sopra tre volte, e trasformò il messaggio di morte in un messaggio di vita, e gliela restituì.
  6. E dopo di ciò, ascese al cielo. Talafinos consegnò la lettera alla moglie del nobile, e fu letta davanti all’assemblea del popolo.
  7. E la lettera diceva così: “Io, (nome), nobile, ho rinunciato a questo mondo e ho lasciato tutti i miei beni e la mia autorità a mio figlio Talafinos. Che sposi mia figlia (nome). Fatelo sedere sul mio trono e ponete una corona d’oro sulla sua testa. Adornatelo con abiti preziosi e annunciatelo con il suono del corno. Chiunque disubbidisca a questo comando, la spada sia sul suo collo”.
  8. E nella lettera si trovava un sigillo speciale che lei e gli altri intimi conoscevano. Quando la lettera fu letta, la moglie del nobile chiese ai due servi di suo marito che avevano accompagnato Talafinos: “Il mio signore lo ha mandato veramente?”. Ed essi risposero: “Lo abbiamo visto dargli la lettera e lo abbiamo visto baciargli la testa. Abbiamo visto anche la gente del paese mentre egli distribuiva i suoi beni”.
  9. Quando la moglie sentì questa notizia, pianse, si tagliò i capelli, si sparse terra sulla testa, indossò il sacco e divenne vedova.
  10. Ma la gente del paese, con il suono del corno, danzando e cantando, incoronò e insediò Talafinos come re, e gli diedero in sposa la figlia del nobile. Poiché Colui che trasformò l’acqua in vino, il Signore, per parola di San Michele, capo degli angeli e messaggero del patto del Padre, aveva trasformato il messaggio di morte in un messaggio di vita.
  1. E Talafinos divenne un uomo saggio, buono e benevolo. Fece del bene a tutti e liberò tutti coloro che erano prigionieri e in catene.
  2. E il capo degli angeli, Michele, apparve a Talafinos in un sogno e gli disse: “Io sono Michele, l’angelo della potenza dell’Altissimo, che sono a capo di tutti gli eserciti di fuoco. Ti ho custodito fin dalla tua infanzia fino ad oggi, e ti ho salvato dalla morte e da molte tribolazioni, a causa del patto di tua madre”.
  3. Poi gli raccontò tutto ciò che gli era accaduto, passo dopo passo. E disse: “Ora, costruisci una chiesa nel mio nome in quel campo dove sono apparso a quel nobile quando ho profetizzato per te. E quel miserabile nobile verrà da te dopo poco tempo; rendilo custode del sagrato della chiesa. E dona quel campo come offerta alla mia chiesa”, gli disse.
  4. Ed egli lo diede come offerta.
  5. E quel nobile tornò dopo poco tempo, e Talafinos lo rese custode della chiesa e del campo per tutti i giorni della sua vita, affinché raccontasse i suoi peccati a chiunque entrasse e uscisse da quella chiesa. E affinché tutti i potenti che prendono i beni altrui con l’ingiustizia e opprimono i poveri fossero ammoniti, come il ricco Epulone fu ammonito nell’inferno, fino a chiedere acqua dalla punta del dito di Lazzaro. Allo stesso modo, tutti i ricchi si tormenteranno nell’inferno, fino a chiedere acqua ai poveri, se non hanno condiviso con loro in questo mondo dando l’elemosina. E detto questo, scomparve da lui.
  6. Dopo di ciò, Talafinos fece come San Michele, capo degli angeli, gli aveva comandato. Costruì una chiesa nel nome di San Michele e la rese grande e onorata.
  7. E quel nobile accettò il comando di Talafinos e divenne un servo della chiesa di San Michele, capo degli angeli. Raccontò a tutti i suoi peccati e visse tutti i giorni della sua vita in povertà, custodendo il campo di San Michele.
  8. E Talafinos visse per molti giorni, compiendo opere buone con l’elemosina e la preghiera. E morì in pace ed ereditò la vita eterna.
  1. Amen. La sua preghiera e la sua benedizione siano con noi e con chi legge, ascolta, scrive e fa scrivere questo libro. Che ci protegga sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
  2. Questo è San Michele, capo degli angeli, che ha compiuto per lui [Talafinos] un grande miracolo e una meraviglia, perché nella sua bontà, è obbediente all’uomo.
  3. Ci sono alcuni che dicono che Michele fu nominato [capo] dopo la caduta del diavolo. Ma non è così, perché San Michele, capo degli angeli, era già stato nominato prima della caduta del diavolo.
  4. E così esistevano i sette capi degli angeli con i loro eserciti. Ma due schiere non avevano un capo, e sono i Serafini e i Cherubini, perché Dio è il loro capo e il loro Dio.
  5. Come [Davide] regnò da solo prima di Saul, e dopo Saul, il Signore disse a Samuele: “Ungili un re, perché il mio popolo mi ha respinto. E annuncia il giudizio di questo re, perché io sono puro”.
  6. Per questo non è opportuno che gli uomini chiedano a Dio cose per la gloria, dicendo: “Facci questo”, perché non sanno cosa accadrà e cosa non accadrà. Piuttosto, dovrebbero cercare il suo regno e la sua giustizia, dicendo: “Tu, o Signore, facci ciò che è buono e migliore per noi”.
  7. E ora, ci sono sette capi con i loro eserciti, e due eserciti non hanno un capo, e divennero il nono rango. Come il nostro Signore disse a Pietro: “Il rango di un solo angelo riempie lo spazio tra il cielo e la terra”.
  8. E quando desiderano vedere il loro splendore, guardano il mare di cristallo che brilla, vedono la loro immagine e ringraziano il Creatore degli angeli, il Padre di tutti.
  9. Ma un capo, con il suo esercito, cadde. Questa era la decima tribù e rango degli angeli.
  10. E al loro posto, i giusti saranno contati nel mondo a venire.
  11. E per questo, Satana è invidioso dei figli degli uomini.

E nessuno può vincerlo, se non colui che ha consegnato la sua anima con fede retta e salda e con il pentimento.

  1. Questa è l’umiltà. Chi ha orecchi per intendere, intenda.
  2. Ci sono alcuni che dicono che il diavolo cadde quando si rifiutò di prostrarsi ad Adamo, perché si trova scritto nel libro degli “Atti di San Giorgio”.
  3. Ma Giorgio non disse così; piuttosto, lo stesso spirito impuro disse: “Quando mi sono rifiutato di prostrarmi ad Adamo, mi ha fatto cadere”. Ma questa è una menzogna, perché egli è un bugiardo e il padre della menzogna.
  4. E il nostro Dio non comandò ai suoi angeli di prostrarsi alla sua creatura prima della sua incarnazione.
  5. Ma dopo la sua incarnazione, ogni creatura si prostrò a quella carne, poiché la carne siede alla destra della Potenza come Dio per natura.
  6. E Adamo fu creato solo di venerdì, ma il diavolo cadde di mercoledì, prima che Adamo fosse creato. Poiché Dio, di domenica, creò i cieli e la terra, l’acqua e il suolo, il vento e il fuoco, gli angeli, le tenebre e la luce. E di lunedì, divise le acque che riempivano questo mondo in tre parti.
  7. Tuttavia, non completò la creazione degli angeli [in un solo giorno]. Come disse il nostro Signore nel Vangelo: “Il Padre mio opera fino ad ora, e anch’io opero”.
  8. La Torah dice anche: “Tutta la creazione fu completata nel sesto giorno”.
  9. E anche noi, opere della tua creazione, fummo creati allora. O Signore, in verità, tutti noi fummo creati nel giorno in cui fu creato Adamo.
  10. E ogni erba e pianta fu creata di martedì. Il sole, la luna e le stelle del cielo, di mercoledì.
  11. E quando Satana vide la bellezza delle luci, disse: “Porrò il mio trono sopra di loro e sarò simile all’Altissimo”. E allora, cadde di mercoledì.
  12. E di giovedì, creò tutto ciò che si muove nel mare, insieme a tutto il loro cibo.
  1. E di venerdì, creò Adamo, insieme a tutto ciò che vola e a ciò che si può mangiare.
  2. E il giorno del sabato, si riposò da tutte le sue opere. A lui, la cui è la gloria per natura, sia lode nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Pertanto, o voi fedeli della Chiesa, celebrate la festa di San Michele, capo degli angeli, ogni mese, affinché vi dia benedizioni in questo mondo e, nel mondo a venire, vi faccia attraversare il mare di fuoco sulle sue ali. E che faccia attraversare anche me, nei secoli dei secoli. Amen.
  4. Questo è il miracolo compiuto da San Michele, capo degli angeli, la cui natura è di fiamma e fuoco ardente. La sua preghiera, benedizione e intercessione siano con tutti noi, popolo cristiano, germogli di questo luogo, nuove piante del Vangelo, unti con il sangue dell’Unico. E ci salvi dalla tribolazione del tempo malvagio, nei secoli dei secoli. Amen.
  5. Si narra che in un certo paese vivesse un uomo cristiano. Egli temeva Dio, osservava i suoi comandamenti, si sforzava di compiere il bene, amava San Michele, capo degli angeli, e celebrava la sua commemorazione con grande gioia.
  6. E quel cristiano si manteneva con il lavoro dei campi, con il quale provvedeva al sostentamento di sé, di sua moglie, dei suoi figli, dei suoi servi e della sua famiglia.
  7. E in passato, viveva celebrando la commemorazione della festa di Michele con grande gioia.
  8. E in un anno, il grano che aveva seminato nel suo campo prosperò, [producendo] molto grano e ogni altro tipo di raccolto. Ma non agì come in passato; trascurò di fare la commemorazione della festa di San Michele, capo degli angeli, e non fece nulla, dimenticando la sua usanza passata.
  9. E un verme malvagio uscì in tutti i suoi campi e divorò e distrusse tutto il suo raccolto, che era stato così bello.
  10. Allora si ricordò e fu colto da un grande spavento, quando una grande tribolazione si abbatté su di lui e tutto il frutto della sua terra andò perduto, perché aveva trascurato la commemorazione della festa del capo degli angeli, Michele.
  1. E dopo questo, si pentì e celebrò la commemorazione della festa di San Michele, capo degli angeli, con fervore, facendola ancora meglio di prima. Non fu negligente, si pentì con grande sincerità e non trascurò di compiere il bene per tutti i giorni della sua vita.
  2. E Dio non gli fece mancare il cibo, perché è misericordioso e perdonatore. Accettò il suo pentimento attraverso la preghiera di Michele, l’angelo della grazia e della misericordia. E San Michele non dimenticò la sua precedente bontà verso di lui.
  3. E di nuovo, il frutto della sua terra si moltiplicò e tornò come prima, e nessun parassita lo toccò.
  4. E la grazia di Dio scese su di lui, e la benedizione di San Michele fu nella sua casa e nei suoi campi, e in tutto il suo bestiame. E la sua ricchezza si moltiplicò molto più di prima, per la supplica di San Michele, capo degli angeli.
  5. E quell’uomo cristiano aumentò le sue buone opere e aprì la sua mano per dare l’elemosina ai poveri e ai bisognosi. Mostrò misericordia a tutti nel nome di San Michele, capo degli angeli, nel giorno della sua commemorazione. E mentre faceva questo, morì di una buona morte ed entrò nel regno dei cieli per la supplica di San Michele.
  6. La sua preghiera e la sua benedizione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  7. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno del mese di T’irr, in questo giorno, celebriamo la commemorazione della festa dell’angelo glorioso Michele, capo degli angeli. Poiché in quel giorno, il Signore inviò Michele, capo degli angeli, a Giacobbe, che fu chiamato Israele, mentre temeva suo fratello Esaù. E lo salvò da lui, lo fece attraversare il fiume Giordano, e andò da Labano, fratello di sua madre. E Labano gli diede in sposa le sue due figlie, Lia e Rachele. E lo ricondusse sano e salvo, in pace e unità, con la sua famiglia e i suoi beni, da suo fratello. E suo fratello Esaù lo accolse in pace e amore.
  1. Per questo motivo, gli apostoli, che sono preposti ai fedeli, ci hanno comandato di fare la commemorazione della festa dell’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese. La sua perfetta supplica e il suo onore siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  2. Salve a te, Michele, uno dei capi eccelsi, compagno di Dio. Quando fosti inviato per essere d’aiuto a Teodoro nel tempo della sua lotta, il popolo di Qouz tremò come foglie al vento quando videro la tua spada nella mano.

Febbraio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Credendo nel nome del Padre come Genitore, nel nome del Figlio come Generato, e nel nome dello Spirito Santo come Procedente; pur essendo tre persone, crediamo in un solo Dio in natura, esistenza, regno e autorità. E la sua supplica e il suo onore siano su di noi per sempre. Questa è l’omelia del potente e glorioso capo degli angeli, Michele, che si legge e si prega il dodicesimo giorno del mese di Yakatit (Febbraio). La sua preghiera e la sua benedizione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.

  1. E dopo questo, avvenne che c’era un uomo povero di grande fede. E viveva in quel paese, pregando e supplicando giorno e notte. E diceva a San Michele: “O mio signore, abbi pietà di me e perdonami, e dammi il cibo quotidiano e un vestito annuale”.
  2. Ma l’uomo era pigro e non usciva di casa per andare al lavoro. Non conosceva alcun mestiere, non lavorava mai, neanche per un’ora, e non sapeva commerciare.
  3. Dopo di ciò, il capo degli angeli, San Michele, venne in sogno a quell’uomo povero, gli apparve e gli parlò, dicendo: “Come mai tu, uomo pigro, che non conosci né mestiere, né lavoro, né agricoltura, mi supplichi giorno e notte dicendo: ‘Abbi pietà di me, sii misericordioso’? Dov’è il tuo vino o il tuo grano? Dov’è il tuo lavoro e la tua fatica, affinché io possa benedirteli?”.
  1. O uomo pigro, non hai nulla da vendere o da scambiare. Come puoi dirmi: “Mio signore Michele, abbi pietà di me”?
  2. Dov’è il tuo lavoro che io possa benedire? Non hai sentito come il Signore disse ad Adamo, padre di tutto il mondo, quando trasgredì il comando della sua legge per l’inganno del malvagio diavolo? Gli disse: “Questa è la terra da cui sei uscito e a cui ritornerai. Lavora e, con il sudore della tua fronte, mangia il tuo pane. E da essa, da cui sei uscito, germoglieranno per te spine e cardi”.
  3. Ma tu non lavori e mi dici: “Benedicimi”. E detto questo, ascese al cielo in gloria.
  4. E quando fu mattina, quel pover’uomo si alzò e andò in chiesa. Entrò nella casa di Michele per pregare e disse: “O San Michele, capo degli angeli, stai con me e non abbandonarmi”.
  5. E dopo di ciò, quando uscì dalla chiesa, incontrò un uomo ricco, timorato di Dio, che dava molte elemosine ai poveri e ai bisognosi. E quel pover’uomo gli disse: “Mio signore, abbi pietà di me e dammi in prestito cento denari d’oro, affinché io possa andare a commerciare e trarne profitto. Ti restituirò il capitale e dividerò con te il guadagno”.
  6. E quel ricco disse al povero: “Io non ti conosco. A meno che tu non mi porti qui ora qualcuno che mi faccia da garante, affinché non ci siano litigi tra me e te. Dammi un garante che mi restituirà il mio denaro”.
  7. E quel pover’uomo disse al ricco: “Non ho denaro e non trovo nessuno che mi faccia da garante, perché sono completamente povero”.
  8. “Piuttosto, alziamoci, tu ed io, e andiamo insieme alla chiesa di San Michele, capo degli angeli. Il mio signore, lui, mi farà da garante”.
  9. E quel ricco disse: “Se tu credi e confidi in San Michele, capo degli angeli, allora anch’io confido in lui”. E gli disse: “Alzati, andiamo”.
  10. E dopo di ciò, entrambi andarono in chiesa e stettero insieme davanti all’icona di Michele. E quel pover’uomo disse: “O San Michele, capo degli angeli, mio signore, abbi pietà di me e fammi da garante per questo ricco finché non lo ripagherò, perché non si fida di me”.
  1. “Da oggi fino al dodicesimo giorno di Sene (Giugno), giorno della tua festa, restituirò il suo oro al creditore”, pregò.
  2. E quel ricco disse: “Ho sentito le tue parole. Alzati, andiamo, te lo darò”. Poiché questa faccenda gli sembrava meravigliosa.
  3. E dopo di ciò, uscirono dalla chiesa e andarono insieme a casa del ricco, e il ricco gli diede cento monete d’oro.
  4. E dopo di ciò, quel pover’uomo prese il denaro che gli era stato dato e tornò a casa sua rallegrandosi. E andò nella terra di Roma per commerciare.
  5. E dopo di ciò, il dodicesimo giorno di Sene, giorno della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, si rese conto che la data [del rimborso] era arrivata e che lui non era tornato, e provò una grande tristezza.
  6. E pensò nel suo cuore e disse: “Cosa devo fare? La data della garanzia che ho dato, con San Michele, capo degli angeli, come mio garante, è arrivata, e oggi non mi è possibile arrivare”.
  7. E dopo di ciò, tese le mani al cielo e guardò in alto, credendo con cuore risoluto e fede salda. Prese i cento denari insieme a un profitto di cinquanta per il creditore, li legò in una borsa e vi scrisse sopra il nome di Michele, capo degli angeli, il nome del ricco e anche il suo nome.
  8. Dopo di ciò, si alzò e andò da un artigiano e gli disse: “Fammi una cassa di ferro”. E quello gli fece una cassa di ferro.
  9. Poi prese quella borsa, la mise dentro e la chiuse a chiave.
  10. Dopo di ciò, andò e si fermò sulla riva del mare alla vigilia della festa di Michele, capo degli angeli. Recitò la preghiera del Vangelo, ringraziò e benedisse il Signore. E la mattina disse: “A te dico, o San Michele, capo degli angeli, tu sai che mi trovo in un paese lontano, e che mi hai fatto da garante, e che oggi non mi è possibile arrivare”.
  11. “Ed ecco, getto in mare il denaro per cui mi hai fatto da garante. Portalo tu al mio creditore, perché oggi, nel giorno della tua festa, è la scadenza mia e sua. Ti affido il debito che ho contratto”, disse.
  1. E subito, un grande pesce emerse, afferrò e inghiottì la cassa. E dopo di ciò, quel pesce percorse in un solo giorno la distanza di sei mesi e sette giorni, e arrivò la mattina seguente, al sorgere del sole, sulla riva del mare vicino ad Alessandria.
  2. E in quel giorno, quel ricco ordinò ai suoi figli di gettare le loro reti in mare per la festa di San Michele, capo degli angeli. E quel pesce fu il primo ad essere catturato, e lo portarono a quel ricco.
  3. E quel ricco si rallegrò quando lo vide e disse: “San Michele mi ha portato questo pesce per la sua festa”. E ordinò ai suoi servi di macellare quel pesce. Lo macellarono, gli aprirono il ventre e trovarono quella cassa all’interno del ventre del pesce che l’aveva inghiottita.
  4. E quel ricco disse al suo maggiordomo: “Metti da parte questa cassa finché non sapremo e sentiremo cosa è successo nel nostro paese e cosa è successo in mare”.
  5. E dopo pochi giorni, quel pover’uomo entrò nella città di Alessandria e incontrò il suo creditore.
  6. E [il ricco] gli disse: “Come hai potuto fare una cosa del genere? Ti ho dato fiducia e il mio denaro, e perché non me lo hai dato né mi hai ripagato alla data stabilita?”.
  7. E quel pover’uomo disse: “Io l’ho dato a colui che mi ha fatto da garante”.
  8. E il ricco disse: “Dove hai trovato il tuo garante per darglielo?”.
  9. E il pover’uomo disse: “Quando la data stabilita è arrivata, mentre ero in un paese lontano e non mi era possibile venire da te, nel giorno della festa di San Michele, capo degli angeli, ho preso quel denaro, con un profitto di cinquanta che ho guadagnato per te. Ho scritto il nome di San Michele, capo degli angeli, il tuo nome e il mio nome, e sono andato al mattino sulla riva del mare. Ho preso quella cassa con dentro il denaro in una borsa, l’ho sigillata con il mio anello alla vigilia della festa di San Michele, capo degli angeli, e l’ho gettata in mare, dicendo: ‘O Michele, capo degli angeli, tu sai come mi hai fatto da garante. Ecco, ora, dallo tu e restituiscilo al mio creditore'”.
  10. Quando il pover’uomo raccontò questo al ricco, egli si meravigliò. E il creditore si ricordò di quella cassa che aveva trovato nel ventre del pesce. Chiamò il suo maggiordomo e disse: “Portami quella cassa che è stata trovata nel ventre del pesce nel giorno della festa di San Michele, capo degli angeli”. E gliela portò. La prese in mano e disse al pover’uomo: “È questa la cassa di cui parli?”. E il pover’uomo disse: “Sì, mio signore, è questa”.
  1. E subito l’aprì e trovò il nome di San Michele, capo degli angeli, e il suo nome, e il nome del ricco. E dentro trovò cento denari e cinquanta di profitto.
  2. E per questa faccenda, ringraziò Dio, lo benedisse e lo lodò, e disse: “Grande è la tua potenza, o San Michele, capo degli angeli!”.
  3. E il ricco prese quel denaro con il suo profitto e disse al pover’uomo: “O fratello mio, grande è la tua fede. In verità, tu sei un servo di Dio. Non prenderò da te questo profitto”. E quel ricco prese cinquanta denari e fece fare un calice per la chiesa di San Michele, capo degli angeli.
  4. E anche quel pover’uomo prese i cinquanta di profitto e fece fare una coppa per la chiesa di San Michele, capo degli angeli, perché fosse in sua memoria.
  5. E da quel giorno, i due divennero amici fino al giorno della loro morte, e vissero nella pace di Dio, che Dio ama.
  6. E tutto questo avvenne per la supplica di San Michele, capo degli angeli.
  7. E anche a noi, che Dio abbia pietà di noi e ci perdoni per la potenza della preghiera di San Michele, capo degli angeli. Che Dio protegga tutti noi, figli del battesimo, nei secoli dei secoli. Amen.
  8. Questo è il miracolo compiuto da San Michele, capo degli angeli, che è formato da fiamma. La sua supplica e intercessione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  9. Si narra che ci fosse un uomo buono, timorato di Dio, che mostrava misericordia ai poveri e ai bisognosi che non avevano cibo quotidiano né vestiti annuali, e che faceva del bene a tutte le persone nel nome di San Michele, capo degli angeli, in ogni tempo.
  10. E quando Satana, il nemico del bene e l’avversario di tutti i figli di Adamo, vide questo, divenne invidioso di lui e gli mandò ogni sorta di malattia malvagia. E divenne storpio e si ammalò di una grave malattia.
  1. E quell’uomo gridava e gemeva continuamente, perché la sua malattia era grave. E per la gravità della sua malattia, non riusciva ad alzarsi dal suo letto. Chiese ai suoi parenti e ai suoi vicini di portarlo e di condurlo in segreto.
  2. E lo portarono di notte, senza che nessuno lo sapesse, alla chiesa di San Michele, capo degli angeli. E lo posero lì, dove si trovava l’icona del glorioso angelo Michele, capo degli angeli.
  3. E dopo di ciò, quell’uomo malato cominciò a supplicare, a pregare e a implorare San Michele con cuore risoluto, dicendo così: “O mio signore, capo degli angeli, aiutami, salvami e guariscimi da questa malattia malvagia che mi ha colpito, perché io, tuo servo, ero solito celebrare la tua commemorazione, confidando nella tua preghiera”. E mentre diceva questo con pianto e lacrime amare, battendosi il petto, pianse.
  4. E un giorno, mentre era in questo stato, verso mezzanotte, una grande luce brillò su di lui. E San Michele, capo degli angeli, gli parlò da quella luce, dicendo: “Alzati e sii guarito da questa tua malattia, perché Dio ti ha guarito”.
  5. E quell’uomo malato disse all’angelo: “Perché hai tardato, vedendomi in questa malattia, afflizione, grande sofferenza e terribile tribolazione? E perché non sei venuto a visitarmi in fretta?”.
  6. E il capo degli angeli, Michele, rispose e gli disse: “Ecco, Dio ti ha guarito e ti ha dato la salute. D’ora in poi, non peccare più, affinché non ti accada qualcosa di peggio”.
  7. E detto questo, stese la mano e toccò tutto il suo corpo, e gli disse: “Alzati e cammina, Dio ti ha completamente guarito”.
  8. E subito si svegliò dal sonno, si alzò e camminò eretto sui suoi piedi, ringraziando Dio e San Michele, capo degli angeli. E si rallegrò molto perché era guarito dalla sua malattia. Si prostrò davanti all’icona di San Michele, capo degli angeli, lodando e cantando con voce di gioia e giubilo.
  9. E quando tutto il popolo vide questo grande e perfetto miracolo, si meravigliò e si stupì della grandezza e della gloria di San Michele, capo degli angeli. Moltiplicarono le sue lodi e la sua gloria, e raccontarono a tutti la notizia delle sue virtù e i suoi miracoli, affinché tutti vedessero e sentissero e si meravigliassero.
  1. E quell’uomo che era guarito aumentò le sue buone opere ancora più di prima, e non smise di celebrare la sua commemorazione il dodicesimo giorno di ogni mese, finché non morì ed entrò nel regno dei cieli per la supplica di San Michele, capo degli angeli, angelo della grazia e della misericordia.
  2. E a tutti noi, figli del battesimo, che Egli, il Re di gloria, ci salvi. Per sua supplica, ci guarisca dalla malattia del peccato, ci salvi dalla morte improvvisa che sopraggiunge ogni giorno, e ci nasconda sotto le sue ali di fuoco da ogni trappola malvagia. E soprattutto, salvi (nome) da ogni tentazione, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno del mese di Yakatit è la commemorazione della festa dell’angelo glorioso Michele, capo degli angeli. Poiché in questo giorno, Dio, a cui sia gloria, inviò l’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, da Sansone, l’uomo di Rait. E lo aiutò finché non sconfisse il popolo dei Filistei, quando vollero ucciderlo. E Dio gli diede potere su di loro, e li distrusse, e ne uccise mille in un giorno con una mascella d’asino.
  4. E quando ebbe sete e fu vicino alla morte, gli apparve Michele, capo degli angeli, lo fortificò e fece scaturire per lui acqua dalla mascella d’asino. Egli bevve e fu salvato.
  5. E quando il popolo di Filistea fu sconfitto, essi tramarono contro di lui con sua moglie, gli cavarono gli occhi e lo portarono nella casa del loro idolo.
  6. Ma l’angelo di Dio, Michele, capo degli angeli, gli apparve, gli diede forza e li uccise tutti, distruggendoli completamente.
  7. Per questo, i maestri della Chiesa, gli apostoli, ci hanno comandato di celebrare la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese. La sua supplica e la sua preghiera siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  8. Salve, io dico, alla tua bontà, obbediente alla gioia e alla consolazione dell’uomo. O Michele, affinché io non dica: “Quando verrà mai la tua salvezza?”, rendi la fine della mia vita una liberazione dalla schiavitù del peccato. Poiché è sufficiente quanto l’ho servito fino ad ora.

Marzo

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Questa è l’omelia e il racconto del santo, glorioso e potente angelo Michele, capo degli angeli, che si legge il dodicesimo giorno del mese di Magabit (Marzo). L’ha composta Abba Giovanni, Patriarca di Antiochia, riguardo alla grandezza e all’onore del capo degli angeli, Michele, al suo amore per l’umanità e riguardo alla santa domenica, poiché in quell’anno la festa di Michele coincise con il giorno di domenica. E parlò anche di Matteo, il mercante, di sua moglie e dei suoi figli, e di come credettero in Dio per la supplica di San Michele, capo degli angeli. Poiché questa omelia dice che il dodicesimo giorno del mese di Magabit, mentre il popolo era riunito nella chiesa di San Michele, capo degli angeli, per celebrare la sua festa nella pace di Dio Padre, essi credettero in Dio. La sua supplica e intercessione siano su di noi, nei secoli dei secoli. Amen.

  1. Ascoltate, fratelli fedeli, la parola del salmo del beato e santo Davide, che parlò dell’unione di questa festa. Oggi egli si rallegra, esulta e dice: “L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva”.
  2. O miei amati, oggi ci sono due feste: la festa di Michele, capo degli angeli, e la festa della domenica, la santa risurrezione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
  3. Ecco, ho visto una grande calma, e non c’era alcuna contesa che ci ostacolasse.
  4. Tuttavia, siate tutti pronti ad ascoltare le parole del mio insegnamento che vi dirò. E voi che ascoltate questa parola, ascoltate con fede ciò che dice: “C’è chi produce il cento, chi il sessanta e chi il trenta”, affinché sappiate che Colui che dà la ricompensa, il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, non è lontano da noi. Poiché egli disse con la sua bocca piena di vita e di ogni giustizia: “Poiché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.
  1. Se dunque il nostro Dio è con noi, accettiamo le parole del grande salmista Davide, che disse con gioia: “Poiché Dio è re di tutta la terra, cantate con intelligenza. Dio regna su tutte le nazioni”. Accettiamo e crediamo.
  2. Sappiate, miei amati, che oggi è la festa del nostro Salvatore, che è la domenica dei cristiani.
  3. Dobbiamo prima onorare, lodare e glorificare Dio, perché a Lui si deve ogni onore e ogni potenza, in ogni tempo, nei secoli dei secoli. Amen.
  4. E dopo di ciò, parliamo della grandezza e dell’onore del capo degli angeli, Michele. Non avete sentito ciò che dice Matteo nel suo santo Vangelo, che l’angelo disse alle donne: “Voi non temete, perché so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Non è qui, perché è risorto”, come disse ai suoi discepoli?
  5. E il suo aspetto era come la folgore, e il suo abito bianco come la neve.
  6. Questo è Michele, capo degli angeli delle schiere celesti, di cui avete sentito parlare prima.
  7. Celebriamo la festa oggi, miei amati, perché il nostro Signore è in mezzo a noi.
  8. E tutte le schiere degli angeli celebrano la festa di San Michele e Gabriele, perché intercedono sempre presso Dio per la stirpe dei figli degli uomini.
  9. E Dio perdona loro i loro peccati.
  10. Chi tra tutti i santi non ha con sé San Michele, capo degli angeli? E chi non ha fortificato, per comando di Dio, per ricevere la corona di gloria?
  11. E se desiderate sapere, o miei amati, che Michele, capo degli angeli, è con tutte le persone che compiono il bene e si avvicinano a Dio con tutto il cuore, e che intercede presso Dio per loro affinché li salvi e li aiuti, ascoltate. Vi racconterò questo grande miracolo, che è avvenuto per la potenza di Dio, affinché possiate essere edificati dalla supplica di San Michele, capo degli angeli, di cui vi abbiamo parlato riguardo alle persone che credono.
  1. C’era un uomo che inizialmente non credeva, il cui nome era Qison, del popolo del distretto di Colonia. Era estremamente ricco, viaggiava molto e non conosceva Dio, ma era un idolatra e adorava gli idoli.
  2. E mentre viveva così, nella sua stoltezza, quando Dio volle salvarlo, mentre viaggiava per mare su una nave, giunse in una città chiamata Colonia. E la gente di quella città adorava Dio.
  3. E vi giunse l’undici del mese di Hədar. E in quel giorno, a mezzogiorno, questo Qison passò davanti alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, e si diresse al mercato. Vide i mercanti e i fedeli preparare paramenti e lampade per la chiesa, e si meravigliò molto. E per volontà di Dio, rimase lì finché non vide la fine del loro lavoro.
  4. E quando si fece sera, osservò tutto il popolo riunito in quel luogo per la preghiera della sera, e li sentì cantare una melodia bella e gradita. E quell’uomo si meravigliò molto di ciò che vide. E per la dolcezza della melodia, il suo cuore fu rapito e si addormentò nel cortile della chiesa.
  5. E di nuovo in quella notte, i sacerdoti e i saggi si riunirono per recitare la preghiera del mattino. E quell’uomo si meravigliò molto per tutto ciò che vide e sentì.
  6. E la mattina seguente, andò di nuovo e incontrò due uomini cristiani, del popolo di quella città. Li interrogò e disse: “O fratelli, cos’era tutto quel canto e quella gioia che ho sentito in questa città durante la notte?”.
  7. Ed entrambi gli dissero: “Oggi è il dodicesimo di Hədar, e celebriamo la festa del capo degli angeli, Michele. Poiché egli prega Dio per noi, affinché ci perdoni, abbia pietà di noi, cancelli i nostri peccati e ci salvi da ogni male”.
  1. E quell’uomo rispose loro: “Dov’è, affinché io possa parlargli e pregarlo di salvarmi da ogni crudele tribolazione?”.
  2. Ed essi risposero e gli dissero: “Oggi non ti è possibile vederlo, finché non diventerai un cristiano perfetto come noi. Se diventerai cristiano, non pregherai solo il suo servo, ma vedrai anche il suo Signore, Gesù Cristo, e ti meraviglierai della sua gloria, ed egli ti salverà da ogni male”.
  3. E quell’uomo disse loro: “Vi supplico, o fratelli, portatemi con voi perché io diventi cristiano. Vi darò una moneta d’oro ciascuno, perché il mio cuore si è rivolto alla vostra fede e al vostro culto, per unirmi a voi”.
  4. E quegli uomini gli dissero: “Non ti è possibile diventare cristiano come noi finché il nostro padre, il vescovo, non pregherà su di te, non ti ungerà con il myron e non ti battezzerà nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
  5. “Dopo di ciò, diventerai cristiano. Ma abbi un po’ di pazienza finché il nostro padre, il vescovo, non avrà terminato le sue preghiere. Poi ti porteremo da lui e diventerai cristiano come noi”.
  6. Ed egli fece come gli avevano detto e attese pazientemente per quel giorno.
  7. Il giorno dopo, si recò da loro e disse: “O uomini buoni, sono venuto a voi, accoglietemi. E il Dio di cui mi avete parlato darà a entrambi la vostra ricompensa”.
  8. E quei fedeli portarono quell’uomo dal vescovo. E il vescovo chiese a quell’uomo: “Da quale paese vieni, e cosa ti porta qui?”.
  9. Ed egli rispose: “Vengo dalla regione di Colonia”.
  10. Il vescovo chiese: “Il tuo cuore desidera diventare cristiano come noi?”. E quel forestiero rispose: “Sì, Padre. Per tutto ciò che ho visto e sentito in questa città, il mio cuore si è rallegrato molto, e quindi desidero diventare cristiano”.
  11. E il vescovo gli chiese: “Quale degli dei adoravi?”. L’uomo rispose: “Adoravo il sole”. Il vescovo gli disse: “Quando il sole tramonta, le tenebre e la tribolazione ti trovano sulla terra. Dove lo troverai allora perché ti aiuti?”.
  1. E quel forestiero rispose: “Che la tua misericordia mi trovi e mi raggiunga, affinché tu mi battezzi. Ti supplico di farmi cristiano come tutta la gente di questa città”.
  2. Il vescovo gli chiese: “Hai moglie e figli nel tuo paese?”. E l’uomo rispose: “Sì, li ho”.
  3. E il vescovo gli disse: “Per questo motivo, non possiamo battezzarti oggi, finché non andrai da loro, affinché non vi rinneghiate a vicenda, non siate separati e non rompiate la tua alleanza e il tuo battesimo che hai ricevuto. Poiché il primo tradimento fu commesso da una donna”.
  4. “Tuttavia, se il suo cuore lo desidera, venite insieme e vi renderò cristiani”.
  5. E quando quel forestiero sentì queste parole dal vescovo, si rallegrò grandemente.
  6. E subito, dopo aver ricevuto la benedizione dal vescovo, si preparò e partì per tornare al suo paese.
  7. Ed ecco, Satana, il nemico del bene, sapendo che il cuore di quell’uomo si era rivolto a Dio, divenne invidioso di lui.
  8. E mentre si trovava in mezzo al mare durante il suo viaggio, [Satana] scatenò un violento uragano e fece sì che le onde si innalzassero sopra la nave, raggiungendo da una parte all’altra.
  9. E a causa del naufragio di quella nave, molte delle persone a bordo morirono.
  10. Quando quell’uomo vide il naufragio e la morte della gente, gridò a gran voce e disse: “O mio Signore Gesù Cristo, aiutami e salvami da questa grande tribolazione. Credo pienamente in te, a motivo della grande gloria e lode che ho visto nella chiesa di San Michele, capo degli angeli. Io e tutti coloro che sono in casa mia verremo e diventeremo cristiani, e lo rimarremo fino al giorno della nostra morte”.
  11. E subito una voce venne dal cielo, dicendo: “Non temere e non spaventarti. Nessun male ti colpirà né si avvicinerà a te”.
  12. E a quel punto, l’onda del mare si placò dall’alto al basso. La nave si raddrizzò e proseguì diritta per comando di Dio, ed egli raggiunse il suo paese senza che alcun male gli accadesse.
  1. E quando entrò in casa sua, si rallegrò e raccontò alla sua famiglia il miracolo che gli era accaduto sulla nave e tutto ciò che era successo nella città di Colonia.
  2. Poi disse loro: “In verità, questo sole che adoriamo non è affatto un dio”.
  3. “Piuttosto, dovremmo adorare il Signore, il Dio potente, Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente. Egli è il Creatore del cielo e della terra, e tutto proviene da lui”.
  4. E quando raccontò loro della grandezza e di tutto l’onore del capo degli angeli, Michele, suo figlio maggiore si meravigliò molto.
  5. E quell’uomo si alzò, andò da sua moglie e le disse: “Se mi ascolti, alzati e vieni con me. Diventiamo cristiani e serviamo Cristo”.
  6. “Non avere affatto un cuore doppio, non dubitare. Ma se il tuo cuore non lo desidera, non ti costringerò”.
  7. “Ecco, mi sono rimaste dodici monete d’oro e d’argento. Te le darò, e tu potrai rimanere nel tuo culto. Ma io andrò a ricevere il battesimo, che lava i miei peccati”.
  8. E sua moglie gli disse: “Mi hai dato un buon consiglio, e le tue parole sono buone e gradite, mio signore. In verità, ogni buona strada che tu percorrerai, anch’io la percorrerò con te. E qualunque morte tu morirai, anch’io morirò con te”.
  9. E così, dopo essersi messi tutti d’accordo, si imbarcarono su una nave per il loro viaggio. Dio li guidò con la sua grazia e il suo aiuto e li portò sani e salvi alla città di Colonia. E quando arrivarono, si recarono dai due uomini che avevano incontrato in precedenza. Li salutarono e dissero loro che erano venuti per diventare cristiani.
  10. E quegli uomini li accolsero con onore e li portarono dal vescovo, dicendogli: “Quell’uomo che è venuto in precedenza, ecco, è tornato con sua moglie, i suoi figli e la sua famiglia per diventare cristiano”.
  11. E il vescovo si rallegrò grandemente per la salvezza delle loro anime. E quando si avvicinarono a lui, chiese loro: “Desiderate veramente diventare cristiani?”. Ed essi risposero con umiltà, dicendo: “Sì, o nostro padre, se è la volontà di Dio, attraverso la tua santa preghiera”.
  1. E subito il vescovo preparò il battesimo cristiano nella chiesa di San Michele, capo degli angeli. Insegnò la dottrina della fede a quell’uomo, a sua moglie, ai suoi figli e alla sua famiglia, e li battezzò dicendo: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
  2. Il nome precedente di quell’uomo ricco era Qison, e [il vescovo] cambiò il suo nome in Matteo. Chiamò sua moglie Herani. E diede nomi di battesimo ai suoi quattro figli: il primo e più grande, Giovanni; il secondo, Stefano; il terzo, Giuseppe; e il quarto, Daniele.
  3. Dopo di ciò, preparò il sacrificio e celebrò l’Eucaristia, e diede loro il santo mistero del corpo e del sangue del nostro Signore Gesù Cristo.
  4. E dopo essere stati battezzati, rimasero per un mese intero con il vescovo, mentre egli insegnava loro la retta fede.
  5. E Matteo, il mercante, per la sua grande gioia, donò tutto l’oro e l’argento che aveva alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, per la salvezza della sua anima.
  6. E dopo di ciò, tutti ricevettero la benedizione dal vescovo e tornarono al loro paese. I notabili e i saggi della città li accompagnarono con grandi onori.
  7. E per volontà di Dio, guidati dal capo degli angeli, Michele, tornarono al loro paese. E una volta entrati nella loro terra, fecero una grande festa per i loro parenti. Diedero elemosina ai poveri, ai bisognosi, alle vedove e agli orfani senza padre e senza madre, e alle donne senza marito che seminasse il loro campo, tanto che la gente si meravigliò.
  8. E i loro nomi divennero buoni, graditi e dolci per tutte le persone, e la fama delle loro buone opere si diffuse in ogni paese.
  9. E dopo due mesi, quell’uomo, Matteo il mercante, l’eletto che era venuto all’undicesima ora, morì. E ricevette la sua piena ricompensa nei cieli, come colui che aveva lavorato dal mattino alla sera, per la supplica di San Michele, capo degli angeli.
  1. E i suoi figli, insieme alla loro madre, non cessarono di compiere buone opere, facendone anche più di quanto facesse il loro padre durante la sua vita.
  2. Ma il diavolo e i suoi demoni non poterono sopportarlo quando videro la bontà che questi santi compivano. Si alzarono contro di loro con inimicizia e incitarono i governanti del paese contro di loro, causando una grande ostilità. Si levarono contro di loro, sequestrarono ingiustamente i loro beni dai loro magazzini e saccheggiarono le loro ricchezze.
  3. Ma Giovanni disse a sua madre e ai suoi fratelli: “Ecco, vediamo come queste persone ci tormentano gravemente da quando nostro padre è morto. Alziamoci, lasciamo questo paese e andiamo da un altro re, e viviamo lì. Poiché è scritto nel Vangelo: ‘Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra’”.
  4. “E ora, ecco, ci hanno cacciato dal nostro paese, ci hanno perseguitato e ci hanno fatto soffrire. Tuttavia, sia fatta la volontà di Dio su di noi”, disse loro.
  5. E dopo di ciò, si alzarono in segreto, presero i loro beni e si recarono da un altro re. E mentre vivevano lì, dicevano: “O Signore di Michele, capo degli angeli, sii nostro aiuto”, e aumentarono le loro elemosine ancora più di prima.
  6. Ma Satana non lo sopportò. Fu turbato quando vide questi santi dare l’elemosina e compiere opere buone con fede. Non sapeva che San Michele, capo degli angeli, lo avrebbe svergognato, e cominciò a ruggire e a infuriare come un leone.
  7. E dopo pochi giorni, le guardie del paese si recarono a casa di un uomo ricco di nome Selom, fecero irruzione e rubarono molti dei suoi beni.
  8. Il ricco andò a riferire l’accaduto al governatore di quella città. Il governatore ordinò di cercarli, e i soldati arrestarono le guardie della città. Le picchiarono e le imprigionarono affinché rivelassero dove si trovavano i beni del ricco.
  9. Ed ecco, quel Satana prese le sembianze di un vecchio e cominciò a vagare per il paese, gridando e dicendo: “Io so chi ha rubato i beni di Selom, l’uomo ricco. Ho visto questi quattro giovani stranieri, che sono venuti qui di recente, entrare in casa sua e rubare i suoi beni.
  1. E anche quando erano nel loro paese, so per certo che questo era il loro modo di fare. E per questo motivo, sono stati cacciati dal loro paese”, gridò.
  2. E la gente del paese, avendo sentito questo, lo riferì al governatore.
  3. E subito, per ordine del governatore, li arrestarono e li trascinarono per i capelli, senza alcuna pietà, davanti a lui.
  4. E la loro madre li seguiva, piangendo e consolandoli, dicendo: “Non temete e non spaventatevi, o figli miei. So che Dio può salvarvi, e so che la preghiera del capo degli angeli, Michele, in cui confidate, può salvarvi da ogni male, perché hanno mentito su di voi”.
  5. E mentre diceva questo, ecco, una voce venne dal cielo, dicendo: “Non temete, o servi di Dio. Non vi abbandonerò, e nessun male vi accadrà mai, perché io sono Michele, che vi proteggo da ogni male. E ora, state davanti al governatore”.
  6. Ed ecco, il capo degli angeli, Michele, venne in sembianze di un messaggero del re, arrivando da lontano. Quando il governatore lo vide, si alzò dal suo seggio e lo invitò a sedersi con lui sul seggio del giudizio per ascoltare il caso. E si sedettero.
  7. E quel governatore ordinò che i giovani fossero portati davanti a lui. E quando arrivarono, disse loro: “Svelti, portate i beni di Selom, il ricco, e restituiteli prima di essere condannati”.
  8. Essi risposero e dissero: “Il Dio vivente, Dio dei cristiani, e il glorioso Michele, capo degli angeli, sa per noi che non abbiamo partecipato a questa azione”.
  9. E Michele, capo degli angeli, disse al governatore: “O governatore, io so come i beni possono essere veramente ritrovati. Prendete il più giovane di questi giovani e portatelo nella casa delle guardie che li hanno portati qui. Che egli gridi e dica: ‘Nel nome del mio Signore Gesù Cristo, che i beni di Selom, il ricco, siano rivelati’. Allora troveremo una soluzione e, in verità, Dio ci rivelerà la verità”.
  1. E dopo di ciò, il governatore ordinò che portassero il fratello più giovane e lo mettessero nella casa delle guardie, come aveva detto San Michele, capo degli angeli. E il ragazzo gridò e disse: “Nel nome del mio Signore Gesù Cristo e per la preghiera del capo degli angeli, Michele, che i beni di Selom, il ricco, siano rivelati”.
  2. E in quel momento, la parola di Dio venne, e tutti coloro che erano lì la sentirono, dicendo: “Scendete in questa grotta e troverete tutto. E questo giovane e i suoi fratelli sono innocenti dal peccato”.
  3. E subito scesero nella grotta e trovarono tutti i beni del ricco. Riferirono al governatore ciò che era accaduto, ed egli si meravigliò grandemente.
  4. E quando si voltò per riferirlo a colui che sembrava un messaggero del re, che era San Michele, capo degli angeli, non lo trovò. E per questo, si meravigliò ancora di più.
  5. E di nuovo, liberò i quattro giovani. Ed essi tornarono alle loro case con gioia, lodando Dio e San Michele, capo degli angeli.
  6. E quei santi non cessarono di compiere le buone e gentili opere che facevano sempre, tanto che tutti coloro che vedevano e sentivano la loro buona condotta si meravigliavano.
  7. E dopo pochi giorni, un uomo accusò di nuovo i due [fratelli] davanti a un altro re che era loro superiore.
  8. Ed egli iniziò a interrogarli. E prima di consegnarli nelle mani dei suoi soldati, il re ordinò che pagassero cento denari d’oro ciascuno, ma essi non avevano nulla da dare.
  9. E ordinò che questi due giovani fossero picchiati duramente. E in quel momento, il glorioso Giovanni [il fratello maggiore] li raggiunse e vide i soldati del re che picchiavano e flagellavano questi due giovani senza pietà.
  1. Ed egli disse ai soldati del re: “Per quale crimine picchiate e flagellate questi uomini?”. E i soldati del re risposero: “Li abbiamo arrestati perché il re ha ordinato loro di pagare duecento denari d’oro”. Egli disse loro: “Se vi do duecento denari, li lascerete andare?”.
  2. E i soldati risposero: “Sì, li lasceremo andare. Ma se non ci pagano, li giustizieremo”.
  3. E Giovanni chiese ai soldati: “Per favore, aspettate un po’ finché non torno da voi”. E andò, portò duecento monete d’oro e le diede loro.
  4. E diede a ciascuno dei quattro soldati che avevano autorità su di loro una moneta d’oro, e così essi liberarono e lasciarono andare i due giovani.
  5. E di nuovo Satana, il nemico del bene, non lo sopportò. Ma quando l’ira e l’invidia lo riempirono, portò un’altra accusa contro questi santi a causa delle loro buone opere, e scatenò su di loro una grande tribolazione e afflizione.
  6. E dopo questo, ecco, vi raccontiamo: c’era un uomo in quella città che invitava i suoi amici a cena ogni sera. E la casa di quell’uomo era di fronte alla casa di questi santi.
  7. E dopo aver mangiato e bevuto, uno di loro si alzò per tornare a casa sua. E mentre camminava ai margini della città, uno scorpione lo punse (lo morse), ed egli cadde e morì all’istante per il suo veleno. E nessuno tra la gente sapeva cosa fosse successo.
  8. E i notabili della città, mentre facevano il loro giro, trovarono quell’uomo morto. Lo portarono nella piazza della città ed esaminarono tutto il suo corpo, ma non riuscirono a capire cosa lo avesse ucciso. E la mattina seguente, i soldati andarono a seppellirlo.
  9. Ed ecco, Satana prese le sembianze di un uomo e gridò per la città, dicendo: “Nessuno sa come è morto quest’uomo? Io so chi lo ha ucciso. E questa azione non è stata compiuta da nessun altro se non da questi quattro giovani stranieri”.
  10. “E io sono testimone di questa faccenda”, gridò. E questa notizia si diffuse in tutta la città.
  1. E dopo di ciò, il governatore andò e lo riferì a un re di nome Kasitos. E subito il re ordinò che portassero quei quattro giovani con le mani legate dietro la schiena e con un collare di ferro al collo. E li portarono, trascinandoli e spingendoli, finché non li condussero davanti al re.
  2. E una voce venne dal cielo a loro, dicendo: “Non temete. Ecco, i giorni della vostra fatica sono passati, e un buon riposo da Dio si è avvicinato a voi”. E li misero davanti al re come dei criminali.
  3. E in quel momento, ecco, il capo degli angeli, Michele, venne, assumendo le sembianze di un messaggero del re di Roma. E quando il re Kasitos lo vide, si alzò davanti a lui. E quando si avvicinò, il re e Michele, capo degli angeli, si sedettero insieme sul seggio del giudizio. E quando vide i giovani in piedi, Michele disse al re Kasitos: “Cosa hanno fatto questi bambini?”. E il re gli raccontò tutto ciò che era accaduto.
  4. E Michele disse al re: “Non sai veramente cosa è successo a quest’uomo?”. Il re disse ai suoi soldati: “Portateli da me”. E quando vennero, disse: “Sono questi che lo hanno ucciso”. E il capo degli angeli, Michele, gli disse: “Nel nostro paese, quando un uomo muore e non sappiamo chi lo ha ucciso, in un caso come questo, portiamo l’uomo morto in mezzo a noi e gli chiediamo di parlare con noi e di dirci chi lo ha ucciso”.
  5. “E ora, se vuoi conoscere la verità, ordina che portino l’uomo morto, e noi glielo chiederemo, ed egli parlerà con noi, così sapremo chi lo ha ucciso”.
  6. E in quel momento, il re ordinò che portassero l’uomo morto in mezzo al popolo. E Michele, capo degli angeli, disse a Daniele, il più giovane dei fratelli: “Va’ e dì all’uomo morto: ‘Nel nome del mio Signore Gesù Cristo, Re del cielo e della terra, dimmi cosa ti è successo'”. E il giovane fece come gli era stato detto.
  7. E Dio, che ama gli uomini, in quel momento volle che il suo santo nome fosse lodato ovunque e che credessero in lui. E restituì l’anima a quell’uomo, e questi tornò in vita, per la salvezza del re e del popolo di quella città.
  1. E dopo che l’uomo morto tornò [in vita], gridò e disse a gran voce: “Guai a te, o re Kasitos, perché hai osato sederti con il capo degli angeli, Michele, capo delle potenze celesti!”.
  2. “E questi giovani, che la gente del paese odia, sono puri e santi, e non hanno peccato. Non sono stati loro a uccidermi, ma uno scorpione mi ha punto, e sono morto per il suo veleno”.
  3. “E a causa di questi giovani eletti, questa buona fortuna mi è stata data, e sono stato ritenuto degno di vedere il capo degli angeli, Michele”.
  4. “E ora, ecco, avete visto il grande miracolo che Dio ha compiuto. Ora, dunque, tornate a lui con tutto il vostro cuore. Rimuovete la malvagità del vostro cuore da voi, e il desiderio di questo mondo passeggero, e l’adorazione degli idoli morti che non hanno anima, affinché Dio possa perdonare i vostri peccati passati”.
  5. “E a me è stata data questa grande grazia e onore, perché ho potuto vedere il capo degli angeli, Michele, a causa di questi santi”, disse.
  6. E in quel momento, il capo degli angeli, San Michele, ascese al cielo in grande gloria.
  7. E il re e tutto il popolo lo videro ascendere al cielo, e portò con sé l’anima dell’uomo morto. E il re e tutto il popolo che erano lì ebbero grande paura quando videro questo miracolo e questa meraviglia.
  8. E dopo molto tempo, la mente del re si riprese dalla paura, a causa del grande e meraviglioso miracolo che aveva visto.
  9. Ed ecco, il re si alzò, baciò la bocca di Giovanni e disse: “Benedetta è l’ora in cui tu e i tuoi fratelli siete entrati in questa città sotto il mio governo. E ora vi chiediamo di parlarci del vostro Dio, in cui credete e per mezzo del quale siete salvati”.
  10. E Giovanni gli disse: “Noi crediamo nel nostro Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente”. E quando disse questo, il re e tutto il popolo gridarono, dicendo: “In verità, Gesù Cristo è il Dio vivente, e non c’è altro Dio all’infuori di lui”.
  1. E Giovanni disse al re: “Alzati subito e invia un messaggio a Costantino, re di Roma. Raccontagli tutto ciò che è accaduto e chiedigli di inviarti uno dei vescovi del suo paese, affinché vi battezzi nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
  2. E subito il re Kasitos fece scrivere una lettera e la inviò a Costantino, servo di Gesù Cristo, Re di tutti, dicendo: “Pace a te. Una grande grazia e un onore perfetto ci sono stati dati da Dio, che è buono. Egli si è ricordato di noi e ci ha salvati dal servire idoli impuri, e ci ha riportati a sé per la sua grande gloria e il suo onore, e per la sua innumerevole bontà. E per la preghiera del grande, glorioso e santo capo degli angeli, Michele, mi ha reso pronto a vederlo con i miei occhi e a parlare con lui. E ha fatto sì che un uomo morto parlasse con me, faccia a faccia, dopo la sua morte”.
  3. “E dopo di ciò, ascese al cielo in grande gloria, mentre io e tutto il popolo lo guardavamo”.
  4. “Inoltre, ti preghiamo, per la grandezza del tuo nome, di inviarci uno dei vescovi del tuo regno per insegnarci la retta fede”.
  5. “E che la sua luce risplenda per noi e ci mostri la via che conduce a Dio, e ci dia il suo santo sigillo [del battesimo]”.
  6. “E se farai questo per noi, per la salvezza di un re giusto ma non credente, riceverai la corona della vita dal nostro Signore Gesù Cristo, per la potenza di Gesù Cristo, Re di tutto l’universo”.
  7. E il re Costantino ricevette quella lettera con grande gioia, la lesse e si meravigliò grandemente per il miracolo avvenuto, e lodò Dio.
  8. E dopo di ciò, scrisse rapidamente una lettera e la inviò a Giovanni, vescovo di Efeso, dicendo così, davanti a tutta l’assemblea: “Poiché le tue mani sante, che tengono il corpo e il sangue del nostro Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, sono benedette, ecco, in verità, una grande gioia ci è venuta da Dio”.
  1. “Ed ecco, dei messaggeri sono venuti da noi, e sappiamo che ti rallegrerai e la tua gioia aumenterà ancora di più. Desideriamo che tu intraprenda questa fatica e ti prepari per noi con tutto il tuo cuore, perché sai che la tua fatica non sarà vana”.
  2. “Poiché tu compi questa fatica per gli uomini, come Cristo l’ha compiuta per gli uomini. Obbedisci di tua volontà e va’ nella città di Didias per guarire i malati che sono lì, nel nome di Cristo, e per liberarli dal servire idoli impuri, e per battezzarli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
  3. “E questo sarà motivo di vanto per te davanti a Cristo e ai suoi santi angeli, affinché le nostre anime siano salvate insieme, per la potenza di Gesù Cristo nostro Dio”.
  4. E il re Costantino inviò questa lettera, insieme all’altra lettera del re Kasitos, ad Abba Giovanni, vescovo di Efeso. E quando il capo dei vescovi lesse quella lettera, si rallegrò grandemente per la conversione di tutti i pagani delle province al cristianesimo.
  5. E subito si alzò, prese con sé sacerdoti, diaconi, lettori, cantori, tre libri di preghiere e dodici maestri.
  6. E prese le arche dell’alleanza (Tabot) di Maria, Michele, Pietro e Paolo. Prese con sé tutto ciò che serviva per celebrare il mistero del sacrificio: incensieri d’oro, piatti d’oro, quattro croci d’oro, quattro calici d’oro, quattro calici d’argento, paramenti di seta e broccato, quattro vangeli per ogni arca, il libro dell’apostolo Paolo, gli Atti degli Apostoli, il libro dei Salmi e completò tutto ciò che era necessario per la chiesa.
  7. Dopo di ciò, pregarono affinché Dio raddrizzasse il loro cammino e si misero in viaggio con gioia.
  8. E quando si avvicinarono alla città, la notizia dell’arrivo del sommo vescovo e di coloro che erano con lui fu portata al re. Il re, Giovanni e tutto il popolo uscirono con grande gioia per incontrare il sommo vescovo. E quando si avvicinarono a lui, il re e tutto il popolo gli resero grandi onori e ricevettero la sua benedizione. Il re raccontò al sommo vescovo tutto ciò che era accaduto, mostrandogli Giovanni e dicendo: “È per lui e per i suoi fratelli che Dio ci ha perdonato”.
  9. E così, con grande concordia, entrarono in città. E il re pregò e implorò il sommo vescovo di entrare nel suo palazzo, perché in quella città non avevano ancora costruito una chiesa.
  10. E il giorno seguente, il sommo vescovo disse al re: “Costruisci una chiesa”. E chiese di nuovo: “C’è un luogo nuovo e adatto in questa città per questo scopo?”.
  11. E il re disse al sommo vescovo: “Sì, c’è un luogo nuovo dove si può costruire una chiesa”.
  12. E [il vescovo] disse: “Alziamoci e andiamo a vedere se è adatto per la chiesa, e scegliamolo”. E andarono insieme e videro il luogo dove avrebbero costruito la chiesa. Trovarono un luogo adatto e il sommo vescovo fu soddisfatto.
  13. E il re ordinò che un banditore proclamasse in tutto il paese che ogni persona, ricca o povera, nobile o comune, venisse a costruire la chiesa. E anche il re lavorò con le proprie mani, come tutto il popolo, sperando di ricevere una benedizione dal nostro Signore Gesù Cristo, porgendo fango, calce e pietre.
  14. E per volontà di Dio, la costruzione fu completata in quarantaquattro giorni. E il sommo vescovo consacrò quella chiesa e la intitolò, la onorò e la benedisse nel nome della Santa Vergine Maria, vergine nel corpo e nell’anima, Madre di Dio, madre della luce, il nostro Signore Gesù Cristo.
  1. E quando il re vide le molte moltitudini di persone che dovevano essere battezzate, disse: “Dove battezzerete tutte queste persone, prima che i battisteri della chiesa siano costruiti?”.
  2. E il saggio e dotto Giovanni rispose e disse al re e al sommo vescovo: “C’è un mare nella parte orientale della nostra città e del nostro paese, e mi sembra adatto per questo grande onore”.
  3. E in quel momento, si udì una voce dal cielo che diceva: “Chi riceve la grazia da Dio, diventerà figlio di Dio”.
  4. E il re, il sommo vescovo e tutto il popolo si meravigliarono sentendo questo. E il vescovo disse: “Che il popolo si riunisca per la benedizione”. Il sommo vescovo recitò la preghiera completa del battesimo, e un grande e meraviglioso miracolo avvenne in quel giorno.
  5. E quando si avvicinò per benedirli, tutto il popolo, insieme al sommo vescovo, sentì una voce dal cielo che diceva: “È degno, è degno!”.
  6. E dopo aver completato la preghiera del battesimo, ordinò loro di scendere nel luogo del battesimo. E in quel momento, tutti si gettarono in acqua, gridando e dicendo: “Siamo battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
  7. E dopo che il re e tutto il popolo furono battezzati, il sommo vescovo entrò in chiesa e ordinò Giovanni vescovo, e i suoi tre fratelli, uno come sacerdote e gli altri due come diaconi.
  8. E il re aveva un figlio di nome Agalas, e anche a lui fu conferito il rango di diacono, e tutto il popolo si rallegrò per lui.
  9. Poi il sommo vescovo iniziò a celebrare il rito della Liturgia. E il re e tutto il popolo si meravigliarono di un’opera e di una parola come questa che avevano visto e sentito, perché era la prima volta che veniva loro offerto il sacrificio dell’Eucaristia in quella terra.
  10. E ricevettero il santo mistero [la Comunione]. E il sommo vescovo diede la pace a ciascuno di loro e li congedò, ed essi tornarono alle loro dimore con grande gioia.
  1. E il sommo vescovo rimase per due mesi, insegnando loro tutti i riti della Chiesa e consigliandoli. E dopo di ciò, tornò al suo paese con grande gloria.
  2. E il sommo vescovo e il re Kasitos e tutto il popolo lodarono Dio e onorarono e esaltarono il santo vescovo Giovanni e i suoi fratelli, perché erano stati inviati per insegnare e far conoscere il regno di Dio.
  3. E dopo pochi giorni, il vescovo disse al re Kasitos: “Costruiamo una chiesa nel nome di San Michele, capo degli angeli”. E il re disse al vescovo: “O padre mio, fa’ ciò che desideri. Ecco, è giusto che noi eseguiamo tutto ciò che ci comandi”.
  4. E il santo vescovo Giovanni [progettò] la chiesa, e tutto il popolo del paese lo aiutò con grande zelo e fatica, e la completarono in dieci mesi.
  5. E il santo vescovo Giovanni la consacrò e la benedisse il dodicesimo giorno del mese di Hədar, intitolandola nel nome di San Michele, capo degli angeli. E la festa di San Michele coincise con la consacrazione della chiesa.
  6. E dopo la consacrazione, il vescovo, il re e tutto il popolo e la gente del paese si radunarono e andarono al tempio dove si trovava l’idolo di Nerone. Distrussero l’idolo, demolirono il suo tempio e, dopo aver rovesciato il suo altare, lo bruciarono con il fuoco. E il demone che dimorava in quell’idolo gridò e disse: “Mi hai stremato e affaticato grandemente, o Giovanni, e mi hai cacciato dalla mia dimora!”.
  7. E il re ordinò al popolo di costruire in quel luogo una grande e bella chiesa nel nome degli apostoli Pietro e Paolo. E il santo Giovanni li fortificava tutti nella retta fede, e tutti, grandi e piccoli, lo onoravano, mentre li esortava a rimanere saldi nella fede retta e stabile.
  8. E quando Costantino seppe di tutte le buone opere che Giovanni aveva compiuto, lodò Dio e gli inviò un messaggero, chiedendogli di benedire lui e il suo regno. E lo nominò [vescovo] di quella regione di Abdianos, chiamandolo “il nuovo Daniele, distruttore di idoli”.
  1. E [Dio] mostrava la sua misericordia ogni giorno e in tutti i tempi della vita di San Giovanni, a motivo dei molti miracoli che Dio compiva per mezzo delle sue mani.
  2. Vedete dunque, miei amati, la potenza di Dio e l’aiuto di San Michele, capo degli angeli.
  3. La sua supplica si trova su tutti i frutti seminati sulla terra. Anche gli alberi danno il loro frutto per la preghiera e la supplica di Michele.
  4. La sua supplica si trova su tutte le navi quando navigano, e le fa riposare e approdare al loro porto, al di là delle onde del mare, per la preghiera di Michele.
  5. La sua supplica si trova sugli eremiti che vagano per le montagne e le colline, per fortificarli nel loro esilio.
  6. La sua supplica, quella di Michele, capo degli angeli, si trova dove i monaci si riuniscono, e dona la pace di Dio in mezzo a loro.
  7. La sua benedizione si trova sulla mensa durante le preghiere dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi.
  8. La sua supplica si trova ad aiutare gli oppressi e coloro che sono in catene.
  9. La preghiera di Michele, capo di tutti gli angeli, si trova ad aiutare coloro che sono nella tentazione, a fortificare i vivi nelle loro tribolazioni e a intercedere presso Dio per i defunti, affinché Egli abbia misericordia di loro.
  10. Chi tra i santi non è stato raggiunto da San Michele, capo degli angeli, e non è stato aiutato da lui in tutte le sue tribolazioni e salvato dalla sofferenza?
  11. Ecco, amati miei, abbiamo visto l’amore di Dio per l’uomo, e abbiamo compreso come la supplica di Michele, capo degli angeli, sia utile, poiché intercede per tutti gli uomini e prega per loro davanti a Dio Padre, affinché Egli abbia misericordia di loro e perdoni tutti i loro peccati.
  1. E anche per noi, che egli abbia misericordia, ci perdoni e interceda per noi davanti al trono di Dio.
  2. E amiamoci gli uni gli altri con l’amore di Dio, e siamo tutti uniti nell’amore. Che egli ci aiuti a rimanere saldi nell’unità dell’amore.
  3. Asteniamoci dal pronunciare menzogne con la nostra bocca, perché essa è un tesoro di malvagità. Il peccato e la fornicazione sono una morte spregevole davanti a Dio e ai suoi angeli, e una trappola mortale per l’anima.
  4. L’invidia e la gelosia sono amate da Satana, ma odiate da Dio e dai suoi angeli. Chiunque odia i santi cristiani, che sono nobili e onorati, è un amico della distruzione e un seguace di Satana.
  5. E ora, o fratelli miei, allontaniamo da noi le opere impure e camminiamo su un sentiero retto e saldo, senza peccato né macchia.
  6. Il matrimonio, celebrato secondo la legge, l’ordine e il rito, non contamina l’uomo.
  7. Guardate Mosè, che parlò con Dio centosettanta parole; anch’egli aveva moglie e figli.
  8. E questo non fu un ostacolo per le sue buone opere, ma piuttosto rafforzò grandemente la sua parola. Sappiate e comprendete che questa testimonianza dell’Antico Testamento è una prova sufficiente.
  9. E per concludere il nostro discorso, oggi ci troviamo a celebrare la commemorazione della festa di San Michele, capo degli angeli. Poiché questa festa non gradisce colui che mangia, beve e si rallegra da solo, trascurando i poveri e i bisognosi, lasciandoli affamati e assetati.
  10. Questa festa non gradisce il ricco che indossa vesti d’onore mentre il povero giace fuori e trema di freddo.
  11. Questa festa non gradisce l’uomo che si diletta in case sontuose mentre il povero dorme nudo fuori al freddo.
  12. Questa festa non gradisce colui che mangia e beve con gioia mentre il povero soffre in prigione.
  1. Questa festa non gradisce chiunque si diletti da solo mentre il povero è malato e non trova nessuno che lo guarisca o lo visiti. Coloro che proclamano questi comandamenti si trovano scritti nel Vangelo.
  2. E ora, fratelli nostri, preghiamo Michele, capo degli angeli, con cuore retto, affinché ottenga per noi grazia e onore da Dio per mezzo delle sue mani. E ancora vi dico che tutto il mondo sussiste per la preghiera di Michele, capo degli angeli, e per la supplica della nostra Signora, la Santa Vergine Maria, vergine nel corpo e nell’anima, madre del nostro Signore.
  3. E ora, celebriamo questa festa con la lode che le si addice, perché vediamo e comprendiamo che il tempo di compiere questa lode si è avvicinato.
  4. E lodiamo Colui al quale si deve ogni lode, il nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo. A Lui si devono onore, lode, grandezza, potere, esaltazione e adorazione, sempre, al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo vivificante, che è uguale a Lui in natura ed esistenza, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
  5. E per questo libro, a colui che lo ha scritto e a colui che lo ha fatto scrivere, a colui che lo ha letto e a colui che lo ha tradotto, che Dio abbia misericordia di noi tutti insieme nel regno dei cieli. E che Dio ci copra con l’ombra delle ali di San Michele, capo degli angeli, nel giorno del giudizio e della condanna.
  6. La sua perfetta supplica, la sua benedizione, la sua intercessione e l’aiuto della sua preghiera siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  7. Questo è il miracolo compiuto dall’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, angelo del consiglio del Padre, dalla cui bocca esce uno splendore di fuoco e dalla cui lingua emana un dolce miele di melodia, un meraviglioso canto di lode. La sua supplica e intercessione ci salvino dall’opera che cammina nelle tenebre, dal demone di mezzogiorno e dalle insidie del nemico che si muove in segreto. Che protegga per sempre tutti noi che ascoltiamo questo libro, e soprattutto (nome).
  1. Si narra che in un certo paese vivesse una donna ricca, molto facoltosa, che amava San Michele. Celebrava la sua commemorazione ogni mese con grande gioia e diligenza, e compiva opere buone per i poveri e i bisognosi. Nutriva gli affamati, dava da bere agli assetati, vestiva gli ignudi, consolava gli afflitti e rallegrava i tristi, tutto nel nome di San Michele, l’angelo glorioso.
  2. E mentre compiva queste opere con fede, fu colpita da una malattia paralizzante e da una terribile e malvagia affezione. Tutto il suo corpo si gonfiò e si enfiò. Non riusciva a muoversi, e tutte le sue membra divennero come se fossero state bruciate dal fuoco.
  3. Mandò a chiamare dei guaritori, e quando essi giunsero rapidamente da lei, raccontò loro di tutta la sua malattia. Diede loro molto più denaro di quanto chiedessero, affinché la curassero diligentemente e le dessero una guarigione.
  4. Ma nessuno riuscì a guarirla; anzi, la sua malattia peggiorò. Dopo aver speso tutti i suoi beni per i guaritori affinché la curassero, e vedendo di non aver trovato sollievo, pregò il Dio vivente. Alzò gli occhi al cielo, guardò in alto e gridò a gran voce, dicendo: “Ti prego, o mio signore, San Michele, capo degli angeli e angelo di grazia e misericordia, di guarirmi da questa terribile malattia. E darò alla tua chiesa dodici monete d’oro e celebrerò la tua commemorazione ogni mese, il dodicesimo giorno”.
  5. E dopo di ciò, disse ai suoi parenti e a tutta la sua famiglia: “Portatemi l’icona di San Michele, capo degli angeli, affinché io possa pregare Dio e implorare la sua protezione”. E subito le portarono un’icona di San Michele dipinta su tavola.
  6. E subito si alzò, credendo nella preghiera di Michele con cuore risoluto. La prese, l’abbracciò, la baciò e, prostrandosi, disse: “O capo degli angeli, Michele, aiutami, salvami e guariscimi da questa terribile malattia. Poiché tu sei colui che sta davanti a Dio, che sorregge tutto il mondo, che prega e intercede per la stirpe dei figli degli uomini. E per il peccato della tua serva, che Dio abbia pietà di me e mi guarisca da questa terribile malattia, poiché tu sei colui che prega e intercede. Ho riposto la mia fiducia in te e ho creduto in te, o capo degli angeli, Michele. Se mi guarirai completamente da questa malattia e sofferenza, e se una goccia della tua grazia e misericordia si poserà su di me, per la tua supplica, preghiera e intercessione, e se io, tua serva, sarò salvata, non trascurerò mai di celebrare la tua commemorazione”. Disse questo con molte lacrime, pianto amaro e grande angoscia.
  1. Dopo di ciò, portò [l’icona] nella sua stanza interna e accese una lampada davanti all’icona di San Michele. E subito il sonno la colse, e si addormentò sotto l’icona di San Michele quella notte, mentre soffriva per la sua grave, terribile e malvagia malattia. Ed ecco, San Michele, capo degli angeli, l’angelo della grazia e della misericordia, le apparve in visione.
  2. Entrò nella sua stanza e la sua luce riempì la casa come il sole, e divenne come il giorno. Si fermò sopra la sua testa, le toccò il petto e i fianchi, e subito lei si svegliò dal sonno. Si alzò, lo vide, fu spaventata e divenne come morta, perché era una donna debole e nessuna visione le era mai apparsa prima di allora. Ma egli stese la mano, la sollevò, scacciò la sua paura e la toccò. E le disse: “Domattina, alzati, prendi l’olio santo dalla lampada e ungi tutto il tuo corpo e le tue membra. Poi battezzati in acqua pura, aggiungi un po’ d’acqua e bevila rapidamente, e sarai guarita da questa tua malattia”.
  3. “Tuttavia, non dimenticare il voto che mi hai fatto, ma compilo”, la avvertì. E quando fu mattina, si svegliò dal sonno, si alzò e quella donna fece come l’angelo di Dio, San Michele, le aveva comandato. E dal suo corpo uscì un liquido simile a gocce d’acqua (sudore), e in quel momento guarì rapidamente e riacquistò la salute.
  4. E dopo di ciò, diede l’offerta che aveva promesso, dodici monete d’oro, alla chiesa.
  1. E da quel momento, per tutti i giorni della sua vita, non trascurò di celebrare la commemorazione del capo degli angeli, Michele. Non smise di celebrare il giorno della sua festa, ringraziando e lodando Dio a gran voce con tutto il suo cuore. E lodava San Michele, capo degli angeli, raccontando i grandi miracoli che aveva compiuto e proclamando a tutti come era stata guarita per la preghiera di Michele, finché non morì e, per la preghiera di San Michele, capo degli angeli, entrò nel regno dei cieli.
  2. E anche a noi, figli del battesimo, che Egli ci custodisca, ci protegga, ci salvi e ci liberi per la supplica di coloro che hanno creduto in lui. Che ci copra con le sue ali, affinché l’ardore della trasgressione non ci bruci e il fuoco dell’inferno non ci consumi. Che lo scudo della sua preghiera ci ripari, affinché la freccia del nemico non ci trafigga.
  3. E ci guarisca dalla malattia della nostra anima e del nostro corpo, affinché la morte del peccato non ci tocchi. Che ci visiti ogni giorno e ogni ora. Che la tristezza dei tempi non ci affligga. Che sostenga tutti noi che ci siamo riuniti per celebrare la sua buona festa, affinché non vacilliamo [nel peccato]. E soprattutto, che sostenga (nome) per i secoli dei secoli. Amen, e amen. Così sia, così sia.
  4. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Magabit, in questo giorno, celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo, il capo Michele. Poiché in questo giorno, quando Balak chiamò Balaam, l’idolatra, perché maledicesse Israele, il Signore inviò Michele da lui. Si parò davanti a lui sulla strada e lo spaventò, tanto che la sua asina parlò con voce umana, e trasformò la sua maledizione in benedizione.
  5. Che Dio ci protegga per la supplica di San Michele, capo degli angeli, a tutti noi figli del battesimo, nei secoli dei secoli. Amen.
  6. Salve a te, Michele, che per primo ti presenti tra coloro che stanno davanti al Volto dell’Antico dei Giorni. Affinché tu possa far ascendere lassù l’incenso della preghiera dei santi, e affinché la mia anima nemica sia distrutta per mano del diacono che agisce a tua somiglianza, e affinché altri vedano e temano.

Aprile

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Credendo nel nome del Padre come Genitore, nel Figlio come Generato, e nello Spirito Santo come Procedente; pur essendo tre persone, crediamo in un solo Dio in natura ed esistenza. Il dodicesimo giorno del mese di Miyazya (Aprile), parliamo di ciò che è stato detto riguardo al nobile e glorioso Michele, capo degli angeli. La sua supplica e il suo onore siano su di noi per sempre. Amen.

  1. O fratelli, è giusto per noi meditare sulla grandezza del Padre, sulla bontà del Figlio e sulla pienezza dello Spirito Santo, poiché nell’unità della Trinità è l’opera di tutta la creazione nei cieli e sulla terra. Poiché il nostro Salvatore ha detto nel Vangelo: “Come in cielo, così in terra”.
  2. Iniziamo dunque a esaminare ciò che è in cielo, per poter comprendere ciò che è sulla terra. Poiché nel sesto giorno, Dio creò Adamo dalla polvere della terra a sua immagine e somiglianza, nell’unità della Trinità e con un solo consiglio, dicendo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. E fece l’uomo e lo chiamò Adamo. E ordinò ai suoi angeli di prostrarsi ad Adamo, poiché è l’immagine del Figlio, come disse il profeta: “E tutti gli angeli di Dio lo adoreranno”.
  3. È giusto dunque che parliamo della grandezza del beato e santo Michele, capo degli angeli, poiché egli udì la parola del Padre che diceva: “Servite e prostratevi all’opera delle mie mani”.
  4. E, essendo obbediente, si prostrò e piegò le ginocchia davanti all’uomo terreno, perché è un servo obbediente e umile, e servì l’uomo terreno.
  5. L’obbedienza degli angeli all’uomo terreno, creato a immagine di Dio, è un aiuto, perché la loro creazione è per questo servizio.
  6. Ma colui che si rifiutò di obbedire al suo Creatore e non si prostrò alla sua creatura fu deposto dal suo onore e rimosso dal suo trono. Come disse Davide: “Tu hai umiliato l’orgoglioso come un ucciso”. Poiché l’ucciso è il diavolo, che per la sua superbia fu privato del suo onore.
  1. Ma eccelso è Michele per la sua bontà e la sua obbedienza, poiché fu chiamato l’angelo del patto del Padre.
  2. E quando il nostro Signore fece un patto con Noè, disse: “Ho giurato per me stesso che non distruggerò la terra con una maledizione né porterò più un diluvio su di essa”.
  3. E in quel momento, San Michele era in mezzo a loro, come disse il profeta: “Ho fatto un patto con i miei eletti”.
  4. E ancora, gli angeli dissero a Lot: “Salva te stesso da coloro che peccano sulla terra”. E Lot, ascoltando il consiglio degli angeli, fu salvato dalla distruzione.
  5. E ancora, gli angeli vennero da Abramo e gli dissero che Isacco sarebbe nato.
  6. E ancora, quando Giacobbe andò da Labano, trovò una schiera di angeli e vide lì una scala d’oro che si estendeva dalla terra al cielo, e gli angeli di Dio vi salivano e scendevano.
  7. E un uomo incontrò Giacobbe e gli disse: “Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma sarai chiamato Israele, perché da te nasceranno re e governanti delle nazioni”.
  8. E Giacobbe disse: “Questo è veramente un luogo di Dio, e questa è la porta del cielo”.
  9. E ancora, dopo che i suoi fratelli vendettero Giuseppe, Dio lo rese sovrintendente della casa del Faraone nel paese d’Egitto.
  10. E ancora, quando gli Egiziani e il re Faraone oppressero i nostri padri, i figli d’Israele gridarono a Dio affinché inviasse il suo angelo a salvarli.
  11. E il Salvatore si ricordò del suo santo patto con Abramo, Isacco e Giacobbe, e inviò loro l’angelo del suo patto. E l’angelo del Signore apparve a Mosè sul monte Sinai, in una colonna di nube, presso il roveto di Patos, che ardeva con una fiamma di fuoco ma non si consumava.
  1. E quando Mosè vide la sua maestà, si meravigliò e si avvicinò per indagare.
  2. E il Signore disse a Mosè: “Ho certamente visto l’afflizione del mio popolo e ho udito il loro grido, e sono sceso per salvarli”. E Dio inviò quell’angelo come salvatore.
  3. E quell’angelo portò i nostri padri fuori dalla terra d’Egitto, compiendo miracoli e prodigi nel Mar Rosso. E li nutrì nel deserto per quarant’anni, facendo scendere la manna dal cielo.
  4. E ancora, [la Scrittura] narra questo come quando San Michele, capo degli angeli, disputò con il diavolo riguardo al corpo di Mosè. Non osò pronunciare una parola di oltraggio, ma disse: “Il Signore ti sgridi”. Poiché tutto questo onore fu dato a questo angelo a motivo della sua umiltà, ed egli compì tutto questo.
  5. E ancora, il profeta Isaia disse riguardo alla grandezza degli angeli: “Ho visto l’Altissimo seduto su un trono alto e luminoso, e miriadi di angeli stavano intorno a lui: miriadi davanti, miriadi dietro, miriadi alla sua destra e miriadi alla sua sinistra, e decine di migliaia di miriadi lo servivano e venivano inviate”.
  6. Serafini e Cherubini lo lodavano e lo glorificavano, dicendo: “Santo, Santo, Santo, Signore degli eserciti; i cieli e la terra sono pieni della tua santa gloria”.
  7. E lo stipite della porta tremò al suono della loro lode. E uno dei Serafini fu inviato, tenendo nelle sue mani un carbone ardente con una pinza, a somiglianza del corpo e del sangue del nostro Salvatore Gesù Cristo. E toccò le labbra del profeta e lo purificò dalle sue iniquità.
  8. E allo stesso modo, anche noi fedeli riceviamo e partecipiamo al corpo e al sangue del nostro Salvatore dalle mani dei sacerdoti, oggi, per la remissione dei peccati.
  1. E ancora, il profeta Isaia disse: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, che preparerà la tua via”, disse il Padre al Figlio.
  2. E ancora, quando Dio Padre inviò il suo Verbo incarnato nel grembo della Vergine per la salvezza dei figli degli uomini, inviò prima l’angelo alla Vergine di nome Maria. E l’angelo le disse: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te. Ecco, concepirai e partorirai un figlio, e lo chiamerai Gesù. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre, e il suo regno non avrà fine”.
  3. E Maria disse all’angelo: “Avvenga di me secondo la tua parola”. E avvenne come le disse l’angelo: concepì e partorì a Betlemme di Giuda il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.
  4. E c’erano dei pastori che vegliavano e custodivano il loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro, e la gloria del Signore risplendette intorno a loro.
  5. E quell’angelo disse ai pastori: “Non temete, perché ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà per tutto il mondo. Oggi, nella città di Davide, vi è nato un Salvatore, che è Cristo”.
  6. E improvvisamente, con quell’angelo, apparve una moltitudine dell’esercito celeste e dei loro capi, che lodavano Dio nei cieli, dicendo: “Gloria a Dio nei cieli e pace in terra, la sua benevolenza agli uomini”. E dopo di ciò, gli angeli si allontanarono da loro e tornarono in cielo.
  7. E ancora, Dio mostrò la forma dell’altezza del cielo e la vastità della terra, come una tenda preparata per la dimora. E i suoi angeli che vi abitano si rallegrano come gli amici dello sposo. Come disse Davide: “Presso di me, i tuoi amici sono grandemente onorati, o Signore. E sono molto più potenti dei loro predecessori. Se li contassi, sarebbero più numerosi della sabbia”.
  1. E ancora, il profeta Davide disse: “Poiché egli darà ai suoi angeli l’ordine di custodirti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno sulle loro mani, perché il tuo piede non inciampi contro una pietra”.
  2. E ancora, l’apostolo Paolo, insegnando sulla risurrezione dei morti, disse che al suono della tromba di Michele, capo degli angeli, tutti i morti risorgeranno.
  3. Avendo udito questo, comprendiamo la parola del Vangelo che dice: “E la domenica, Maria Maddalena venne”. Questa è un’introduzione alla parola che segue.
  4. E la sera del sabato, all’alba della domenica, ecco, ci fu un grande terremoto. Poiché un angelo del Signore scese dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra dall’apertura del sepolcro e vi si sedette sopra. Il suo aspetto era come la folgore, e il suo abito bianco come la neve. E per la maestà di quell’angelo, le guardie del sepolcro tremarono e divennero come morte.
  5. E il beato Michele, capo degli angeli, disse alle donne: “Voi non temete, perché so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Non è qui, perché è risorto, come aveva detto”.
  6. “Ed ecco il luogo dove era stato sepolto. Andate e dite ai suoi discepoli di andare in Galilea, e là lo vedranno”.
  7. È giusto per noi lodare questo potente Dio, perché è onorato dalle anime dei giusti che osservano i suoi comandamenti. Poiché Egli pone le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra, li separa ciascuno secondo la sua specie e ricompensa ognuno secondo le sue opere.
  8. E dopo di ciò, dice a quelli alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo”.
  9. E quelli alla sua destra sono i benedetti, e le anime dei giusti vanno dall’angelo della vita, alla misericordia eterna. E quelli alla destra sono i fedeli, coloro che compiono la volontà di Cristo.
  1. Ma quelli alla sinistra sono i malvagi, e sono preparati per Satana e i suoi angeli.
  2. O Michele, capo degli angeli, io ti lodo, perché per la tua supplica e la tua preghiera la terra sussiste. Poiché l’angelo disse a Daniele: “Sorgerà un grande angelo (principe), che sta a guardia dei figli del tuo popolo”.
  3. Chi sono i figli del popolo di Daniele? Non sono forse Anania, Azaria e Misaele? Sì, lo sono. E quando furono gettati nella fornace ardente a Babilonia, l’angelo del Signore scese, colpì la fiamma del fuoco e la rese come acqua fresca.
  4. E subito i tre giovani lodarono il Signore e lo benedissero, dicendo: “Benedetto sei tu, che vedi gli abissi, seduto sui Cherubini”.
  5. E ancora, quando il Signore pose il suo Santo Spirito su Daniele, egli disse, dopo che il mistero gli fu rivelato: “Ecco, Michele è venuto in mio aiuto”.
  6. E ancora, il profeta disse: “Ecco, l’angelo glorioso, Michele, capo degli angeli, sta in mezzo a due montagne e pronuncia parole di gioia”.
  7. E ancora, l’angelo del Signore portò Abacuc a Babilonia, e quando lo incontrò, Daniele disse: “Il Signore si è forse ricordato di me? Poiché egli non dimentica coloro che lo amano”. E Daniele lo lodò.
  8. E ancora, quando Erode arrestò Pietro e lo mise in catene, l’angelo del Signore scese da lui, svegliò Pietro e gli disse: “Alzati, cingiti i fianchi e seguimi”. E le catene caddero dai suoi piedi e dalle sue mani, e lo liberò dalla prigione.
  9. E lo fece uscire dalla prigione. E quando giunse alla porta di ferro, essa si aprì da sola per lui.
  10. E Pietro disse: “Ora so per certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato”. E lodò il suo Creatore.
  11. O Michele, capo degli angeli, prega e intercedi per noi, affinché possiamo piacere al Signore e trovare grazia presso di lui in quel giorno, insieme a tutti i santi e martiri.
  1. Ecco, ora, che la preghiera e la benedizione di San Michele siano con noi, per i secoli dei secoli. Amen.
  2. Questo è il miracolo compiuto da San Michele, capo degli angeli, formato da fuoco ardente, che implora misericordia per ogni creatura davanti al trono degli eserciti.
  3. La sua supplica e intercessione salvino (nome) dal giorno malvagio, e tutti noi figli del battesimo, in ogni tempo e in ogni ora, in ogni notte e in ogni giorno, in ogni stagione e in ogni anno, senza separazione né pigrizia, da ora fino all’ultimo giorno, nei secoli dei secoli. Amen.
  4. Si narra che nella città di Roma vivesse un uomo ebreo, molto ricco dei beni passeggeri di questo mondo: oro, argento e molto bestiame.
  5. E un giorno, mentre si recava alla sua sinagoga secondo l’usanza dei suoi padri, e mentre era ancora in cammino, incontrò un uomo cristiano. E quell’uomo cristiano, che un tempo era stato molto ricco, era ora povero, privo del cibo quotidiano e di vestiti da indossare, ed era in grande difficoltà.
  6. E dopo questo, quando arrivò il tempo del raccolto, mentre cercava un lavoro quotidiano per guadagnarsi il cibo, vagando con vergogna, quell’ebreo lo incontrò per strada. E gli disse: “Vieni, lavora per me, e ti darò dieci denari d’oro perché tu possa commerciare e trarne profitto”.
  7. “Ma prima, vieni, andiamo alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, e giurami che non mi ingannerai e non perderai il mio denaro”. Ed entrambi si misero d’accordo, andarono alla chiesa di San Michele, e l’ebreo fece giurare il cristiano come desiderava.
  8. E dopo di ciò, l’ebreo gli diede subito l’oro. E quel cristiano, prendendolo, viaggiò in un paese lontano, fu assente dall’ebreo e rimase lì a commerciare per molti giorni.
  9. E dopo un po’ di tempo, quel cristiano tornò. E quando tornò nella città di Roma, l’ebreo seppe del suo ritorno, lo cercò e lo trovò.
  1. E gli chiese: “Perché non mi restituisci il mio oro, che ti ho dato perché tu potessi commerciare e trarne profitto?”. E quel cristiano rispose: “Quale oro mi hai dato? Non ti conosco”.
  2. E quell’ebreo gli disse: “Non ti ho forse dato dieci denari d’oro, molti anni fa quando eri in grande difficoltà, perché tu potessi commerciare e perché il profitto fosse tuo, per poter vivere e mantenere la tua famiglia, e alleviare la tua indigenza?”.
  3. Ma il cristiano lo negò e disse: “Non ricordo e non ho mai visto neanche una delle tue monete”.
  4. E dopo di ciò, l’ebreo gli disse di nuovo: “Sapevo fin dall’inizio che sei un trasgressore e un bugiardo. E sapendolo, quando ti ho dato l’oro, ti ho fatto giurare sull’Arca (Tabot) di Michele, capo degli angeli, affinché fosse una testimonianza contro di te”.
  5. “E ora, vieni, giura di nuovo che non te l’ho dato, e io ti lascerò andare libero dal debito, dove vuoi”.
  6. “Tuttavia, confido che San Michele, capo di tutti gli angeli, mostrerà la sua potenza su di te e rivelerà i suoi miracoli, perché egli conosce i segreti del tuo cuore ingannevole, essendo egli un angelo spirituale e un angelo di luce”.
  7. E detto questo, andarono insieme alla chiesa di San Michele, capo degli angeli. E l’ebreo si fermò di fronte ad essa e non entrò.
  8. Ma quel cristiano, di fede debole e di scarso intelletto, che si definiva cristiano solo di nome, entrò sfacciatamente in chiesa e giurò il falso sull’Arca di San Michele.
  9. E in quell’istante, mentre usciva dalla chiesa e giungeva al suo portale, le sue mani e i suoi piedi si irrigidirono come legno e divennero come pietra, e non riuscì a muoversi.
  10. E gridò a gran voce, dicendo: “O capo di tutti gli angeli, angelo di grazia e misericordia, perdona la mia trasgressione e il mio peccato, perché ho commesso una grande colpa. Ho trasgredito, sono entrato sfacciatamente nel tuo santuario e ho giurato nel tuo nome e nel nome di Dio, tuo Signore”.
  11. “Ti prego e ti supplico, mio signore, di perdonarmi, di avere pietà di me e di cancellare tutta la mia trasgressione e il mio peccato.  Poiché io sono entrato sfacciatamente nel tuo santuario e ho giurato il falso, mentre l’ebreo, per timore, stava fuori. O Signore, non ripagarmi secondo la mia colpa e non ricordare il mio peccato. Poiché tu sei colui che intercede per la stirpe dei figli di Adamo e che ottiene misericordia per ogni creatura”.
  1. “E se mi guarirai da questa malattia, non tornerò a compiere un’azione simile, né giurerò più il falso”.
  2. “E se sarò guarito e riacquisterò la mia salute come prima, servirò la tua chiesa per tutti i giorni della mia vita, fino al giorno della mia morte”, promise.
  3. E mentre diceva questo, piangendo lacrime amare, battendosi il petto, supplicando con cuore risoluto e pregando intensamente Dio, che è il Signore della misericordia, e San Michele, capo degli angeli…
  4. …dopo di ciò, il sonno lo colse e si addormentò. E verso mezzanotte, San Michele apparve a quell’uomo malato in una visione e gli disse: “O uomo miserabile, perché non hai temuto il Signore, che è lodato da tutti? E come hai osato entrare sfacciatamente e giurare il falso nel suo nome?”.
  5. “Se il Signore non fosse un oceano di misericordia e una montagna di pazienza, ti avrebbe rapidamente distrutto e annientato in un istante. E la terra su cui ti trovi ti avrebbe inghiottito come Datan e Abiram. Poiché chiunque giura il falso nel nome di Dio non sarà purificato dal peccato”.
  6. “Non hai sentito ciò che dice la Scrittura: ‘Non pronunciare il nome dell’Altissimo invano quando giuri’?”, lo rimproverò. E l’uomo malato e sofferente disse: “Ho peccato e ho trasgredito, mio signore, in cielo, in terra e davanti a te”.
  7. “Tuttavia, perdonami e guariscimi da questa malattia, perché la misericordia è la legge di Dio. E tu, che sei misericordioso, perdonami come il tuo Dio, perché tu sei un amante dell’uomo e un angelo compassionevole che ottiene misericordia”, pregò.
  8. E subito, il capo degli angeli, San Michele, ebbe pietà di lui, lo toccò con la sua mano e gli disse: “Ecco, ti ho guarito. Non peccare più, affinché non ti accada qualcosa di peggio”. E dopo averlo avvertito, ascese al cielo.
  1. E subito [il malato] si svegliò dal sonno e fu guarito dalla sua malattia. Tutto il suo corpo divenne sano e senza difetti. Si rallegrò grandemente, ringraziò Dio con grande lode e onorò ed esaltò San Michele, capo degli angeli.
  2. E quell’uomo ebreo, quando vide il grande miracolo e la meraviglia che San Michele, capo di tutti gli angeli, aveva compiuto, prese l’oro da quell’uomo e lo diede come offerta e dono alla chiesa di San Michele, capo degli angeli. Credette nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, fu battezzato con il battesimo cristiano, ricevette il pegno dello Spirito Santo, ottenne la benedizione che giova al corpo e la salvezza che giova all’anima, e divenne un buon e fedele cristiano, saldo nella fede e retto nella condotta.
  3. E dopo di ciò, entrambi, il cristiano e l’ex ebreo, divennero servi della chiesa di San Michele, raccontando a tutto il popolo i miracoli e le meraviglie che aveva compiuto e la sua bontà.
  4. La sua supplica e intercessione siano con il suo amato (nome). E a tutti noi che ascoltiamo, che ci copra con l’ombra delle sue ali. Che l’ardore della trasgressione non ci bruci, che il gelo del peccato non ci distrugga. Che la potenza della sua preghiera ci ripari. Che la freccia del nemico (il diavolo) non ci trafigga. Che egli protegga tutti noi, figli del battesimo, che ci siamo riuniti per la sua commemorazione, come uno scudo, nei secoli dei secoli. Amen.
  5. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Miyazya, in questo giorno, celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. Poiché in questo giorno, il Signore, a cui sia gloria, inviò Michele, capo degli angeli, dal profeta Geremia, e lo fece uscire e lo salvò dalla stretta prigione e dalla cisterna in cui il re Sedecia lo aveva imprigionato, per mezzo di Ebed-Melech l’Etiope, servo e capo dei soldati del re. Questo è il giorno in cui lo fece uscire dalla prigione.
  1. E in quel tempo, Geremia benedisse Ebed-Melech, e disse che, poiché desiderava non vedere la distruzione di Gerusalemme e non gustare l’amarezza della prigionia, così sarebbe stato per lui. E per questo motivo, dormì per sessantasei anni, finché i figli d’Israele non tornarono dalla prigionia. E il vino e i fichi che aveva raccolto e messo da parte prima della prigionia, li trovò senza che la loro linfa si fosse seccata o le loro foglie appassite, e li portò e li presentò a Geremia.
  2. Per questo, i maestri della Chiesa ci hanno comandato di celebrare la festa del glorioso angelo Michele ogni mese, il dodicesimo giorno. La sua supplica, preghiera e benedizione non si separino da noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Salve a te, che Dio ha reso in gloria angelo del suo patto e del suo consiglio. O Michele, aiuto di coloro che sono sulla terra e in mare, non c’è nulla che possa ostacolare il tuo aiuto, né in cielo né in terra.

Maggio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Sebbene tre in persona, natura e opera, crediamo in un solo Dio in divinità, governo e potere. Credendo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, iniziamo a scrivere l’omelia del potente e glorioso Michele, che si legge e si prega il dodicesimo giorno del mese di Ginbot (Maggio). Parliamo anche di Giovanni, il vescovo che venne in Etiopia dopo il nostro padre, il vescovo Isacco, nell’unità dell’amore di Dio. La supplica e l’aiuto di San Michele siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.

  1. Avvenne ai giorni dell’imperatore Arcadio, figlio di Teodosio, un re di retta fede a Costantinopoli, come l’imperatore Costantino e l’apostolo Paolo, e ai giorni del sommo vescovo, San Giovanni, che è chiamato Crisostomo (Bocca d’Oro), che un grande miracolo fu compiuto.
  2. In quel tempo, la moglie dell’imperatore Arcadio, l’imperatrice, amava le ricchezze. Usando il suo potere, opprimeva e derubava i poveri, e accumulava molto oro e argento nel suo tesoro.
  1. E Giovanni Crisostomo, vedendo le sue azioni, cominciò a consigliarla e a rimproverarla per molti giorni, ma lei non ascoltava le sue parole e si rifiutava di prestare attenzione al suo discorso.
  2. E un giorno, l’imperatrice, secondo la sua abitudine, prese con la forza il campo di una vedova povera. E quella vedova andò da Giovanni, il sommo vescovo, e gli disse: “Padre mio, l’imperatrice Eudossia ha preso con la forza il campo di me, povera vedova”. E San Giovanni le inviò una lettera con vari consigli spirituali, chiedendole di restituire il campo a quella vedova.
  3. Ma lei rifiutò e non gli obbedì. E così egli la scomunicò, affinché non entrasse in chiesa, non pregasse e non ricevesse il santo mistero del corpo e del sangue di Cristo.
  4. A quel punto, l’ira la riempì, e poiché era piena di rabbia, radunò i vescovi che egli aveva scomunicato e deposto dal loro ufficio a causa delle loro opere malvagie e delle loro trasgressioni. E disse loro: “Mi ha separato dal popolo cristiano, giudicatemi voi”. Ed essi, con una sola voce, lo condannarono, dicendo: “Merita l’esilio, perché ha sfidato l’imperatrice”.
  5. E di nuovo, poiché questa faccenda non dava pace alla sua coscienza, inviò messaggeri a Cirillo. Radunò molti altri vescovi e convocò anche il vescovo Epifanio. E disse loro: “Non è giusto che il sommo vescovo Giovanni rimanga con me, ma non posso esiliarlo, perché molte delle sue buone azioni mi vengono in mente. Tuttavia, vi chiedo, voi vescovi, di trovare nel vostro diritto canonico un motivo per rimuoverlo dal suo incarico”.
  6. Ed essi le dissero: “Cosa possiamo fare a Giovanni, il sommo vescovo, servo di Dio, il cui insegnamento si è diffuso ai quattro angoli della terra e la cui fede ha riempito il cielo e la terra? Cosa possiamo fare a questo amico intimo di Dio?”.
  7. E lei disse loro: “Consultatevi tra di voi su ciò che potete fargli. E se non fate qualcosa per esiliarlo o cacciarlo dal paese, allora saprete cosa ne sarà della vostra fede passata. E se vi rifiutate di esiliarlo, io chiuderò le chiese e aprirò i templi degli idoli, affinché non si tema più Dio”.
  1. Ed essi si consultarono tra di loro e dissero: “Satana ha dimorato nel cuore di questa donna. Ora, che faccia come ha deciso nel suo cuore”. E conclusero la loro consultazione.
  2. E dopo di ciò, inviarono Epifanio da Giovanni, e gli raccontarono del complotto e delle misure pianificate contro di lui. E Giovanni disse a Epifanio: “Non vedi tutto questo popolo? Essi mi custodiscono giorno e notte da ogni male che potrebbe accadermi, e quindi non posso andarmene. Ora si dicono l’un l’altro: ‘Per amore del nostro padre, il vescovo Giovanni, che è la luce dei nostri occhi, incendieremo il palazzo dell’imperatrice. Se necessario, moriremo con le nostre mogli e i nostri figli, ma non lo lasceremo mai partire dal nostro fianco né lo consegneremo’. Sono pronti a resistere a tutto ciò che verrà”.
  3. “Ora, domani è la santa domenica dei cristiani, e il popolo si riunirà. In quel momento, mentre insegniamo loro la parola di Dio, ci mostreremo felici con loro, per rimuovere ogni dubbio dai loro cuori. E per questo, la pace scenderà tra di loro”.
  4. “Ed essi penseranno nei loro cuori: ‘Il nostro padre si è riconciliato con l’imperatrice’, e torneranno alle loro case in pace”.
  5. “Ma l’imperatrice Eudossia preparerà per me dei cavalli di notte e mi manderà nel paese che il suo cuore desidera”, disse.
  6. Ed Epifanio, avendo sentito questo da Giovanni, tornò dai vescovi.
  7. E di notte, Giovanni uscì, andò da lei, e lei lo mandò in un paese lontano, in un luogo chiamato Akratia, dove non conoscevano Dio e adoravano il sole, la pietra e il legno.
  8. E quando giunse lì, Giovanni insegnò loro la parola del Vangelo di Dio, e tutti credettero nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, a cui sia gloria nei secoli dei secoli. E per la preghiera di San Michele, capo degli angeli, angelo di grazia e misericordia, ottennero il perdono. Costruirono molte chiese in vari luoghi, e Giovanni Crisostomo consacrò e benedisse i loro templi, e ordinò per loro vescovi, sacerdoti e diaconi.
  9. E dopo di ciò, morì il dodicesimo giorno di Ginbot, mentre era ancora in quel luogo di esilio, e fu sepolto nell’isola di Akratia. E ricevette la corona del martirio e della gloria nel regno dei cieli, e si rallegrò con le anime di tutti i giusti e dei martiri nei cieli, per i secoli dei secoli.
  1. E tutto questo avvenne per la preghiera di San Michele, capo degli angeli. La sua preghiera e la sua benedizione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  2. E per colui che legge questo libro, che il suo nome sia scritto sulla colonna d’oro con l’inchiostro della giustizia, insieme ai figli di questa chiesa. Per la supplica del grande Michele e per la preghiera di Giovanni Crisostomo, che egli sostenga gli anziani e i giovani dalla caduta nel peccato, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Questo è il miracolo compiuto da Michele, capo degli angeli, che si avvolge di luce come di un manto e le cui ali sono di fuoco ardente, le cui suppliche trafiggono gli eserciti malvagi di Satana che si oppongono a (nome), nei secoli dei secoli. Amen.
  4. Si narra che nella città di Roma vivesse un uomo cristiano, tra i grandi del popolo, molto onorato per le ricchezze di questo mondo, ma sua moglie era sterile e non aveva figli.
  5. E vivevano entrambi in grande tristezza perché non avevano figli. Digiunavano molto, pregavano, supplicavano e imploravano Dio e San Michele, capo degli angeli, con cuore sincero, affinché desse loro un figlio.
  6. E mentre vivevano così, con fervente supplica e molta preghiera, si avvicinò e giunse il giorno della festa di San Michele, capo degli angeli, che è il dodicesimo giorno del mese di Hədar. Prepararono le loro provviste e tutto il necessario per il loro viaggio, e decisero nei loro cuori di celebrare la commemorazione della festa di San Michele, credendo che avrebbero ricevuto la loro piena ricompensa.
  7. E dopo tutti questi preparativi, quell’uomo e sua moglie, accompagnati dai loro servi e dalle loro serve che li servivano durante il viaggio, iniziarono il loro cammino. E durante il viaggio, la moglie di quell’uomo vide altre persone cristiane che viaggiavano per celebrare la festa di San Michele. E tra di loro c’erano molte donne con i loro bambini.
  1. Alcune portavano i loro figli sulla schiena, altre li tenevano al fianco, e altre ancora li tenevano al petto e li allattavano.
  2. E quando vide questo, gridò a gran voce e pianse un pianto amaro.
  3. E disse: “O mio Signore e mio Dio, Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, guarda alla mia umiltà, e non trascurare di ascoltare la preghiera della tua serva, che è straniera, misera, debole e disprezzata”.
  4. “O Signore, ascoltami dal profondo del mio cuore, non farmi perdere la speranza. Dammi un figlio benedetto che rallegri il mio cuore, affinché io possa vedere con i miei occhi il buon frutto uscito dal mio grembo e rallegrarmi per il resto della mia vita”.
  5. “E anche tu, o San Michele, capo degli angeli, prega e intercedi presso Dio per me, affinché mi conceda un figlio benedetto per la tua preghiera. Sia maschio o femmina, se avrò un figlio, ti offro questo voto: che serva la tua chiesa per tutti i giorni della sua vita”. E continuò a pregare così finché non giunsero al luogo della festa.
  6. E quando giunse alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, con suo marito, si fermarono davanti all’altare, guardarono al cielo con cuore contrito e mente assorta, e con un solo cuore e un solo pensiero, con pianto amaro, offrirono la loro preghiera a Dio affinché desse loro un figlio.
  7. E quando la Liturgia fu completata secondo il rito, ricevettero il corpo e il sangue di Cristo.
  8. E dopo di ciò, il sacerdote diede la benedizione, e dopo il congedo, tutto il popolo tornò alle proprie case. Ma quella donna non uscì dalla chiesa; si appoggiò a una delle colonne della chiesa e si addormentò. E quella notte, la trascorse immersa in una grande tristezza nel suo cuore.
  9. In quel momento, un angelo radioso le apparve in una visione e le disse: “O donna, non essere più triste. Dio ha accettato la supplica del tuo cuore e ha ascoltato la preghiera delle tue labbra. Ha aperto il tuo grembo perché tu possa partorire, ed ecco, concepirai e partorirai un figlio maschio. E quando lo partorirai, chiamalo Tesfa-Michael (Speranza di Michele)”.
  10. E quando si svegliò dal sonno, si rallegrò grandemente per aver udito tali parole. Ringraziando Dio, entrò in casa sua con grande gioia.
  1. E quando il patto che Dio aveva pronunciato per bocca del suo angelo si compì, ella concepì e partorì un figlio maschio, il cui aspetto e tutto il corpo erano molto belli. Si rallegrarono grandemente e lo chiamarono Tesfa-Michael. Per celebrare questo, i genitori fecero una grande festa, diedero molta elemosina ai poveri e ai bisognosi, nutrendo gli affamati e dando da bere agli assetati. E offrirono un grande banchetto per i notabili della città, per la bontà di Dio e la gloria di San Michele, poiché avevano avuto un figlio.
  2. Tuttavia, dopo che il loro desiderio fu esaudito e la loro speranza realizzata, non portarono il bambino che avevano promesso come offerta alla chiesa di San Michele.
  3. Ma quando il bambino ebbe un anno, si ammalò di una grave malattia, tanto che i medici si arresero e non riuscirono a guarirlo. E in quel momento, la madre del bambino si ricordò del voto che aveva fatto di dare suo figlio alla chiesa di San Michele, capo degli angeli.
  4. E disse: “Ora capisco perché questa malattia ha colpito mio figlio. È perché non ho mantenuto il mio voto e non ho consacrato mio figlio alla chiesa come avevo promesso. Ho peccato grandemente”.
  5. E dopo di ciò, si alzò in fretta, prese suo figlio e si affrettò alla chiesa di San Michele, capo degli angeli. Entrò, lo asperse con l’acqua della fonte battesimale della chiesa e lo unse con l’olio della lampada, dicendo: “O mio signore, capo degli angeli, San Michele, fai vivere mio figlio e guariscilo da questa terribile malattia. E se lo salverai da questa grave malattia, come ho promesso, lo darò perché serva la tua chiesa fino al giorno della sua morte”. E cadendo e rialzandosi, in quello stesso istante, suo figlio fu guarito.
  6. E dopo essere guarito dalla sua malattia, quel bambino crebbe e visse servendo la chiesa di San Michele, capo degli angeli, con molta devozione e buona condotta per tutti i giorni della sua vita.
  7. E quella donna tornò a casa sua con gioia, ringraziando e lodando Dio Altissimo e San Michele, capo degli angeli, e raccontando alla gente il miracolo che aveva compiuto per lei e come aveva guarito suo figlio.
  1. Così, che Egli salvi tutti noi, figli del cristianesimo, come ha salvato il bambino, e ci guarisca dalla malattia del peccato, dell’anima e del corpo. Che ci aiuti con la sua grazia e, per la sua supplica, ci liberi per sempre dalla vendetta di questo mondo. Che allontani da noi ogni azione che spinge al peccato. Che spezzi da sopra di noi la chiave della trasgressione, affinché non siamo separati da coloro che piacciono a Dio. Amen.
  2. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Ginbot, celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, perché in questo giorno il Signore inviò Michele dal profeta Abacuc, mentre si preparava a portare il pranzo ai mietitori nel campo.
  3. E Michele prese Abacuc per una ciocca di capelli, mentre portava il cibo, e lo portò all’istante nella città di Babilonia, dove Daniele, che era stato gettato nella fossa dei leoni come cibo per loro, mangiò di quel cibo.
  4. E San Michele salvò Daniele dalla fossa dei leoni. E riportò il profeta Abacuc nella terra di Giuda, con il suo cibo intatto, e lo pose all’istante tra i mietitori.
  5. E per questo, i maestri della Chiesa ci hanno comandato di celebrare la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele ogni mese, il dodicesimo giorno. La sua preghiera e la sua benedizione siano con tutti noi, per i secoli dei secoli. Amen.
  6. Salve alla tua esistenza, che è come il santuario del sacrificio del Padre, affinché tu possa far ascendere lassù l’incenso della preghiera dei santi. O Michele, quando il Figlio sopportò la vergogna della croce, tu non guardasti con spavento, ma chinasti il capo e ti meravigliasti della pazienza della Divinità.

Giugno

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Sebbene tre in persona, natura e opera, crediamo in un solo Dio in divinità, governo, potere, essenza ed esistenza. Credendo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, iniziamo a narrare l’omelia di San Michele, che si prega e si legge il dodicesimo giorno di Sene (Giugno), che è la sua grande festa. La supplica e l’aiuto dell’angelo siano con tutti noi, per i secoli dei secoli. Amen.

  1. Questa omelia fu composta da Giovanni, vescovo di Axum, che è la prima delle chiese e che amava grandemente San Michele, capo degli angeli.
  2. In un certo paese di Cilicia, c’era un grande nobile di retta fede di nome Asteranikos, e il nome di sua moglie era Afomya.
  3. Entrambi erano timorati di Dio e amavano molto San Michele, capo di tutti gli angeli, con tutto il cuore.
  4. E ogni mese, nel nome di San Michele, davano parte dei loro beni in elemosina ai poveri e ai bisognosi, e celebravano la commemorazione della sua festa.
  5. Dopo qualche tempo, suo marito Asteranikos si ammalò. E in quel momento, sua moglie Afomya gli disse, piangendo e addolorandosi: “Mio signore, ho qualcosa da dirti, e tu lo sai. Ascoltami attentamente. Quando una donna perde suo marito, diventa una vedova, una prostituta e una mendicante, e mangia il suo pane con molte lacrime e sofferenza, come tu ben sai”.
  6. “Ora, quando tu morirai e mi lascerai sola, non avrò né padre, né madre, né figlio che possa consolarmi nel mio dolore”.
  7. “Perciò, ora, mentre sei ancora in vita, desidero che tu mi faccia fare un’icona di San Michele, capo degli angeli, a somiglianza di Michele, fatta di legno, affinché io possa pregarlo. La metterò in casa mia perché mi protegga giorno e notte dalla lotta contro Satana”, gli disse.
  8. E Asteranikos inviò un messaggero da un intagliatore e gli disse: “Fai per me un’icona di legno d’ulivo a somiglianza di Michele, capo degli angeli”. E disse anche ai suoi figli: “Chiamatemi un orafo e un argentiere”. E quando l’orafo e l’argentiere vennero, fecero un’icona a somiglianza di Michele, d’oro e d’argento, e la diedero ad Asteranikos. Egli, a sua volta, diede l’icona a sua moglie Afomya, e lei la collocò con onore nel suo oratorio.
  1. E dopo la morte di suo marito, la sua anima ascese al cielo. E dopo di ciò, Afomya cominciò a servire Dio giorno e notte, prostrandosi davanti all’icona di Michele, capo degli angeli, e dicendo: “Perdonami, o capo degli angeli, Michele, e proteggimi. Chiedi misericordia per me a Dio e prega per me, affinché Egli mi perdoni”.
  2. E di giorno in giorno, le sue buone opere aumentavano, e mostrava misericordia ai poveri e ai bisognosi.
  3. E quando Satana la vide compiere buone opere, divenne invidioso di lei, si infuriò e andò da lei, assumendo le sembianze di una vecchia donna, con molti bambini al seguito. Venne, si oppose a lei e si sedette al cancello della sua casa, con molti demoni che avevano assunto le sembianze di donne.
  4. E disse alla portinaia: “Chiama Afomya per me”. E la portinaia andò dove si trovava Afomya e le disse: “Ci sono delle vecchie donne al secondo cancello, sedute con molti bambini”.
  5. E dopo di ciò, Afomya uscì, chiedendosi chi potesse essere. Prese [la mano della vecchia] e la invitò a entrare in casa sua, dove si trovava l’icona di Michele, capo degli angeli.
  6. E alle altre anziane sedute al cancello, Afomya disse: “Venite, entrate in casa mia e pregate, affinché io possa ricevere la vostra benedizione. E venerate l’icona di Michele, capo degli angeli, perché il mio signore Asteranikos me l’ha affidata prima di morire”.
  7. “Ma dopo la morte del mio signore, nessun uomo è entrato in casa mia, né i bambini maschi possono entrare. Vi scongiuro nel nome di Dio, se siete uomini, di non entrare in casa mia”, disse loro.
  8. E il diavolo, travestito da vecchia, le disse: “Non possiamo entrare in casa tua, né possiamo pregare nel luogo di un altro. Prima di venire da te, abbiamo pregato nel nostro luogo, sia per te che per noi”.
  9. “E tu, a cosa ti giovano tutto il tuo digiuno, la tua preghiera e la tua supplica, se non fai ciò che ti dico? A causa del tuo molto digiunare e pregare, morirai di dolore prima del tuo tempo. Per quanti distribuendo la tua ricchezza a così tanti poveri e bisognosi, questo ti porterà alla povertà prima della tua morte, e non troverai nessuno che ti seppellisca”.
  1. “E tu dici: ‘Da quando mio marito è morto, nessun uomo è entrato in casa mia’. Ma, come dice la Scrittura, una donna senza marito non ha benedizione in casa sua né speranza di vita eterna”.
  2. E ancora le disse: “Ascoltami attentamente. In principio, Dio creò i santi, maschio e femmina. Non sono forse venuto da te oggi per dirti questo per amore tuo? Come puoi vivere così, sorella mia, senza un figlio che ti seppellisca quando morirai, che erediti i tuoi beni e che faccia la tua commemorazione e ricordi il tuo nome?”.
  3. “Poiché io so di Anoreos, i cui nemici si levarono per prendere il suo regno, e sua moglie morì in quel tempo”.
  4. “E ora, ecco, egli desidera prenderti in moglie. E tu sarai sua moglie e regnerai con lui nel suo regno. O Afomya, moglie di Asteranikos, secondo il mio parere, sarebbe bene che tu lo sposassi. Egli mi ha inviato da te per dirti questo, e ha detto: ‘Le darò tutta la ricchezza d’oro e d’argento come dote'”.
  5. E Afomya rispose al diavolo e disse: “O padre, il tuo abito (askema) è buono, ma le tue parole sono malvagie e non sono buone”.
  6. “Quale libro ti ha detto queste cose, dicendo: ‘Non digiunate, non pregate, non date elemosina ai poveri, ai bisognosi, alle vedove e agli orfani?'”.
  7. “E quale libro ti ha detto che una donna, quando muore suo marito, dovrebbe risposarsi con un altro uomo, o che un uomo, quando muore sua moglie, dovrebbe risposare un’altra? Desideri forse farmi cadere e ingannarmi con le tue parole, avendo stabilito tu questa regola del risposarsi, o l’hai trovata in un libro?”.
  1. “Noi abbiamo sentito nelle Sacre Scritture che la grande città di Ninive doveva essere distrutta, quando il profeta Giona predicò loro, dicendo: ‘Ancora tre giorni e [Ninive sarà distrutta]’, disse il Signore”.
  2. “E quando il re di Ninive sentì questo, proclamò un digiuno e una preghiera. E quando si pentirono, il Signore perdonò le loro trasgressioni e Ninive fu salvata dalla distruzione”.
  3. “E anche Paolo disse: ‘Pentitevi e pregate in ogni tempo’. E il nostro Signore Cristo disse nel Vangelo a un uomo ricco che venne da lui e chiese: ‘Maestro, cosa devo fare per ereditare il regno dei cieli?’. Il Signore gli disse: ‘Va’, vendi tutti i tuoi beni e dalli ai poveri e ai bisognosi. E dopo aver fatto questo, vieni e seguimi'”.
  4. “Come puoi dunque consigliarmi di sposare un altro uomo?”.
  5. “Io so questo: che la colomba, dopo la morte del suo compagno, non si accoppia con un altro uccello, e si lacera la lingua con i suoi artigli”.
  6. “E quando un altro uccello desidera avvicinarsi a lei, essa chiama tutti i suoi compagni, ed essi lo attaccano e lo uccidono. Come puoi dunque dirmi di prendere un secondo marito? Questa è un’opera da pagani, non è la legge dei cristiani”.
  7. “O impuro, io so che Anoreos, di retta fede, non farebbe mai una cosa del genere, anche se i suoi nemici si levassero per prendere il suo regno e ucciderlo. Ora ti porterò l’icona di Michele, capo di tutti gli angeli, perché tu la veneri”. E detto questo, entrò rapidamente nella sua stanza dell’icona e gli mostrò l’icona di Michele.
  8. E quando quel Satana vide l’icona di San Michele, divenne come un uccello e volò via con il suo esercito. Ma tornò indietro e disse ad Afomya: “Sono venuto per ingannarti, ma tu mi hai sconfitto e sei sfuggita alla mia trappola. Tuttavia, non vantarti dell’icona di legno di Michele, placcata d’oro e d’argento, che hai in casa tua. Sappi che ti porterò qualche sventura prima del dodicesimo giorno di Sene, giorno della sua festa”, la minacciò.
  1. “In quel tempo, egli andrà a prostrarsi davanti al trono di Dio e a chiedere misericordia per gli uomini e per le acque dei fiumi, quindi non potrà venire da te”.
  2. “In quel momento, io prenderò l’icona che è in casa tua e la spezzerò come argilla sulla tua testa. Vediamo cosa mi farà Michele”, le disse. Ma Afomya rispose: “Se tornerai, te ne andrai umiliato per la potenza della preghiera di San Michele, capo degli angeli”. E Afomya si segnò a destra e a sinistra con il segno della croce di Cristo.
  3. E in quel momento, il diavolo se ne andò umiliato. E Afomya aumentò le sue buone opere, il digiuno, la preghiera, l’elemosina e la misericordia verso i poveri e i bisognosi.
  4. E dopo di ciò, il dodicesimo giorno del decimo mese dell’anno, nel giorno della festa di Michele, [il diavolo] tornò di notte, travestito da angelo, con un abito (askema) e un bastone d’oro in mano, ma senza il segno della croce sul bastone.
  5. Entrò in casa sua e le disse: “Salute a te, Afomya. Il tuo incenso, la tua preghiera e le tue buone opere sono ascese al cielo e sono giunte davanti al trono di Dio. Egli si è rallegrato grandemente con i suoi angeli e mi ha inviato da te per custodirti per tutti i giorni della tua vita, a motivo delle tue buone opere”.
  6. E Afomya gli chiese: “Chi sei e qual è il tuo nome?”. Ed egli rispose: “Io sono Michele, capo degli angeli. Ho sentito il diavolo che ti parlava l’altra volta, dicendo che Michele non sarebbe venuto da te nel giorno della sua festa, il dodicesimo di Sene, perché si prostra e chiede misericordia per gli uomini e gli animali. E sono sceso dal cielo per te, affinché il diavolo non ti sopraffaccia”.
  7. “E ora, è giusto che tu ti prostri a me, perché ho lasciato i miei angeli nei cieli e sono sceso da te per salvarti”.
  8. E Afomya gli disse: “Se tu sei Michele, dov’è il segno della croce sul tuo bastone, come quello dell’icona di Michele che è in casa mia?”. E il diavolo le disse: “Non è così. L’icona in casa è adornata per la venerazione, ma tra noi angeli non abbiamo tali immagini”.
  1. E Afomya rispose di nuovo: “Quando un re terreno invia un messaggio scritto, se lo invia senza un sigillo, nessuno lo crede. Allo stesso modo, quando gli angeli scendono dal cielo, se uno non ha il segno della croce, non lo credono un angelo, ma lo disprezzano”.
  2. “E se tu sei un angelo, lascia che io vada a portarti l’icona di Michele, perché tu la possa venerare e ricevere”.
  3. A quel punto, il volto del malvagio diavolo cambiò e divenne come una montagna oscura. I suoi occhi erano come una fiamma di fuoco, e la sua bocca come un grande abisso pieno di tenebre, da cui usciva un fumo dal fetore terribile. Balzò, la afferrò con le sue mani per strangolarla e ucciderla, e le disse: “O Afomya, come puoi portarmi tutta questa afflizione? Ora morirò con te!”, e non la lasciò andare.
  4. E allora lei gridò e chiamò a gran voce Michele, capo degli angeli, e disse: “O Michele, capo degli angeli, vieni a salvarmi dal mio nemico e dal nemico dei figli degli uomini!”.
  5. E allora Michele, capo degli angeli, scese per salvarla con una grande luce, e la sua luce riempì tutta la casa.
  6. E allora afferrò il diavolo, lo colpì con il bastone che teneva in mano e lo gettò a terra. E il diavolo disse a Michele: “Ti scongiuro nel nome di Dio di non distruggermi prima che i miei giorni, che Dio mi ha concesso, siano compiuti”.
  7. “E dopo questo, non mi avvicinerò né entrerò dove si trova la tua icona o il tuo nome, o Michele, capo degli angeli. Sei stato tu a farmi cadere dal cielo sulla terra e a privarmi del mio onore”.
  8. E subito Michele lasciò andare il diavolo, umiliato e sconfitto. E Michele disse ad Afomya, la serva di Dio: “Benedetta sei tu, Afomya. La tua preghiera, la tua supplica, la tua elemosina e le tue buone opere sono ascese al cielo e sono giunte davanti a Dio”.
  1. “E ora, va’ ed entra nel santuario e prega, perché oggi la tua anima si separerà dal tuo corpo”.
  2. “E tutti gli angeli verranno da te e porteranno il tuo spirito nel regno dei cieli, dove sono io. E la tua anima riposerà lì con l’anima di tuo marito Asteranikos, per sempre”.
  3. E dopo di ciò, Michele, capo degli angeli, ascese al cielo, mentre Afomya lo guardava. E in quel momento, indossò abiti puliti, entrò in chiesa e ricevette il corpo e il sangue di Cristo.
  4. E si prostrò ai piedi del vescovo e gli disse: “Vieni, entra in casa mia e prega per me. E benedici la mia casa, con i sacerdoti, i diaconi e tutti coloro che sono presenti”.
  5. E disse alle sue serve: “Andate, portatemi tutti i miei beni e chiamate i poveri, i bisognosi e tutti coloro che trovate per strada”. E il vescovo venne con tutti i sacerdoti, i diaconi e tutti i servi della chiesa, ed essi entrarono in casa sua. E lei diede tutti i suoi beni, che erano in casa sua, ai poveri e ai bisognosi per mano del vescovo, e li congedò perché tornassero alle loro case in pace.
  6. E fece entrare il vescovo, i sacerdoti e i diaconi nella sua casa. Fece sedere il vescovo su un trono d’oro e i sacerdoti su troni d’argento alla sua destra e alla sua sinistra. E per il vescovo, stese abiti preziosi sotto il suo trono, per onorarlo.
  7. E dopo di ciò, si fermò in mezzo a loro, tese le mani al cielo e pregò Dio nella lingua del suo paese, come i suoi maestri le avevano insegnato.
  8. E disse al vescovo: “Padre, dammi la preghiera di penitenza”. E stese le sue vesti per terra e si inginocchiò su di esse. E disse al vescovo: “Che tutti i miei beni siano tuoi, perché tu possa dare l’elemosina ai poveri e ai bisognosi, e perché tu possa ricordare il mio nome e il nome di mio marito Asteranikos”. E subito disse: “Ora datemi l’icona di Michele”. E gliela portarono. La venerò e la pose sul suo volto. E dopo di ciò, quell’icona volò dal suo volto come un’aquila, entrò nella chiesa di San Michele, capo degli angeli, e si appese in mezzo al santuario senza alcuna corda.
  1. E dopo questo, quell’icona germogliò e produsse un buon frutto, e ci fu grande gioia in quella terra.
  2. E tutti i malati, gli infermi e coloro che erano posseduti da demoni impuri, tagliavano una foglia da essa, la prendevano, si lavavano con essa, e questa era una guarigione per tutta la nazione, fino ad oggi.
  3. E ci furono grande potenza e miracoli nel nome di Michele, capo degli angeli, in quella terra.
  4. Allo stesso modo, la benedizione di San Michele, capo degli angeli, e la preghiera di Santa Afomya siano su di noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  5. Questo è il miracolo compiuto da Michele, capo degli angeli, nobile e onorato, la cui melodia è dolce come il miele, l’uccello celeste che vola da un’estremità all’altra del mondo.
  6. La potenza della sua preghiera salvi il suo amato (nome) dai legami dell’inferno, qui e nel mondo a venire. E lo liberi dalla bocca del lupo maledetto e dalle trappole dell’astuto Satana, nei secoli dei secoli. Amen.
  7. Si narra che nell’isola di Cipro vivesse un uomo cristiano che temeva Dio e confidava nella preghiera di San Michele, capo degli angeli.
  8. E pensò nel suo cuore di costruire una chiesa nel nome di San Michele, capo degli angeli, il glorioso. E costruì una chiesa molto bella. E quando ebbe terminato la costruzione, la adornò con ogni bell’ornamento.
  9. E dopo di ciò, inviò un messaggio al vescovo e ai sacerdoti perché venissero per la consacrazione della chiesa di San Michele, capo degli angeli. E fece una grande festa per l’inaugurazione della chiesa.
  10. E si riunirono i sacerdoti, i diaconi e tutto il popolo cristiano e i fedeli. Nel giorno della consacrazione della chiesa di San Michele, capo degli angeli, entrarono in chiesa e si misero in piedi. E subito il vescovo iniziò la preghiera di consacrazione secondo il rito e la legge. E in quel paese c’era un uomo ebreo posseduto da un demone. Tutte le membra del suo corpo erano affette da lebbra, ed egli gridava, digrignava i denti, soffriva molto ed era tormentato da una malattia crudele. E per la gravità della sua malattia, tutto il suo corpo si era indurito come pietra.
  1. E quando seppe che era giunto il giorno della consacrazione della chiesa di San Michele, capo degli angeli, si alzò dal suo letto, cambiò i suoi abiti, indossò abiti da cristiano, si finse uno di loro, entrò in chiesa e si mise in piedi con il popolo.
  2. E quando il vescovo ebbe terminato la consacrazione della chiesa, asperse l’acqua santa della consacrazione all’interno del cortile della chiesa e su tutte le sue mura. E quell’uomo malato, l’ebreo, prese un po’ di quell’acqua di consacrazione e se la asperse sulla testa, e lavò tutto il suo corpo con fede salda e cuore risoluto.
  3. E si unse con l’olio della lampada che ardeva davanti all’icona di San Michele, capo degli angeli, e disse: “O mio signore, capo degli angeli, concedimi la salute da questa terribile malattia, guariscimi rapidamente e salvami da questa crudele lebbra. E se mi salverai dalla lebbra e da questa terribile malattia, io darò alla tua chiesa venti denari d’oro puro, senza alcuna lega”.
  4. “E diventerò cristiano e sarò battezzato nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. E crederò nell’umanità e nell’incarnazione del Figlio di Dio, che si fece uomo e nacque dalla stirpe di Davide per la salvezza di Adamo, Eva e della loro discendenza. E crederò in questo con retta fede, e servirò la tua chiesa per tutti i giorni della mia vita”.
  5. E detto questo, il sonno lo colse, e quella notte dormì lì, nella chiesa di San Michele, capo degli angeli.
  6. E quando si svegliò dal sonno, trovò tutte le sue membra sane. E subito fu guarito dalla sua lebbra e liberato dalla sua malattia. Si rallegrò grandemente, ringraziò Dio e San Michele, perché aveva riacquistato la salute ed era stato guarito dalla sua malattia. E ringraziando, entrò in casa sua.
  1. E quel demone che prima lo tormentava uscì da lui, ed egli fu purificato dalla sua precedente lebbra. Non ne rimase traccia sulle sue membra, e fu guarito dalla sua malattia.
  2. E quell’ebreo, quando fu guarito da questa terribile malattia, diede l’offerta che aveva promesso alla chiesa di San Michele, capo degli angeli: venti denari d’oro puro e raffinato.
  3. E in quel momento, si alzò rapidamente, andò dal vescovo e gli raccontò tutti i miracoli e le meraviglie che San Michele, capo degli angeli, aveva compiuto per lui. E come era stato guarito dalla sua lebbra e dal demone malvagio che dimorava in lui. E pregò il vescovo, prostrandosi, e disse: “D’ora in poi, battezzami, perché io sia cristiano, e aggiungimi alla comunità dei santi”. E [il vescovo] disse: “Sì”. E lo battezzò subito, insieme a tutta la sua famiglia e a tutti i suoi parenti.
  4. E quell’uomo visse nella retta fede, servendo la chiesa di San Michele con ogni buona cura, e proclamando i miracoli di San Michele, capo degli angeli, e come lo aveva illuminato dalle tenebre in cui si trovava prima. Come disse il profeta: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra d’ombra di morte una luce rifulse”.
  5. E allo stesso modo, anche per questo ebreo, che viveva nelle tenebre mentre un demone delle tenebre lo tormentava e lo affliggeva con la malattia del peccato, la luce di Cristo, il Vivificante, brillò per lui. Lo guarì dalla sua precedente malattia e lo convertì dalla falsità alla retta fede, per la supplica del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, angelo di grazia e misericordia, che gli aprì gli occhi del cuore dalla cecità alla retta fede nella Trinità.
  6. E anche a noi, figli del battesimo, che egli non ci abbandoni, per la sua preghiera e la sua intercessione. Che ci salvi dalle trappole di Satana, affinché non periamo invano. Che ci nutra ogni giorno con la sua grazia, insieme a tutti i suoi eserciti. Che la spada del suo aiuto non si allontani da noi, affinché tutti gli eserciti di Satana fuggano. Che ci nasconda sotto l’ombra delle sue ali, affinché non cadiamo nelle trappole di coloro che sviano, pieni di malvagità, violenza e menzogna. Che ci protegga dal mare dell’inganno e dalle profonde acque delle loro astuzie. Che venga a visitarci sempre, per coprirci con il manto della sua misericordia, poiché egli è un intercessore di misericordia, fin dai tempi antichi, senza alcun rancore.
  1. Per sua supplica, che egli protegga il suo amato (nome), e la potenza della sua preghiera lo salvi, nei secoli dei secoli. Amen.
  2. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Sene, in questo giorno, celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. La sua supplica sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. E il motivo per cui si celebra è questo: nella città di Alessandria c’era una grande sinagoga (tempio), e Cleopatra, regina e figlia di Tolomeo, re d’Egitto, l’aveva costruita nel nome della stella Saturno. E celebravano una festa in suo onore il dodicesimo giorno del mese di Sene di ogni anno.
  4. E in quella sinagoga c’era un grande e temibile idolo di ferro, il cui nome era Saturno. E celebravano grandi sacrifici per esso nel giorno della sua festa. E rimasero in questa usanza per molti anni, celebrando la festa di quell’idolo, fino ai giorni della nomina di Abba Alessandro, che fu al termine del terzo secolo e all’inizio del quarto.
  5. E quando Abba Alessandro fu nominato patriarca nella città di Alessandria, volle distruggere quell’idolo, ma gli uomini empi di Alessandria glielo impedirono.
  6. Ma quando il giusto imperatore Costantino salì al trono e la retta fede cristiana si diffuse, Abba Alessandro volle di nuovo distruggere quell’idolo. E di nuovo, gli uomini empi di Alessandria glielo impedirono e gli dissero: “Siamo abituati a celebrare la festa di questo idolo da molto tempo, non distruggerlo. Ecco, prima di te sono passati diciotto patriarchi, e non hanno cambiato questa nostra usanza né hanno mosso alcuna obiezione contro di essa”.
  1. Ma Abba Alessandro li rimproverò molto e mostrò loro, dicendo, che questo idolo distrugge e non è utile, e chiunque lo celebra, adora i demoni.
  2. E di nuovo Abba Alessandro disse loro: “Se ascoltate il mio consiglio, io istituirò per voi questa festa come era prima. Ma dobbiamo distruggere questo idolo, consacrare la sinagoga e renderla una chiesa nel nome del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, e istituiremo questa festa per lui”.
  3. “E il sacrificio sarà per Dio Altissimo. I buoi e le pecore che vengono macellati devono essere dati ai poveri, ai bisognosi, agli indigenti e agli afflitti, affinché il glorioso angelo Michele interceda per voi davanti al nostro Signore Gesù Cristo, a cui sia gloria”. E questo buon consiglio piacque loro, e gli obbedirono. E costruirono una chiesa nel nome del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. E quella chiesa divenne famosa ad Alessandria.
  4. E rimase in piedi finché i Musulmani non regnarono nel paese d’Egitto. E quando regnarono, distrussero quella chiesa.
  5. Ma questa festa fu istituita, e tutto il popolo delle province celebrava la festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, fino a quel giorno.

    La Storia di Bahran e del Ricco Malvagio
  6. E tra di loro c’era un uomo che temeva Dio e celebrava la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele ogni mese, il dodicesimo giorno, e specialmente le sue feste in Hədar e Sene.
  7. E aveva un vicino ricco, malvagio e senza misericordia, che odiava quell’uomo timorato di Dio. E ogni volta che celebrava la festa del glorioso angelo Michele, si faceva beffe di lui.
  8. E quando i giorni di quell’uomo timorato di Dio giunsero al termine, dopo aver vissuto a lungo compiendo buone opere, si avvicinò il tempo della sua morte, per riposare dalle fatiche di questo mondo passeggero.
  1. E ordinò a sua moglie di essere misericordiosa e di celebrare la festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, e specialmente il dodicesimo di Hədar e il dodicesimo di Sene. E al momento della sua morte, sua moglie era incinta.
  2. E dopo questo, quell’uomo morì in pace ed ereditò il regno dei cieli.
  3. E dopo di ciò, quando il tempo del parto della moglie si avvicinò, le doglie la colsero. E mentre era in grande angoscia, disse: “O angelo di Dio, abbi pietà di me e prega Dio per me, affinché mi liberi da questa mia afflizione che mi ha colpito oggi, perché tu hai grande favore presso Dio”.
  4. E mentre diceva questo, una luce brillò nella casa in cui si trovava, e in quel momento fu liberata dalla sua afflizione e partorì un bambino di bell’aspetto.
  5. E l’angelo di Dio, il glorioso Michele, scese dal cielo, benedisse suo figlio e disse: “Così dice il Signore: ‘Poiché questo bambino erediterà i beni di quel ricco senza misericordia, e tutto il suo bestiame e i suoi campi’, Dio ha ordinato questo”.
  6. E in quel momento, quel ricco stava guardando dalla finestra della casa di quella donna. E quando sentì questo, la tristezza si abbatté su di lui, e cominciò a cercare un pretesto per uccidere quel bambino. Ma Dio proteggeva quel bambino per la supplica del glorioso angelo Michele, capo degli angeli.
  7. E quando il bambino ebbe dieci anni, le ricchezze di sua madre si esaurirono. E quel ricco senza misericordia trovò un pretesto contro quella donna e le disse: “Dammi tuo figlio perché mi serva. Io lo nutrirò e lo vestirò, e ti darò venti denari d’oro”.
  8. E quando lei sentì questa proposta dalla bocca del ricco, si rallegrò a causa della sua povertà. Egli le diede i venti denari d’oro e lei gli diede suo figlio. E quando egli prese il bambino, si rallegrò grandemente e disse nel suo cuore: “Ecco, ciò che desideravo si è compiuto”. E dopo di ciò, fece una cassa di legno della misura del bambino, vi mise il bambino dentro, la chiuse, la portò al mare e gettò la cassa in esso. E gettò anche la chiave della cassa in mare.
  1. E per volontà di Dio, quella cassa galleggiò sulla superficie dell’acqua finché non raggiunse il porto di un paese lontano dal mare.
  2. E c’era un pastore che custodiva e pascolava le sue pecore vicino al mare. E quando vide quella cassa, la prese e la portò a casa sua.
  3. E mentre era a casa, pensava e diceva: “Come posso aprire questa cassa?”. E mentre pensava, Dio mise nel suo cuore il pensiero di tornare al mare. E subito andò e trovò un uomo che pescava.
  4. E il pastore disse a quel pescatore: “Getta la tua rete in mare in mio nome, e qualsiasi pesce venga catturato sarà mio, e io ti darò il suo valore”. E il pescatore gettò la rete come gli aveva detto, e un grande pesce uscì nella rete. E quell’uomo gli diede il suo valore.
  5. E quello, prendendo quel pesce, andò a casa sua per arrostirlo sul fuoco e mangiarlo con la sua famiglia. E quando aprì il ventre del pesce, vi trovò dentro la chiave di quella cassa. E disse a se stesso: “Questa deve essere la chiave di questa cassa”. E quando inserì la chiave nella serratura della cassa, essa si aprì rapidamente. E il pastore si meravigliò grandemente e trovò nella cassa quel bambino che quel ricco aveva voluto uccidere.
  6. E quando lo vide, si rallegrò grandemente e lo chiamò Bahran, perché lo aveva trovato nel mare. Ed egli era per lui come un figlio. E la distanza dalla città di Bahran alla città in cui viveva il pastore era di dieci giorni di viaggio.
  7. E dopo molti giorni, quel ricco senza misericordia decise di andare a commerciare. E durante il suo viaggio, giunse al tramonto presso quel pastore.
  8. E disse al pastore: “Fratello mio, ti prego, dammi un posto dove possa passare la notte fino a domani, e ti darò il compenso”. E il pastore lo fece entrare in casa sua.
  1. E il ricco sentì il pastore chiamare il ragazzo per nome, dicendo: “Bahran!”. E quando il ricco sentì questo nome, chiese al pastore: “È tuo figlio?”.
  2. E il pastore disse: “Sì, perché ho trovato questo giovane quando era un bambino piccolo in una cassa nel mare, e l’ho preso e l’ho allevato come mio figlio”.
  3. E quando quel ricco sentì questa storia, si rattristò grandemente nel suo cuore e capì che era il bambino che aveva gettato in mare per ucciderlo.
  4. E la mattina seguente, quel ricco decise di continuare il suo viaggio. Ma inventò una scusa diabolica e disse al pastore: “Fratello mio, ho un favore da chiederti. Avrei bisogno che tu mi dia questo ragazzo per mandarlo con un messaggio a casa mia, in una città chiamata Tsegelit. Ecco, ti darò venti denari d’oro come compenso, perché ho dimenticato una faccenda a casa mia”.
  5. E quel pastore si rallegrò per l’oro. Chiamò il giovane e disse: “Figlio mio, Bahran, vieni, perché quest’uomo onorato vuole mandarti a casa sua per una sua faccenda, e tu tornerai in pace”. E il ragazzo disse: “Sì, padre mio, farò tutto ciò che mi comandi”.
  6. E in quel momento, quel ricco scrisse un messaggio al suo amministratore, dicendo: “Quando questo messaggio sarà letto, uccidi colui che lo porta, il cui nome è Bahran. Gettalo in un pozzo, e che nessuno lo sappia finché non tornerò in pace”. E scrisse nel messaggio il sigillo segreto che c’era tra loro, sigillò il messaggio, lo diede a Bahran, gli diede provviste per il viaggio e lo mandò via.
  7. E mentre era in viaggio, quando gli mancava un giorno per arrivare a quella città, ecco, il glorioso angelo Michele, capo degli angeli, gli si avvicinò, cavalcando un cavallo a somiglianza di un messaggero del re. E chiese a Bahran dove stesse andando. Bahran rispose: “Ho un messaggio da un uomo ricco che mi ha mandato a casa sua, nella città di Egelit”.
  1. E il glorioso angelo Michele disse: “Mostrami il messaggio”. E subito Bahran ebbe paura di lui e gli diede il messaggio. E l’angelo soffiò su quella pergamena, cancellò tutto ciò che era scritto su di essa e scrisse, dicendo: “Io, (nome), ricco, vi ho mandato il portatore di questo messaggio. Dategli in sposa mia figlia Egelit, perché io gli ho dato tutti i miei beni, sia quelli di casa che quelli dei campi. E non aspettatemi, perché sarò trattenuto nel mio viaggio”.
  2. “E che faccia ciò che vuole in casa mia, perché gli ho dato autorità su tutti i miei beni. E questo è il sigillo tra me e te”. E il glorioso angelo Michele sigillò [la lettera], la diede a Bahran e gli disse: “Va’ a casa del ricco e consegna questo messaggio. E non dire che mi hai incontrato per strada e che ho cambiato questo messaggio per non farti uccidere”. E Bahran disse: “O mio signore, farò come mi hai comandato”. E Bahran andò finché non giunse a quella città. Chiese della casa di quel ricco, Egelit, gliela indicarono e consegnò il messaggio al suo amministratore.
  3. E quando [l’amministratore] lesse ciò che vi era scritto e riconobbe il sigillo come autentico, in quel momento fecero per Bahran una grande festa di nozze con la figlia del ricco. E lo portarono secondo l’usanza umana in chiesa, davanti alla casa di Dio. E rimasero in festa e celebrazione per quaranta giorni.
  4. E al termine dei festeggiamenti, quel ricco tornò al suo paese. E quando sentì il suono della festa e della gioia, chiese e disse: “Cos’è questo suono che sento?”. E alcune persone gli dissero: “È perché il tuo messaggio è arrivato per mano di un giovane di nome Bahran, e hai ordinato che gli fosse data in sposa tua figlia Egelit, e gliel’hanno data”.
  5. “Ed ecco, sono quaranta giorni che si rallegrano giorno e notte in festa, e gli hanno dato tutti i tuoi beni, la tua casa, i tuoi servi, le tue serve e tutto il tuo bestiame, come hai comandato nel tuo messaggio”.
  1. E quando quel ricco sentì queste parole, gridò a gran voce, cadde all’istante e morì. E i demoni presero la sua anima e la gettarono nell’inferno più profondo.
  2. E quel giovane di nome Bahran celebrò la commemorazione del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese.
  3. E Bahran chiese e capì che era stato il glorioso angelo Michele, capo degli angeli, ad apparirgli e a soffiare sul messaggio, cancellando ciò che vi era scritto e scrivendo per lui.
  4. E dopo questo, costruì una bella chiesa nel nome del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. E vi pose una sua icona, e da essa scaturirono molti miracoli e prodigi, e i malati furono guariti.
  5. E Bahran fu ordinato sacerdote di quella chiesa e servì il glorioso angelo Michele, capo degli angeli, fino al giorno della sua morte.
  6. Lui, suo padre [adottivo], sua madre [adottiva] e i suoi figli ereditarono il regno dei cieli e la vita eterna, per la supplica del glorioso angelo Michele, capo degli angeli.
  7. E nel giorno della risurrezione del Figlio, quel glorioso angelo Michele si prostra davanti al trono di Dio e prega, dicendo: “Ti prego e cerco la tua grazia, o mio Dio. Io, tuo servo e tuo messaggero, ti chiedo di perdonare tutti coloro che hanno celebrato la commemorazione della mia festa sulla terra, per il tuo giusto patto, perché tu sei misericordioso e perdonatore”.
  8. E il Signore, a cui sia gloria, gli risponde e dice: “O Michele, capo degli angeli celesti, i fedeli ti pregano”.
  9. “Ed ecco, io ti comando di portare sulle tue ali di fuoco, per tre volte, [anime] dagli uomini che celebrano la mia festa sulla terra”. E quando Michele sentì questo, si rallegrò e giubilò. E portò sulle sue ali, per tre volte, [anime] dal popolo. E fece loro attraversare il mare di fuoco. Ed erano miriadi di miriadi, e nessuno poteva contarle se non Dio.
  1. E per questo, o miei amati, sforziamoci e celebriamo la festa del santo e glorioso Michele, capo degli angeli, secondo le nostre capacità. E se c’è qualcuno che dà una coppa d’acqua fresca nel suo nome, non perderà la sua ricompensa, come ha detto il nostro Signore, a cui sia gloria, nel santo Vangelo.
  2. E anche noi chiediamo la misericordia di Dio per la supplica del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, affinché ci salvi dalle trappole di Satana, allontani da noi ogni malattia e convulsione, moltiplichi i frutti della terra, ci aiuti a compiere il bene, perdoni le nostre iniquità e dia riposo alle anime dei nostri defunti. E che riporti i nostri padri e fratelli, che sono in viaggio, alle loro case sani e salvi. E che stabilisca l’amore in mezzo a noi e ci rafforzi nella retta fede fino all’ultimo giorno.
  3. E i miracoli di questo glorioso angelo, Michele, capo degli angeli, sono innumerevoli. La sua supplica sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen.
  4. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. In questo giorno, Dio, a cui sia gloria, nominò Michele, capo degli angeli, nella sua specie, al di sopra di tutti gli angeli, con tutta la sua grandezza.
  5. E i miracoli di questo glorioso angelo, Michele, capo degli angeli, sono molti. E per questo, i maestri della Chiesa ci hanno comandato di celebrare la festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese. La sua supplica e intercessione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen.

E le ordinò di non trascurare le elemosine che egli faceva durante la sua vita, e specialmente di non dimenticare queste tre feste commemorative.

  1. Salve a Michele, che è misericordioso e obbediente all’uomo nella sua bontà. Come l’ascensione di Dio nei cieli avvenne al suono della tromba di quest’angelo, così avverrà di nuovo alla sua venuta.
  2. E in questo giorno, avvenne anche il riposo e la storia di Santa Afomya.
  3. E questa santa era la moglie di un uomo che temeva Dio, il quale faceva molte elemosine e celebrava tre feste ogni mese. Queste erano la festa del glorioso angelo Michele, il dodicesimo giorno di ogni mese, la festa della Santa Vergine Maria, il ventunesimo giorno di ogni mese, e la festa commemorativa del nostro Signore Gesù Cristo, il ventinovesimo giorno di ogni mese.
  4. E quando si avvicinò il giorno della sua morte, ordinò a sua moglie di non interrompere le elemosine e, soprattutto, di non trascurare la commemorazione di queste tre feste.
  5. E lei chiese a suo marito di farle fare un’icona del glorioso angelo Michele e di dargliela perché la mettesse in casa sua. Ed egli fece questo per lei.
  6. E quando egli morì, questa santa continuò a fare come faceva suo marito. E Satana divenne invidioso di lei e le si avvicinò, assumendo le sembianze di una monaca vedova, e cominciò a parlare con lei, dicendo: “Sono triste per te e ti consiglio”.
  7. “E ora, io ti consiglio di risposarti e di avere un figlio, prima che la tua ricchezza si esaurisca e tu cada in povertà in seguito”.
  8. E dopo di ciò, le disse: “Ecco, tuo marito ha ereditato il regno dei cieli e non ha bisogno di elemosine”. Ma lei rispose, dicendo: “Ho fatto un patto con Dio di non avere più rapporti con un altro uomo”.
  1. “Persino le colombe e i corvi non conoscono un altro compagno dopo la morte del loro. Come potrebbe essere giusto per gli esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio, fare una cosa simile?”, disse lei.
  2. E quando egli vide che lei non ascoltava il suo consiglio, cambiò aspetto, gridò contro di lei e disse: “Tornerò da te un altro giorno”. Ma lei prese l’icona del glorioso angelo Michele e lo scacciò con essa.
  3. E quando fu il dodicesimo giorno del mese di Sene, mentre lei si preparava a celebrare la festa come sua abitudine, Satana le apparve di nuovo sotto le sembianze di un angelo e le disse: “Pace a te. Stai bene? Io sono l’angelo Michele, capo degli angeli. Dio mi ha inviato da te. E ti comanda di smettere con le elemosine e di sposare un uomo fedele”. E le disse: “Sappi che una donna senza marito è come una nave senza timone”.
  4. E cominciò a portarle esempi dai libri dell’Antico Testamento, dicendo: “Guarda Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide e altri come loro. Tutti si sono sposati e hanno compiuto la volontà di Dio”.
  5. E la santa rispose e gli disse: “Se tu sei un angelo di Dio, dov’è il segno della croce che ti accompagna? Poiché un messaggero del re non va in un altro luogo senza portare con sé il sigillo di quel re”.
  6. E quando Satana sentì queste parole da lei, cambiò aspetto, la afferrò e la strangolò. Ma lei invocò il glorioso angelo Michele, che giunse rapidamente e la salvò da lui. E afferrò Satana e cominciò a giudicarlo. E [Satana] lo supplicò, dicendo: “Poiché Dio è stato paziente con me fino alla fine del mondo, perdonami e non giudicarmi ora”. E lo scacciò.
  7. E l’angelo disse a Santa Afomya: “Va’, prepara le tue cose, perché oggi lascerai questo mondo. Ed ecco, Dio ha preparato per te ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è mai entrato nel cuore dell’uomo”, la ricompensa che ti ha preparato, le diede la pace e ascese al cielo.
  1. E dopo di ciò, completò i preparativi per la festa come si conveniva. Mandò a chiamare il vescovo e i sacerdoti, e quando vennero, diede loro tutti i suoi beni perché li distribuissero ai poveri, ai bisognosi e agli afflitti.
  2. E dopo questo, si alzò e pregò. Prese l’icona del glorioso angelo Michele, la venerò e la pose sul suo petto e sul suo volto. E dopo di ciò, morì il dodicesimo giorno di Sene, nel giorno della festa del glorioso angelo Michele.
  3. Che Dio abbia pietà del suo amato (nome) per la sua preghiera, nei secoli dei secoli. Amen.
  4. Salve ad Afomya, che nel giorno stabilito sconfisse il tentatore con la parola di astuzia, come egli aveva promesso. Tenendo l’icona di Michele sul suo volto, passò dalla fatica al riposo eterno.
  5. E in questo giorno, morì anche il beato e puro Laibela, re d’Etiopia, che vide i misteri celesti. Che Dio abbia pietà di noi per la sua preghiera, nei secoli dei secoli. Amen.
  6. Salve a Laibela, costruttore di santuari in pietra viva con sapienza, senza terra bagnata [malta]. Affinché la sua sovranità e il suo governo potessero essere confermati, questo miele, delizia di re e popolo, fu circondato da api nel giorno della sua nascita.
  7. Salve a Cirillo, il grande, il cui episcopato avvenne per la profezia di un uomo giusto. Lontano dagli errori del mondo, questo maestro, con il flusso delle sue parole, fece prosperare i rami [della Chiesa], e con il suo insegnamento, i figli del Vangelo si moltiplicarono e furono benedetti.

Luglio

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. L’omelia del santo e glorioso Michele, capo degli angeli, che si legge il dodicesimo giorno di Hamle (Luglio). La sua benedizione sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen.

  1. Ciò che il vescovo Giovanni disse riguardo a un uomo orgoglioso che viveva in una certa città, è questo: quest’uomo non digiunava né pregava, e il suo cuore era duro come quello del Faraone.
  2. E vicino a quest’uomo viveva un uomo povero con sua moglie. La loro fede era retta, ed erano sempre devoti a San Michele, capo degli angeli. Celebravano la sua festa e davano tutto ciò che avevano ai poveri e ai bisognosi.
  3. E quando quel ricco vicino li vide, mormorò nel suo cuore, dicendo: “Questi poveri, che non hanno da mangiare e da bere per sé, cosa possono dare ai poveri?”. E il suo cuore fu turbato.
  4. E un giorno, chiamò il povero e gli disse: “Tu, uomo che non hai un campo da arare, né semi da seminare, né beni da vendere o scambiare, da dove prendi ciò che dai ai poveri?”.
  5. E il povero rispose: “Quando io e mia moglie invochiamo il nome di Michele, capo degli angeli, egli ci dà forza e benedizione. Per questo lavoriamo molto con le nostre mani, e il lavoro delle nostre mani è benedetto”. A quel punto, quel ricco orgoglioso si vergognò e rimase in silenzio.
  6. E il povero, con sua moglie, non smise di dare l’elemosina fino al giorno della sua morte.
  7. E dopo la morte di quel povero, sua moglie era incinta. E nel giorno della festa di Michele, capo degli angeli, le doglie del parto la colsero. E mentre era sul punto di partorire, gridò dicendo: “O Michele, capo degli angeli, salvami da questa terribile doglia che mi ha colpito!”. E Dio ascoltò rapidamente la preghiera della donna.
  8. E subito Michele e Gabriele scesero, la assisterono, e lei partorì un figlio di bell’aspetto. E Michele disse a Gabriele: “benedici questo bambino”. E Gabriele disse: “Che il Signore Altissimo lo benedica e gli dia la casa e tutti i beni di questo ricco malvagio” . E detto questo, gli angeli di Dio, Michele e Gabriele, ascesero al cielo .
  1. Ma quel malvagio ricco era seduto sulla terrazza della sua casa, e Dio gli aprì le orecchie, così sentì ciò che Michele e Gabriele dicevano . E dopo di ciò, pensò nel suo cuore e disse: “Come può questo bambino ereditare i miei beni e le mie ricchezze?” .
  2. E dopo che furono passati i giorni della sua purificazione, [il ricco] inviò un servo a chiamarla. E quando lei venne, quel ricco le disse con astuzia: “O donna, tu stessa sai che non ho figli, tranne una figlia. Ora, dammi tuo figlio perché sia mio figlio, affinché io lo allevi, lo esalti e lo faccia crescere, e gli darò mia figlia perché sia sua moglie” .
  3. E lei gli disse [a causa della sua povertà]: “Prendi questo bambino, che stia con te, e che Dio faccia di lui ciò che vuole”. E il bambino rimase per tre mesi in casa di quel ricco .
  4. E dopo di ciò, il ricco cominciò a tramare contro di lui e meditò un piano malvagio. Lo mise in un grande sacco chiamato “wəsədät”, ne legò l’apertura e ordinò ai suoi servi di gettarlo in mare. E subito lo gettarono in mare. Ma San Michele, capo degli angeli, scese da quel bambino, lo portò in un paese lontano e lo fece uscire dalle acque del mare .
  5. E dopo questo, un pastore venne per abbeverare le sue pecore e trovò quel grande sacco. E quando ne aprì l’apertura, trovò il bambino. E ringraziò Dio e disse: “Poiché non ho figli, ti ringrazio per avermi dato un figlio”. Lo prese, lo portò a casa sua, lo battezzò nel nome perfetto della Trinità e lo chiamò Talason. E Talason, in lingua Ge’ez, significa “perla”. E lo pose a capo di tutti i suoi beni .
  1. E dopo che il ragazzo ebbe vent’anni, una grave calamità si abbatté su quel ricco orgoglioso. E si recò nel paese dove si trovava Talason e incontrò per strada il padre di Talason (il pastore). E il ricco disse al pastore: “Fratello mio, non abbandonarmi; sono uno straniero che ha fatto tardi. Ti prego, ospitami a casa tua per questa notte”. E il pastore disse: “Sia come dici tu, poiché sei un viaggiatore” .
  2. E dopo averlo fatto entrare in casa sua, il padre chiamò suo figlio, dicendo: “Talason!”. E quel ricco orgoglioso chiese: “Che significato ha questo nome che chiami, ‘Talason’?” .
  3. E suo padre disse: “Mentre andavo al mare per abbeverare le mie pecore, trovai un sacco legato e abbandonato. Quando lo vidi e ne aprii l’apertura, trovai questo ragazzo. E mi rallegrai, perché non avevo figli, e per questo lo chiamai Talason. E gli ho dato tutta la mia casa e i miei beni” .
  4. E quel ricco orgoglioso chiese: “Quanti anni sono passati da quando hai trovato questo bambino sulla riva del mare?” . E [il pastore] rispose: “Venti anni, più o meno” .
  5. E quel ricco orgoglioso si ricordò e disse nel suo cuore: “Questo è il bambino che ho gettato in mare” .
  6. “E ora, non lo lascerò ereditare la mia casa, come ho sentito dire dagli angeli del cielo”. E la sua anima si adirò in quel momento. E disse al padre: “Ti prego, dammi questo ragazzo perché sia mio figlio, poiché non ho figli”. Ma il padre rispose: “Come puoi dirmi di darti il figlio che Dio mi ha dato, che ho trovato in un sacco sulla riva del mare? Da quando ho trovato questo bambino, la mia casa è stata benedetta e tutti i miei beni, e nessun male o sfortuna è entrato in casa mia” .
  7. E quel ricco orgoglioso disse al padre: “Prendi da me trenta denari d’oro, il prezzo di due schiavi, e dammi questo bambino perché sia mio figlio” .
  8. E il pastore disse: “Va bene, dammi i trenta denari d’oro”. E il ricco orgoglioso diede [l’oro] al pastore, e il pastore diede il ragazzo al ricco .
  1. E dopo di ciò, il ricco prese il ragazzo e viaggiò in un paese lontano. E quando giunse in quel paese, scrisse una lettera a sua moglie, dicendo: “Quando questo ragazzo di nome Talason, che porta questa lettera, arriverà da te, non indugiare né esitare a ucciderlo, perché è il bambino che abbiamo gettato in mare” .
  2. E sigillò la lettera e la diede a Talason, dicendo: “Porta questa lettera a mia moglie e non mostrarla a nessun altro” .
  3. E dopo di ciò, il ragazzo prese la lettera e si mise in cammino. E mentre viaggiava, San Michele, capo degli angeli, lo incontrò per strada, cavalcando un cavallo con molti angeli che lo accompagnavano, simili alla guardia di un re .
  4. E Michele disse al ragazzo: “Salute a te, ragazzo”. E il ragazzo disse: “Salute a te, mio signore”. E [Michele] chiese: “Cos’è quella lettera che porti?”. E il ragazzo disse: “Il mio signore mi ha inviato a consegnare una lettera a sua moglie”. E San Michele, capo degli angeli, disse: “Dammi quella lettera, lascia che la veda” .
  5. E in quel momento, diede la lettera al capo degli angeli. E San Michele, capo degli angeli, soffiò su quella lettera . E subito, la scritta fu cancellata, perché era una lettera di menzogna .
  6. E San Michele, capo degli angeli, cominciò a scrivere con le parole di quel ricco orgoglioso, e scrisse, dicendo: “Ho scritto a te, io, tuo marito. Sono andato in un paese lontano e lì ho trovato un uomo, un grande nobile e molto ricco, il padre di questo ragazzo. E mi ha dato oro e argento perché io dia mia figlia a suo figlio in sposa. E quando questa lettera ti giungerà, dopo averla letta, che ci sia grande gioia in casa mia e nel mio paese. Dagli in sposa mia figlia. E non dargli solo il mio oro e il mio argento, ma tutti i miei beni, sia in casa che nei campi. Non nascondergli nulla” .
  7. E Michele, capo degli angeli, sigillò quella lettera e la diede al ragazzo come prima. E il ragazzo andò, giunse dalla moglie [del ricco] e le diede la lettera. Lei la prese e lesse gli ordini che conteneva. E dopo averla letta, eseguì tutti gli ordini .
  1. E dopo un mese, quel ricco orgoglioso tornò. E mentre si avvicinava alla città, incontrò i suoi servi e chiese loro: “State tutti bene?” .
  2. Ed essi dissero: “Stiamo bene. Ma tua moglie, da quando è arrivata la tua lettera, ha fatto una grande festa con noi, secondo le tue parole” .
  3. Ed egli chiese: “Per quale motivo?”. Ed essi dissero: “Hai dato tua figlia a quel ragazzo, per il messaggio che hai inviato. E lei gli ha dato tutti i tuoi beni, sia in casa che nei campi. Ed eccoli insieme, che mangiano, bevono e si rallegrano con arpe, canti, tamburi e flauti in casa tua”. E quando sentì questa notizia, la tristezza entrò nel suo cuore. Montò sul suo cavallo, e in quel momento la sua staffa si ruppe, ed egli cadde sulla spada che era sotto la sua sella, e così morì .
  4. E quando sua moglie sentì il grido, il grande lamento, il clamore e il pianto, fu colta da un grande spavento. E quando sentì che suo marito era morto, cadde dal tetto e morì in quello stesso giorno. E furono sepolti entrambi nello stesso giorno .
  5. E dopo questo, il ragazzo visse servendo Dio in tutte le sue vie, poiché era stato benedetto da Dio e dai capi degli angeli, Michele e Gabriele. Dava l’elemosina ai poveri e ai bisognosi durante le feste del nostro Signore Gesù Cristo – al Natale, all’Epifania e al Battesimo – e alla festa di Maria, Madre di Dio, e alla festa di Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese, dando ai poveri e ai bisognosi dai beni che Dio gli aveva dato .
  6. E Talason morì il dodicesimo giorno di Hədar, alla festa del santo e glorioso Michele, capo degli angeli, ed ereditò il regno dei cieli, per la supplica della nostra Signora Maria, Madre di Dio, e per la supplica del santo Michele, capo degli angeli, e per la preghiera di San Gabriele, annunciatore dell’incarnazione del Figlio di Dio .
  1. E non c’è fine ai miracoli che ha compiuto. Ma ne abbiamo scritti pochi e ne abbiamo lasciati molti, affinché possiamo ricordare i poveri e i bisognosi, e possiamo essere misericordiosi nel nome di San Michele, capo degli angeli, e affinché egli possa pregare per noi davanti a Dio e perdonare le nostre iniquità .
  2. E io, vostro padre Giovanni, vescovo d’Etiopia, e voi, miei figli e mio popolo che Dio mi ha dato, chiedete e pregate affinché possiamo trovare grazia, favore e misericordia davanti a Dio, che ama l’umanità, per la preghiera di San Michele, capo degli angeli, per la supplica di San Gabriele, annunciatore dell’incarnazione, per l’intercessione della nostra Signora Maria, Madre di Dio, per la preghiera di Giovanni Battista, per la preghiera dei giusti e dei martiri, e per la supplica delle Quattro Creature Viventi e dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo, affinché Egli ci perdoni .
  3. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. La benedizione e il dono dell’aiuto di tutti questi santi siano con noi .
  4. A colui che lo ha scritto e a colui che lo ha fatto scrivere, a colui che lo ha letto e a colui che lo ha tradotto, e a colui che ha ascoltato le sue parole, che Dio abbia misericordia di tutti loro insieme nel regno dei cieli, nei secoli dei secoli. Amen .
  5. Questo è il miracolo compiuto dall’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, formato da fuoco ardente, servo dell’Unico, la cui dignità è eccelsa, dalle cui labbra sgorga una fonte di lode, dal cui volto emana una scintilla di fuoco, il cui abito è una veste di folgore, che tiene in mano la spada della Trinità, con la quale vengono mietuti gli spiriti impuri, gli eserciti di Belhor, i suoi demoni .
  6. E anche a noi, tutti figli del battesimo, che abbiamo creduto nella sua supplica, che egli ci prenda sotto la sua protezione. Che ci visiti ogni giorno con i suoi compagni e ci benedica stendendo le sue mani. Che ci nasconda sotto lo scudo della sua supplica, affinché le frecce del nemico non ci trafiggano. E che ci copra con l’ombra delle sue ali, affinché siamo salvati per sempre dalle sue malvagità, da ora fino all’ultimo respiro, e in ogni tempo e anno. E che salvi la nostra generazione dalla corrente dell’inferno, nei secoli dei secoli. Amen .
    E soprattutto, a colui che scrive i suoi miracoli, (nome), che lo copra con l’ombra delle sue ali, nei secoli dei secoli. Amen.

Miracolo dell’Uomo Indemoniato

  1. Si narra che in un certo paese vivesse un uomo cristiano. E un giorno, durante la festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, mentre il vescovo era in chiesa con i sacerdoti e i diaconi al momento dell’Eucaristia, e alcuni fedeli cristiani stavano fuori al momento della Liturgia per ricevere la Comunione, come era loro usanza secondo la legge, quando giunse il momento di leggere il Vangelo del regno dell’Unico Figlio, entrò un uomo posseduto da uno spirito impuro. Egli era stato tormentato per molto tempo da una grande e terribile sofferenza causata da demoni malvagi. Entrò in chiesa mentre erano in questo stato, e tutto il popolo lo guardava. Gridò e urlò a gran voce, dicendo: “Ecco, mi hai cacciato e scacciato dalla mia dimora. E fino ad ora, ho vagato e vagabondato senza un rifugio dove entrare e riposare con tutti i miei compagni. O capo degli angeli, dove andrò dal tuo spirito? E dove fuggirò dalla tua presenza? Non c’è scampo dalla tua mano. Ecco, ci hai scacciato da ogni luogo sotto il cielo e sulla terra, dove il tuo nome è invocato e la tua commemorazione è celebrata, e dove il tuo santuario e la tua chiesa sono costruiti. Non ci hai lasciato un posto dove entrare”.
  2. E mentre diceva questo a gran voce, quello spirito impuro, davanti all’assemblea della chiesa in quell’istante, San Michele, capo degli angeli, scese dall’alto del cielo e apparve, vestito di luce e avvolto in un fulmine di gloria, tenendo in mano un bastone d’oro con il segno della croce .
  3. E subito afferrò quel Satana, lo spirito impuro che dimorava in quell’uomo, e lo appese sopra l’altare, vicino al tabernacolo, sul lato sinistro dell’altare. E cominciò a colpirlo con il bastone a forma di croce che teneva in mano. E Satana gridò subito e urlò a gran voce, dicendo: “Guai a me, guai a me, che sono stato preso nella tua mano! E come posso sfuggire alla tua mano? Ho peccato, o capo degli angeli, Michele, perché ho osato entrare nel tuo santuario. Ma ti scongiuro, per Colui che ti ha dato questo potere e questa grande gloria, di perdonarmi e di lasciarmi andare. E giuro a te, ecco, che d’ora in poi non tornerò più né entrerò di nuovo nel tuo santuario, né in alcun luogo dove il tuo nome è invocato e la tua commemorazione è celebrata, né dove si confida nella tua preghiera”.
  4. E mentre diceva questo, uscì dalla chiesa e se ne andò con grande timore e umiliazione, mentre tutto il popolo lo guardava .
  1. E dopo di ciò, l’uomo guarì e divenne sano. Ringraziò Dio e San Michele, capo degli angeli, e visse servendo e ministrando la chiesa del glorioso angelo Michele per tutti i giorni della sua vita, finché non morì ed entrò nel regno dei cieli per la sua fede e per la supplica di Michele, capo degli angeli, angelo di grazia e misericordia .
  2. E a tutti noi che abbiamo creduto nella sua preghiera e nella supplica della sua bocca, che egli ci salvi per sua intercessione dal tentatore e dai suoi demoni. Che ci guarisca dalla malattia della nostra anima e del nostro corpo. Che ponga sulla nostra ferita la guarigione della sua santità, affinché possiamo vivere per la sua grazia. E che moltiplichi la sua preghiera per noi, insieme a tutti i suoi compagni, i Cherubini, capi di fuoco, che sono fulmini di gloria. Che la rugiada della grazia, piena del suo beneficio, si riversi su di noi dal Misericordioso, il cui trono è nei cieli, la cui esistenza è nascosta e la cui esistenza primordiale non può essere conosciuta. E che la sua misericordia non si allontani da noi. E soprattutto, a colui che legge i suoi miracoli, che la sua intercessione sia un aiuto, e che lo copra con le sue ali, nei secoli dei secoli. Amen .
  3. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Hamle, la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. Poiché in questo giorno il Signore lo inviò contro l’esercito di Sennacherib, re di Persia, e uccise del suo esercito centottantacinquemila uomini, quando assediò Gerusalemme .

Miracolo di Re Ezechia e Sennacherib

  1. Salve a te, che aiuti i santi martiri e visiti i giusti che vivono nel deserto e nelle grotte. Tu, Michele, che fai maturare le piante verdi per il raccolto, sei il sole. Ora, risvegliami dal sonno della seconda morte alla vita che è sotto le tue ali.
  2. E Sennacherib inviò messaggeri al re Ezechia, insultando lui e il Signore suo Dio, e disse loro: “Chi vi salverà dalla mia mano?” . E il re Ezechia di Giuda si addolorò sentendo l’insulto contro di lui e contro il Signore suo Dio. Indossò il sacco, entrò nella casa del Signore, pregò, chiese e si prostrò nel tempio del Signore, affinché salvasse il suo popolo e la sua città, Gerusalemme. E il Signore accettò la sua preghiera e inviò Michele, capo degli angeli, nella città di Sennacherib, re di Persia. E compì un grande miracolo e salvò Gerusalemme e tutto il popolo di Giuda .
  3. E per questo, i maestri della Chiesa ci hanno comandato di celebrare la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele ogni mese, come in questo giorno. La sua supplica sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen .

Agosto

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. L’omelia del santo, glorioso e potente Michele, capo degli angeli, che si legge il dodicesimo giorno del mese di Nahase (Agosto). La sua supplica sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen.

  1. È per la sua umiltà che ha ottenuto l’esaltazione; la sua grandezza, il suo onore, la sua umiltà e il suo amore sono narrati in questo racconto.
  2. Questo è Michele, che ha purificato il pensiero orgoglioso, ha disprezzato la sua posizione e ha amato la distruzione.
  1. Questo è Michele, di cui Dio disse: “Onorate tutti voi, angeli, il glorioso Michele, custode della mia parola e compitore della mia volontà e del mio comando, l’angelo del mio consiglio e del mio patto, a cui ho dato autorità sotto il mio dominio” .
  2. E anche Davide disse riguardo a questo angelo: “L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva” .
  3. Questo è Michele, che vendicò il sangue di Abele e fece uccidere Caino per mano di Lamech il cieco .
  4. Questo è Michele, che diede la benedizione a Sem da suo padre Noè, quando Noè si ubriacò di vino, si addormentò con sua moglie e la sua nudità fu scoperta. E il figlio di Cam rise, ma Sem coprì la nudità di suo padre .
  5. E Noè, alzatosi, benedisse Sem e maledisse Canaan, dicendo: “Sii servo dei tuoi fratelli” .
  6. E allo stesso modo, anche Cristo, risorgendo dai morti, indebolì la forza della morte e trasformò la maledizione in benedizione. Come disse Asaf: “E Dio si svegliò come uno che dorme, e come un uomo forte che si è liberato del vino, e colpì il suo nemico alle spalle” .
  7. Questo è Michele, che distrusse con il fuoco la città di Sodoma e Gomorra e salvò Lot e le sue figlie sulle sue ali .
  8. Questo è Michele, che aiutò Abramo quando sconfisse i re pagani .
  9. Questo è Michele, che salvò Giacobbe dalla mano di suo fratello Esaù .
  10. Questo è Michele, che salvò Giuseppe dalla mano dei suoi fratelli e gli diede favore davanti al Faraone, re d’Egitto .
  11. Questo è Michele, che guidò gli Ebrei di giorno con una colonna di nube e tutta la notte con una luce di fuoco. Divise il mare, li fece passare e fece sì che l’acqua stesse come un muro. E annegò i loro nemici che li inseguivano .
  12. Questo è Michele, che apparve a Giosuè con una maestà terrificante e fu la sua guida nella terra di Gerico .
  13. Questo è Michele, che fece crollare le mura di Gerico e diede loro in eredità la terra promessa.
  14. Questo è Michele, che salvò Davide dalla lancia di Saul, che era macchiata di sangue, e gli diede forza contro Golia davanti ai suoi bei fratelli. Come disse lui stesso: “I miei fratelli erano belli e alti, ma il Signore non si compiacque di loro” .
  15. E ancora, disse: “Egli inviò il suo angelo e mi salvò. E mi prese dal pascolo di mio padre e mi unse con l’olio santo [della regalità]” .
  16. Questo è Michele, che aiutò Ezechia nella sua tribolazione. Allo stesso modo, che egli aiuti noi e ci salvi dalla malattia del corpo e dell’anima .
  17. Questo è Michele, che aiutò i tre giovani nella fornace ardente nella città di Babilonia, li salvò dalla mano dei pagani e spense per loro l’ardente fiamma di fuoco .
  18. Questo è Michele, che viene inviato per ogni atto di ira e di misericordia .
  19. Per i re è maestà, per gli eserciti è forza e potenza. È colui che chiede e intercede con dolce parola .
  20. Ai martiri dà coraggio, fortezza e retta fede. Alle vergini, purezza e custodia. Ai sacerdoti, la lode che si accorda con i salmi di Davide. A tutto il mondo, pace e benedizione. Ai mercanti, un porto sicuro e tranquillità. E ai malati, la guarigione. Questo è Michele che dona [tutto questo] .

Esortazione alla Carità e Patto Divino

  1. O miei amati, è giusto per noi mostrare misericordia e carità ai poveri e ai bisognosi nel giorno della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli .
  2. E ancora, la Scrittura dice: “Poiché chiunque darà anche solo un bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli nel nome di un giusto, non perderà la sua ricompensa” .
  3. O miei amati, rafforziamo i nostri cuori in questo. E per questo, se un uomo compie questa buona opera, per questo il flagello di Dio si allontanerà da lui nel giorno terribile, quando ci sarà il giudizio e la condanna .
  4. Per la preghiera di San Michele, capo degli angeli, la terra sarà salvata e non perirà .
  1. E ancora, Dio diede a Michele un’alleanza e disse: “Chiunque fa la tua commemorazione, invoca il tuo nome, scrive la tua omelia, porta incenso alla tua chiesa, o dà pane a un affamato o da bere a un assetato nel tuo nome, io perdonerò tutti i suoi peccati e avrò misericordia dei figli del battesimo” .
  2. E ora, fratelli miei, venite, magnifichiamo Michele, capo degli angeli, che Dio ha esaltato in onore e ha rivestito di gloria, e lo ha innalzato al di sopra di tutti .
  3. Venite, lodiamo colui che Dio ha lodato, dicendo: “Ho nominato Michele” .
  4. E anche noi, preghiamolo con cuore risoluto e fervente, e con umiltà .
  5. E diciamo: “Prega per noi, Michele, capo degli angeli, davanti a Dio per tutta la creazione, affinché dia protezione ai re, retta fede ai vescovi, pace ai nobili, buon consiglio ai governanti, fede alle nazioni, lode e preghiera pura ai sacerdoti, servizio zelante ai diaconi, perfezione ai monaci, fortezza ai perseveranti, purezza alle vergini, pace e unità (prosperità) al paese, forza ai nostri buoi, latte alle nostre mucche, abbondanza al nostro grano e tranquillità a tutto il mondo” .
  6. Per la preghiera di Michele, capo degli angeli, il paese è salvato e non perisce.
  7. E soprattutto, chi offre alla sua chiesa vino, grano, incenso o una lampada nel giorno della sua festa, o dà da mangiare a un affamato, anche solo metà di un pane, o dà da bere a un assetato, anche solo una coppa d’acqua fresca, riceverà onore, gloria e una parte con tutti i santi e i martiri, nei secoli dei secoli. Amen.

La Gerarchia Celeste e l’Intercessione

  1. È giusto per noi celebrare la commemorazione dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e delle Quattro Creature Viventi, e di Michele e Gabriele, i capi degli angeli, in ogni tempo, affinché preghino per noi nei secoli dei secoli.
  2. E questo libro è uscito da Gerusalemme per narrare l’onore, la grandezza, la dignità e la gioia di Michele e Gabriele, e dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e delle Quattro Creature Viventi, lodatori e cantori, che sono pieni di santità e gloria, perfetti nel rito e nella fede, secondo la legge dell’intelletto, luminosi e puri di cuore .
  3. E nessuno entra dove sono piantate le tende del velo del Padre e nel suo santuario, che è preparato per la grazia e la misericordia ed è pieno di gioia, letizia, vita e salvezza, se non quelle Quattro Creature Viventi e i Ventiquattro Sacerdoti del Cielo. Ed essi entrano per primi nel palazzo del santuario del Padre, lodandolo e cantando a lui senza sosta, con una sola voce .
  4. E le Quattro Creature Viventi portano il trono di Dio Padre sulle loro spalle. Il volto di una è rivolto a est, quello di un’altra a ovest, quello di un’altra a nord e quello di un’altra a sud. E nessuno vede il volto del Padre, dall’inizio alla fine .
  5. E quando vedono anche solo un lembo del velo del suo volto, temono, tremano, sono spaventati e agitano le loro ali. Ma egli dice loro: “Non temete e non spaventatevi, ma portatemi. Tuttavia, non siete voi che potete portarmi, ma sono io che porto voi” .
  6. I Ventiquattro Sacerdoti del Cielo offrono continuamente incenso al suo trono senza stancarsi, e ringraziano Dio. E al momento dell’offerta dell’incenso, ogni giorno e ogni ora, lodano Dio e chiedono misericordia per i figli degli uomini e per tutta la creazione. E ogni mattina e ogni sera, Egli aumenta per loro la gioia, la letizia, la vita, la grazia perfetta e l’onore, e compie per loro tutto ciò che chiedono. Ed essi obbediscono al loro Creatore insieme e dimorano con il Padre, rallegrandosi per un tempo infinito .
  7. E quando un comando esce dalla dimora del Padre, le Quattro Creature Viventi portano fuori il suo comando e lo comunicano ai Ventiquattro Sacerdoti del Cielo ed essi, a loro volta, lo comunicano a Michele, Gabriele e Raffaele .
  1. E Michele comanda a tutti gli angeli. E se [il comando] è buono, viene eseguito per tutta la creazione .
  2. E Gabriele fa scendere la misericordia su tutti gli uomini e fa ascendere tutte le nostre opere, e tutto ciò che abbiamo fatto dal mattino alla sera. E presenta il nostro sacrificio davanti a Dio Altissimo, sia che l’abbiamo fatto in purezza o in impurità .
  3. E Michele, Gabriele, i Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e le Quattro Creature Viventi si alzano, si prostrano e intercedono per noi, dicendo: “O Signore, abbi misericordia di loro, perdona il tuo popolo e non distruggere la tua stirpe, che hai formato con le tue dita a tua immagine e somiglianza. Tu hai creato l’uomo dalla polvere e hai soffiato gli spiriti nelle ossa. Ma Satana li ha sviati, affinché non tornino a te” .
  4. “E ora, proteggili con la fortezza della tua croce, custodiscili e rafforzali con lo Spirito Santo, affinché possano prevalere” .
  5. E subito Egli ascolta la loro preghiera e fa scendere la sua misericordia su tutta la terra. E, per la preghiera degli angeli, allontana la sua ira dagli uomini .
  6. Se gli angeli non ci proteggessero giorno e notte, saremmo come pecore abbandonate dal loro pastore, e il lupo ci avrebbe dispersi come polvere al vento. E Satana avrebbe prevalso su di noi, avremmo perso la speranza e saremmo stati lontani dalla legge di Dio, se Dio Padre non fosse stato il nostro aiuto contro il nostro nemico Satana .
  7. Non camminiamo dunque sulla via di Satana, perché è tenebra. Ma coloro che camminano sulla via della luce entreranno nella vita e nella salvezza .
  8. E chi si associa ai demoni non entri in chiesa né riceva il corpo e il sangue del nostro Salvatore, perché è un ladro e un trasgressore, e ha violato il comandamento .

Il Miracolo di Santa Susanna

  1. Non avete sentito né visto ciò che accadde a Susanna? Suo padre era un re, sua madre una regina e anche suo marito un re. E dopo la morte di suo marito, altri vennero a suo padre, portando oro e argento come dote, e dissero: “Dacci tua figlia”. E il padre acconsentì alla loro proposta .
  2. E il re disse a sua figlia: “Vieni, risposati”. Ma lei rifiutò e disse a suo padre: “Dopo la morte di mio marito, non mi risposerò. Ho consacrato me stessa al mio Creatore” .
  3. E dopo molto tempo, vennero dei giudici potenti e le dissero: “Vieni, ti sposeremo”. Ma Susanna disse loro: “Voi siete corrotti e allontanati dalla legge di Dio. Andate via dalla mia presenza!”. E li mandò via umiliati .
  4. E allora, umiliati, i giudici andarono da suo padre e gli dissero: “Abbiamo trovato Susanna che commette adulterio e peccato, come qualsiasi altra persona” .
  5. E a causa di questa accusa, suo padre si adirò e, infuriato, mandò i suoi servi dicendo: “Andate e lapidatela a morte” .
  6. In quel momento, Susanna pregò il Signore, e San Michele scese da lei in forma di uomo e disse ai servi che suo padre aveva mandato: “Lasciate stare questa ragazza e non lapidatela” .
  7. E subito, lo Spirito Santo entrò nei loro cuori, ed essi dissero: “Sia così, se ci salverai dall’ira del nostro signore”. E andarono con lui da suo padre e riferirono l’accaduto davanti all’assemblea dei nobili e dei governanti .
  8. E subito, l’espressione del re cambiò. E San Michele, capo degli angeli, disse a questo re: “Hai fatto una cosa ingiusta e non ti sei ricordato del Signore tuo Dio, che ti ha dato il tuo potere. A causa di una parola falsa e senza un giusto processo, stavi per condannare tua figlia. Ma il Signore nostro Dio non giudica mai così” .
  9. “E ora, non temere. Giudica rettamente per questa tua figlia, e interroga i giudici separatamente” .
  10. E dopo di ciò, San Michele si alzò e li interrogò separatamente, e disse loro: “Voi, giudici, dove avete visto Susanna commettere adulterio e peccare con il suo corpo?”. E uno disse: “Io l’ho vista sotto un albero di lentisco”. E un altro disse: “Io l’ho vista nel palazzo”. E un terzo disse: “Io l’ho vista sotto un albero di fico” .
  1. E disse loro: “Poiché non avete visto Susanna peccare con il suo corpo e la vostra testimonianza è falsa, che il Signore nostro Dio vi spacchi come un’acacia”. E subito, i tre furono divisi in due parti ciascuno, senza lama. E in quel momento, riconobbero che era Michele. E in questo modo, furono umiliati e distrussero le loro stesse anime .
  2. E quando suo padre vide questo, si alzò con i suoi nobili, si prostrò a Susanna e la fecero regina al posto dei tre giudici. Poiché ella aveva ottenuto un doppio profitto: la gioia sulla terra e il regno nei cieli. E così comprendiamo che per la preghiera di Michele, tutto il mondo è salvato .
  3. La preghiera e la benedizione di San Michele, capo degli angeli, l’intercessione della nostra Signora, la Santa Maria, e la supplica della beata Susanna siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen .

Il Miracolo dell’Uomo Cieco

  1. Questo è il miracolo compiuto dall’angelo glorioso Michele, capo degli angeli, formato da fuoco ardente, il cui mare di lode è immenso e la cui voce risuona come il tuono. Egli sta sempre davanti al trono eccelso e tremante, e chiede misericordia per ogni generazione, inginocchiandosi e prostrandosi. Che la potenza della sua preghiera sia la nostra guarigione dalla pestilenza e dal nostro volto caduto. La sua gloria è un abito bianco, e il suo mantello è un fulmine. La sua preghiera è una spada affilata che fa a pezzi gli eserciti di Belhor, oscuri e malvagi. E che visiti tutti noi, figli di questo giardino [la Chiesa], affinché non siamo svergognati nel tremendo giorno del giudizio. Che ci benedica con mano tesa, da ora e per sempre, in ogni giorno e in ogni generazione. Che ci salvi dall’onda dell’inferno, nei secoli dei secoli. Amen .
  2. Si narra che in un certo paese vivesse un uomo cristiano affetto da una terribile malattia, ed entrambi i suoi occhi erano ciechi. E mentre si trovava in questo stato, giunse il giorno della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, che è il dodicesimo giorno del mese di Hədar .
  3. Ed egli disse ai suoi figli e a tutta la sua famiglia: “Venite, andiamo alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, perché il giorno della sua grande festa si è avvicinato, affinché possiamo unirci a tutti i santi nella Gerusalemme celeste, con gioia e letizia; affinché possiamo rallegrarci e partecipare al banchetto nuziale, e bere dalla coppa della vita, ed essere sazi per un tempo infinito. Nei secoli dei secoli. Amen” .
  4. E in quel momento, si alzarono e portarono quell’uomo cieco, guidandolo, alla chiesa di San Michele, capo degli angeli, nel giorno della sua festa. Ed egli passò la notte di quel giorno pregando davanti all’icona di Michele .
  5. E quando fu letto il Vangelo della grazia del nostro Signore Gesù Cristo, si alzò, si mise in piedi, tese le mani e pregò Dio con grande pianto, voce forte, lacrime abbondanti e molta angoscia, dicendo così: “O mio signore, Michele, capo degli angeli, poiché tu sei colui che chiede e intercede per la misericordia davanti a Dio in ogni tempo per la stirpe dei figli degli uomini…” .
  6. “…e ora, ti chiedo e ti supplico di pregare il Signore tuo Dio per me, affinché mi conceda la luce per i miei occhi e io possa vivere, perché Egli è onnipotente” .
  7. “E in passato, mentre camminava sulla terra rivestito di carne umana, compì miracoli e prodigi, guarì molti malati, risuscitò i morti, aprì gli occhi dei ciechi e diede la luce a colui che era nato cieco dal grembo di sua madre” .
  8. “E ora, se tu lo desideri e lo chiedi al Signore tuo Dio, so che con ciò Egli mi salverà da questa malattia e vedrò la luce con i miei occhi. E se sarò guarito, ti prometto di celebrare la tua commemorazione il dodicesimo giorno di ogni mese e di servire la tua chiesa per tutti i giorni della mia vita, fino al giorno del mio trapasso da questo mondo”. E detto questo, il sonno lo colse, e quel giorno dormì nella chiesa di San Michele, capo degli angeli, dove si era fermato a pregare. E verso mezzanotte, San Michele gli si avvicinò avvolto in una luce sfolgorante, che illuminò tutta la chiesa. Si fermò sopra la sua testa, apparve a quell’uomo e lo svegliò dal sonno .
  1. E San Michele, capo degli angeli, gli disse: “Ecco, Dio ti ha guarito e ha dato la luce ai tuoi occhi” .
  2. “Tuttavia, non dimenticare il voto che hai fatto”. E detto questo, stese la sua mano sui suoi occhi, e subito qualcosa come una scaglia di legno cadde da essi .
  3. E quando fu mezzogiorno, i suoi occhi si aprirono e vide la luce come prima. Si rallegrò grandemente, ringraziò Dio. E il popolo riunito in chiesa, quando vide questo miracolo e questa meraviglia, lodò Dio e San Michele, capo degli angeli, meravigliandosi della potenza della sua preghiera e benedicendo il nome del Signore, che è lodato per sempre .
  4. E quell’uomo che era stato guarito rimase a servire la chiesa di San Michele, capo degli angeli, fino a quando morì ed entrò nel regno dei cieli, per la supplica di San Michele, capo degli angeli .
  5. E a tutti noi, popolo cristiano, che egli ci protegga dall’opposizione di Satana. E soprattutto, che protegga e salvi il suo amato (nome) per sempre, nei secoli dei secoli. Amen

    Conclusione: L’Aiuto a Costantino
  6. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Nahase, in questo giorno, è la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. Poiché in questo giorno, egli apparve al giusto imperatore Costantino nella città di Roma e gli diede potere su tutti i suoi nemici. Ed egli li sconfisse, e il suo regno fu rafforzato. Distrusse le loro case degli idoli, costruì chiese e le adornò con ogni ornamento .
  7. E per questo, i maestri della Chiesa ci hanno comandato di celebrare la festa del glorioso Michele ogni mese, il dodicesimo giorno. La sua supplica sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  8. Salve a te, angelo del patto e del consiglio del Signore Altissimo, la cui opera è grande e giusta. O Michele, il cui aiuto è rapido come il vento, quando i miei nemici si riuniscono e tramano il male contro di me, disperdi la loro assemblea .

Invocazione a San Michele

Con il tuo aiuto, veloce come il vento è la loro traccia; quando i miei nemici hanno tramato il male contro di me, o Michele, disperdi la loro assemblea.


Discorso dell’Arcangelo Raffaele (Dersan di Raffaele per il mese di Pagumen)

Note:
Pagumē: Corrisponde al periodo di 5 giorni (o 6 giorni negli anni bisestili), che va dal 6 settembre al 10 (o 11 settembre) del calendario gregoriano.
Hədar: dal10 novembre al 9 dicembre del calendario gregoriano.


  1. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il terzo giorno di Pagumē , celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo Raffaele, capo degli angeli, che è il terzo dei capi degli angeli santi e vigilanti del cielo, come abbiamo scritto il dodicesimo giorno di Hədar (dal 10 novembre al 9 dicembre del calendario gregoriano).

    Il Miracolo della Chiesa sulla Balen
  2. E la consacrazione della sua chiesa, che fu costruita per lui su un’isola al di fuori della città di Alessandria, ai giorni di Teofilo, sommo vescovo .
  3. E questo avvenne perché, quando una donna molto ricca della città di Roma venne dal santo Teofilo, sommo vescovo, con i suoi figli, e portando con sé un’icona del glorioso angelo Raffaele e molte ricchezze che aveva ereditato da suo marito…
  4. …dopo il suo arrivo, fece scavare una collina di fronte alla casa del sommo vescovo, e dal terreno fu trovato un forziere pieno d’oro.
  5. E dopo questo, il santo Abba Teofilo, sommo vescovo, fece costruire molte chiese. E tra queste, una chiesa su un’isola al di fuori della città di Alessandria, nel nome del glorioso angelo Raffaele, capo degli angeli. E Abba Teofilo, sommo vescovo, completò la sua costruzione e la consacrò con grande onore e benedizione in questo stesso giorno .
  6. E mentre i fedeli pregavano nella chiesa, ecco, la chiesa tremò, fu scossa e si agitò. E scoprirono che era stata costruita sulla sabbia del mare e sulla schiena di una grande balena, una delle più grandi balene del mare, che dimorava stabilmente in quel luogo .
  1. E quando il peso della gente divenne troppo per la creatura, Satana la incitò a rovesciare la chiesa. E il popolo all’interno e il sommo vescovo gridarono a gran voce al nostro Signore Gesù Cristo e implorarono il glorioso angelo Raffaele .
  2. E in quel momento, Dio Altissimo inviò il glorioso angelo Raffaele. Egli li perdonò, li salvò dalla loro angoscia e li consolò nel loro dolore. E colpì la balena con la sua lancia, dicendo: “Per comando di Dio, stai fermo e non muoverti dal tuo posto!”. E subito la balena si fermò immobile al suo posto e non si mosse. E da quel tempo, grandi miracoli, prodigi e guarigioni per i malati avvennero in quella chiesa .
  3. E quella chiesa rimase così fino a quando i Musulmani salirono al potere. Ma un giorno la balena si mosse, il mare si agitò di nuovo e le sue onde si levarono e la colpirono, e la chiesa crollò. E il mare annegò molte delle persone che vivevano in quel luogo .
  4. La benedizione, la supplica e la grazia del glorioso angelo Raffaele, capo degli angeli, ci proteggano dall’annegare nel mare del peccato e dalle onde turbolente di questo mondo, e siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  5. Salve a Raffaele, che rallegra i cuori. Si dice che egli guarisce le malattie e sana le ferite dell’anima . Per questo, spiegò e fece comprendere al suo amico Tobia, dicendo: “Coloro che seguono la verità troveranno perdono. Ma coloro che camminano sulla via dell’inganno, portano rovina alla loro anima e al loro corpo” .

Il Rango e i Poteri di Raffaele (Narrazione di Abba Giovanni)

  1. E ancora, Abba Giovanni, sommo vescovo di Costantinopoli, narrò questa storia della sua grandezza. E disse al giusto Anoreos: “O re, sappi dunque e ascolta con attenzione. Eravamo imbarcati su una nave per venire da te. E mentre eravamo in viaggio, vedemmo una chiesa su un’isola di domenica. E quando giungemmo al porto, per ricevere il corpo e il sangue del nostro Signore nella santa e gloriosa domenica, trovammo un piccolo monastero vicino a quella chiesa. E dentro c’erano molti fratelli monaci. E per comando di Dio, a cui sia gloria, giungemmo da loro. E dissi a questi fratelli: ‘Se avete tra voi un libro antico dei tempi dei primi padri, vi chiedo il permesso di darlo a me perché possa esaminarlo’. Ed essi mi risposero, dicendo: ‘Ci sono molti libri nel tesoro della chiesa, ma noi non ne conosciamo il significato’ fino alla fine di questo mondo” .
  2. “E mentre esaminavo tutti i libri, trovai un libro che i nostri padri, i puri apostoli, avevano scritto riguardo alla nomina dei sette capi degli angeli. Diceva che quando il nostro Signore Gesù Cristo sedeva sul Monte degli Ulivi con i suoi discepoli, rivelò loro il mistero della divinità” .
  3. “E gli apostoli lo interrogarono e gli dissero: ‘O Signore e nostro Dio, ti preghiamo di istruirci riguardo all’onore del glorioso angelo Raffaele. In quale giorno e in quale mese lo hai nominato? E il suo onore e il suo rango sono uguali a quelli dei suoi compagni, i capi degli angeli? Affinché possiamo predicare di lui in tutto il mondo'”.
  4. Ed egli disse loro: “Celebrate la sua festa il terzo giorno del mese più piccolo, che è Pagumē”. E celebrarono la sua festa come egli aveva loro comandato .
  5. E così il popolo lo pregava nei momenti di dolore e di afflizione, per trovare grazia e favore da Dio. E per l’intercessione di questo angelo, stabilirono e decisero che la sua festa fosse celebrata in questo giorno .
  1. In quel momento, il nostro Signore Gesù Cristo ordinò ai tre capi degli angeli, cioè Michele, Gabriele e Raffaele, di venire dal terzo cielo (il mondo degli angeli). Ed essi vennero con grande gioia e si prostrarono davanti al nostro Signore Gesù Cristo .
  2. E il nostro Signore disse a Raffaele: “Dichiara il tuo nome agli apostoli, affinché conoscano la grandezza del tuo onore” .
  3. E il capo degli angeli, Raffaele, disse agli apostoli: “Il mio nome è Raffaele, il mite. Sono il terzo dei capi degli angeli. Michele è il capo degli angeli fin dal principio, il capo di tutti gli angeli, e il suo nome significa ‘misericordioso’.
  4. E anche Gabriele è un capo degli angeli fin dal principio, ed è chiamato ‘Dio e Uomo’, perché fu inviato per annunciare alla nostra Signora, la Santa Vergine Maria, la nascita del nostro Signore Gesù Cristo da lei” .
  5. “E il mio nome è Raffaele, che rallegra i cuori, mite, buono e misericordioso verso i peccatori. Non li accuso davanti a Dio per i loro peccati. Ma per la mia salvezza, la mia mitezza e il mio amore per i figli degli uomini, invio angeli con le anime dei peccatori e prolungo la loro vita, affinché si pentano dei loro peccati e io perdoni le loro trasgressioni” .
  6. “Io sono Raffaele, che il Signore ha posto a capo di ventitré schiere di angeli. Lodo Dio Padre, suo Figlio misericordioso e lo Spirito Santo Consolatore” .
  7. “Io sono Raffaele, a cui il Signore ha comandato di dare i beni ai suoi santi durante la celebrazione di mille anni sul monte Sion, quando il nostro Signore Gesù Cristo darà loro da bere dalla coppa piena di gloria vera, mentre riposeranno con lui ed egli siederà sul suo trono puro” .
  8. “Io sono Raffaele, a cui il Signore ha comandato, in questo giorno di gioia e di vita, di prendere ghirlande dall’Albero della Vita e di darle ai cristiani”.
  1. “Io sono Raffaele, e i tesori nascosti dei cieli sono sotto la mia mano. Io li apro e li chiudo secondo il comando del Signore” .
  2. “E se un uomo sulla terra compie un’opera buona per un altro uomo in difficoltà nel mio nome, o scrive il libro della mia nomina, o ricorda uno dei santi nel mio nome, o offre un sacrificio, incenso o una lampada nel giorno della mia commemorazione, che è il terzo giorno del mese di Pagumē, in cui il Signore mi ha nominato e mi ha incoronato con il rango angelico, io lo porterò e lo farò salire su carri di luce finché non entrerà nella Gerusalemme celeste” .
  3. “E porrò nelle sue mani un mazzo di profumo il cui odore è molto più dolce di qualsiasi cosa si possa trovare sulla terra” .
  4. “Cercate da me, o apostoli, eletti di Dio, protezione continua finché non starete davanti a Dio. E predicate a tutti gli uomini di tutto il mondo di celebrare la mia commemorazione. E io intercederò presso Dio per loro, e li salverò dalle loro tribolazioni, e non vedranno mai la condanna”. E detto questo, San Raffaele si prostrò davanti a Dio .
  5. E i miracoli di questo glorioso angelo, Raffaele, capo degli angeli, sono molti. Ed è giusto per noi celebrare la sua commemorazione in ogni tempo, perché egli intercede presso Dio per noi .
  6. La sua preghiera, benedizione e intercessione siano con tutti noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  7. Salve a Melchisedec, sacerdote la cui venuta fu immagine e partecipazione del Verbo, avvolto in una nuvola verginale. Come hanno scritto i saggi, la dimora di questo sacerdote è sempre nel luogo di riposo preparato per il corpo di Adamo .
  8. Da un anno avanzano tre ore, come dicono gli astronomi tolemaici. E le ore accumulate in quattro anni costituiscono il sesto giorno di Pagumē. E pace a colui che riposò in questo giorno . In verità, senza menzogna .

Settembre

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Sebbene tre in persona, natura e opera, crediamo in un solo Dio in essenza ed esistenza. Questa è l’omelia del santo e glorioso Michele, capo degli angeli, che si legge il dodicesimo giorno di Meskerem (Settembre). La sua preghiera e benedizione siano con tutti noi, per i secoli dei secoli. Amen .

  1. Dio disse: “Non adorerete un altro dio all’infuori di me”. E ancora disse: “Il cielo e la terra sussistono per il mio comando, e ogni creatura è creata dalla mia mano” .
  2. “E se adorerete al di fuori di me le montagne e le colline, il legno e le pietre, il mare e i fiumi, essi non potranno salvarvi, perché non hanno orecchie per udire né mente per comprendere. Se vi afferrerò con la mia ira, non avrete via di fuga né nascondiglio dalla mia mano” .
  3. “Non avete sentito parlare del re Ba’al, che adorava altri dei? E i suoi dei gli dissero: ‘Ecco, il giorno della tua morte è giunto, entro una settimana. Chiama dei falegnami e fatti costruire una cassa in cui nasconderti'” .
  4. E subito chiamò i falegnami perché gli costruissero una cassa, poiché era un re .
  5. E si nascose al suo interno ed entrò in mare, affinché l’angelo della morte non lo trovasse in quel giorno. Ma l’angelo della morte venne, lo cercò e non lo trovò. E quando non lo trovò, tornò da Dio e disse: “Non l’ho trovato” .
  6. E Dio disse al mare: “Restituisci quell’uomo ricco, affinché io non ti colpisca e non ti prosciughi con la mia ira”. E subito [il mare] lo scagliò dalle sue profondità sulla riva e lo gettò come una pietra al confine. E l’angelo della morte venne, lo prese e lo portò al giudizio del fuoco ardente, da cui non c’è scampo .
  1. E anche voi, se adorerete altri dei, subirete la sua stessa sorte. La vostra gioia finirà e la vostra carne si scioglierà come cera .
  2. Poiché in verità Dio è grande, temibile e sommamente eccelso. E nessuno conosce la sua esistenza e la sua divinità, dall’inizio alla fine .
  3. Anche Maria, che lo portò nel suo grembo, disse: “L’ho visto, ma non sono riuscita a comprenderlo” .
  4. Anche Mosè, che parlò con lui nella colonna di nube, disse: “L’ho visto, ma non sono riuscito a comprenderlo” .
  5. Anche Giovanni, che lo battezzò nell’acqua, disse: “L’ho visto, ma non sono riuscito a comprenderlo” .
  6. E anche Isaia disse: “Io ho visto il suo trono di fuoco, portato dalle Quattro Creature Viventi, e i Ventiquattro Sacerdoti del Cielo offrivano incenso al suo trono senza sosta, ma non sono riuscito a comprenderlo” .
  7. In verità, questi sapienti sono gli amati del Padre, che portano e diffondono la sua parola. Non si allontanano mai dalla presenza del trono dello Sposo e dimorano con lui in gioia. L’incensiere non si allontana mai dalle loro mani, né la lode dalla loro bocca. Offrono costantemente incenso ogni ora, ed Egli dà loro la ricompensa per la loro fatica. E voi sarete ricordati nel loro incenso se farete la loro commemorazione .
  8. Chi è colui che si rallegra e fa rallegrare insieme al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo? Chi è colui che dà la decima parte della ricompensa del regno, e ogni mattina dona onore e un regno eterno?
  9. Egli non li delude in ciò che gli hanno detto; ascolta sempre ciò che hanno chiesto e non è sordo riguardo a voi .
  10. Voi, popolo cristiano, che avete creduto nei loro nomi, entrerete nel regno del Padre e nell’eredità dei santi, dove Michele e Gabriele, i Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e le Quattro Creature Viventi hanno chiesto per voi una dimora nei cieli .
  1. Dio disse: “Onorate ed esaltate Michele e Gabriele, e questi Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e le Quattro Creature Viventi, perché non c’è nessuno più onorato di loro presso di me. Fate la loro commemorazione e celebrate le loro feste con cuore puro. Offrite sacrifici e incenso, affinché vi aiutino rapidamente e vi salvino nel giorno della vostra tribolazione” .
  2. “E quando vi avvicinerete a me nel nome di Michele e Gabriele, dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e delle Quattro Creature Viventi, la vostra ricompensa non verrà meno e la vostra speranza non perirà” .
  3. Date da mangiare ai poveri del vostro pane, affinché possiate mangiare il pane della vita nei cieli. Date da bere agli assetati dalla vostra bevanda, affinché possiate bere la bevanda della vita nei cieli. Vestite gli ignudi con i vostri abiti, affinché possiate indossare gli abiti di gloria nei cieli, che non si consumano né periscono. E saziate gli affamati, affinché possiate saziarvi del cibo della vita nei cieli .
  4. Se hai, dona; e se non hai, pensa e addolorati per loro. E questo ti sarà contato come giustizia nel nome di Michele e Gabriele, dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e delle Quattro Creature Viventi .
  5. E la vostra ricompensa non andrà perduta. Chi ha dato anche solo metà di un pane, e chi ha dato da bere anche solo una coppa d’acqua fresca, non saranno mai trascurati per questo. E il loro nome sarà scritto nel libro della vita nei cieli, e sarà posto sul tavolo d’oro, ornato e splendido, che Dio ha preparato per coloro che lo amano, una dimora nei cieli .
  6. Non avete sentito ciò che è detto nel Vangelo: “Date e vi sarà dato; prestate e vi sarà prestato”? Le parole della Scrittura non vi hanno forse detto che chi non presta sulla terra, nessuno gli presterà in cielo? E chi non ha misericordia sulla terra, nessuno avrà misericordia di lui in cielo? E chi non offre una dimora sulla terra, nessuno gli darà una dimora in cielo nel giorno del giudizio e della condanna? E chi non si pente sulla terra, non c’è pentimento in cielo .
  7. E guai all’uomo la cui anima si è persa nella sua stoltezza. E se non ha praticato la misericordia e le opere buone sulla terra mentre era in vita, a cosa gli gioverà? A cosa gli servirà? Non conosce il giorno della sua morte, e tutti i suoi beni non andranno con lui. La sua anima arriverà nuda davanti a Dio, il Re celeste dei cieli e della terra, con timore e tremore, mentre gli angeli la colpiscono con il fuoco ardente. Prima che questa terra ci umili e ci disprezzi, umiliamola e disprezziamola noi, perché da essa siamo venuti e ad essa tutti torneremo. Poiché questo mondo è passeggero, spregevole e stolto, e si consuma come un abito usato. La dimora terrena passa come un’ombra. E tutto ciò di cui avete goduto sulla terra è vano. Poiché la nostra casa, la nostra dimora e il nostro ritorno sono lassù, per i secoli dei secoli .
  1. O fratelli miei, piangete e lamentatevi per voi stessi prima che giunga il giorno del vostro giudizio. Ricordate, vi prego, e pensate a voi stessi, e siate saggi, miei amati .
  2. Dove sono i nostri antichi padri, i re e i nobili, i grandi e onorati anziani, i bambini e le donne adornate d’oro, d’argento e di preziosi abiti di seta finemente lavorata?
  3. E anche voi, come loro, diventerete morti e lascerete i beni di questo mondo. O amici miei, non ve ne siete resi conto fino ad ora, se non per il fatto che vi siete preparati e avete gioito, confidando nei beni di questo mondo passeggero .
  4. O fratelli miei, non temete la morte che è sulla terra, ma temete quella che è nei cieli, dove c’è il giudizio del fuoco ardente che non ha fine, per i secoli dei secoli .
  5. E ora, date molta elemosina, se avete molto; e se avete poco, datelo nel nome di San Michele e Gabriele. Ed essi saranno i vostri aiutanti nel giorno della vostra morte, e testimoni per voi davanti a Dio, a cui sia gloria nei secoli dei secoli. Amen .

Il Miracolo di San Fasiledes

  1. Questo è il miracolo del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, di come aiutò Fasiladas, di come lo protesse e lo portò sulle sue ali di luce. La sua benedizione sia con noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  2. E Fasiladas vegliava e pregava di notte con grande timore e gemito nel suo cuore, e desiderava diventare un martire .
  3. Ed ecco, il capo degli angeli, Michele, gli apparve in sogno con un volto pieno di gioia, dicendo: “Pace a te, o Fasiladas, soldato di Cristo. Rallegrati, perché il tuo nome è scritto a Gerusalemme” .
  4. “Rallegrati, o Fasiladas, perché la tua elemosina è giunta al trono di Dio” .
  5. “Rallegrati, o Fasiladas, perché sarai un capo nei cieli, come lo sei ora sulla terra” .
  6. “Pace a te, o Fasiladas, perché il tuo nome e i nomi dei tuoi parenti sono scritti nella chiesa dei primogeniti nel regno dei cieli” .
  7. “Rallegrati, o Fasiladas, perché ti è stata costruita una casa che richiederebbe tre anni di lavoro” .
  8. “Pace a te, o Fasiladas, perché ha innalzato le tue mura e le mura di Giusto, e le loro torri. E per ciascuno dei tuoi figli, [ha preparato una dimora] come quella del re Davide nei cieli” .
  9. “Rallegrati, o Fasiladas, perché il suo tetto è di pietre preziose e di gemme del mare, nella città dell’Agnello di Dio. Sii paziente, o Fasiladas” .
  10. “Io sono Michele, capo degli angeli, che sono stato con te fin dalla tua infanzia fino ad ora e ti ho salvato da tutte le tue tribolazioni. E ancora, ho salvato Giusto, il figlio di tua sorella, e l’ho liberato dalle mani dei Persiani. E sono io che ho rafforzato tuo figlio Eusebio finché non ha ucciso i suoi nemici” .
  11. “E ora sono venuto per portarti sulle mie ali e farti salire al cielo in grande gloria. E ti porterò dal mio Signore Gesù Cristo, che ti mostrerà e ti insegnerà tutto ciò che ti accadrà e tutto ciò che farai” .
  12. E subito scacciò la paura da lui, lo portò sulle sue ali di luce, lo fece salire al terzo cielo e lo pose davanti a Cristo. Questo fece l’angelo di Dio, Michele, capo degli angeli, per San Fasiladas .
  1. E di nuovo, lo portò sulle sue ali di luce, lo condusse al fiume della vita e lo battezzò tre volte, dicendo: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. E lo introdusse nella dimora di tutti i buoni e dei giusti .
  2. E quando giunse, vide un grande palazzo, adorno d’oro e circondato da pietre preziose, gemme del mare, smeraldi e giacinti. E questi palazzi, adorni e belli, erano circondati dai Ventiquattro Sacerdoti del Cielo. E al loro interno non c’era nessun uomo. E il palazzo al centro era più alto e più grande di tutti, e nessuno poteva descrivere la sua gloria .
  3. E quando vide questo, San Fasiladas disse a San Michele, capo degli angeli: “Per chi sono questi palazzi che hanno tale gloria e tale ornamento?” .
  4. “E per chi è questo palazzo, che è il più grande di tutti i palazzi, veramente magnifico? Beati coloro ai quali è data questa gloria e questi palazzi, che hanno ricevuto una grandezza e un onore maggiori di tutti quelli che sono nei cieli. E specialmente questa casa al centro, che è molto più abbondante e più bella”, disse .
  5. E San Michele, capo degli angeli, rispose e gli disse: “O Fasiladas, amato da Cristo, questo palazzo che si erge al di sopra di tutti i grandi palazzi è per te. E quelli che rimangono sono per i tuoi parenti e per Giusto, il figlio del re” .
  6. “E vieni di nuovo, ti mostrerò il giardino della gioia e il luogo di riposo dei giusti che vi dimorano” .
  7. E gli mostrò Abramo, Isacco e Giacobbe. Ed essi lo videro, lo salutarono e gli dissero: “Benvenuto, nostro amato fratello. Sii forte e non temere; Dio sia con te in tutte le tue opere” .
  8. E subito il nostro Salvatore ordinò a San Michele, capo degli angeli, di portare San Fasiladas sulle sue ali luminose e di riportarlo a casa sua .
  9. E subito lo portò e lo fece tornare a casa sua. E il suo corpo divenne luminoso e il suo odore dolce come profumo. E San Michele, capo degli angeli, salutò San Fasiladas, lo riempì di forza e di gioia, gli diede la pace e ascese al cielo in grande gloria .

  1. La supplica e l’intercessione di San Michele, capo degli angeli, siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  2. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di Meskerem, in questo giorno, è la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. Poiché in questo giorno, il Signore, a cui sia gloria, lo inviò dal profeta Isaia, figlio di Amoz, ed ebbe misericordia di lui e lo perdonò, dopo essersi adirato con lui .
  3. E dopo averlo perdonato, rimasero ventotto anni. E gli ordinò di andare dal re Ezechia e di annunciargli che Dio lo aveva guarito dalla sua malattia e aveva aggiunto quindici anni ai suoi giorni, finché non prese moglie e generò il profeta Manasse .
  4. E per questo, i nostri padri, i maestri della Chiesa, ci hanno comandato di celebrare la commemorazione del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese .
  5. La sua preghiera, la sua benedizione, la sua supplica e la sua intercessione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  6. Salve alla tua posizione, il cui rango è il più eccelso tra le schiere degli angeli. O Michele, spirito senza corpo, tu salvi coloro che sono tormentati dall’onda del mare e, di nuovo, salvi con la grazia coloro che sono nel deserto .

Ottobre

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Questa è l’omelia di San Michele, capo degli angeli, che si legge il dodicesimo giorno del mese di T’ik’imt (Ottobre), nella sua santa festa, affinché possiamo ricordare la grandezza e l’onore di San Michele nella pace di Dio. La sua preghiera, benedizione, supplica e intercessione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen .

Introduzione: La Necessità di un Garante Celeste

  1. Un’anima che non ha cercato un garante durante la sua vita non troverà un garante nei cieli nel giorno della sua morte .
  2. E così accadde a un uomo che aveva molti debiti da pagare. I suoi creditori lo cercarono, lo trovarono in piazza e lo arrestarono. Egli non aveva nulla con cui pagare né nessuno che gli facesse da garante. Lo presero, lo imprigionarono e lo picchiarono. E gridò, ma non trovò nessuno che lo aiutasse o gli facesse da garante .
  3. E allo stesso modo accadrà a noi nel giorno del giudizio, quando compariremo davanti a Dio Padre. Se non avremo cercato un garante sulla terra mentre eravamo in vita, non ne troveremo uno nei cieli. Se non avremo onorato gli angeli, i giusti e i martiri sulla terra, e se non ci saremo affidati a loro sulla terra, non troveremo nessuno che ci faccia da garante o che ci riscatti davanti al giudizio. Poiché nessuno può salvare la nostra anima davanti all’Altissimo .
  4. Un fratello non salva suo fratello, né i figli salvano i loro genitori. I genitori non salvano i loro figli, né i fratelli i loro fratelli. Né una madre può salvare sua figlia quando giunge il giorno del giudizio, il giorno del Signore, e il giorno della grande condanna. Poiché una condanna ci attende, come un leone che sbrana, e il fuoco dell’inferno che consuma la bellezza della nostra anima e del nostro corpo .
  5. E se non pratichiamo il pentimento e la misericordia sulla terra, non troveremo misericordia nei cieli .

Le Ammonizioni Divine (“Guai a voi”)

  1. Guai a voi, o re e nobili, voi potenti e onorati della terra, che prendete i beni dei poveri e dei bisognosi sulla terra e che pervertite la giustizia contro di loro, pur ascoltando le parole delle mie Scritture e disprezzando i miei sacerdoti. Io vi scaccerò dai vostri troni, vi degraderò dai vostri ranghi e vi rovescerò dai vostri seggi
  2. E una grande condanna di fuoco ardente e di castigo è preparata per voi presso di me.
  3. Guai a voi, che rubate i beni altrui, che uccidete le anime, che opprimete gli uomini, che tendete agguati sulle strade, voi di opere malvagie. Poiché c’è un veleno che vi ucciderà nei cieli, dove non c’è scampo né via di fuga.
  4. E guai a voi, che calunniate il vostro prossimo e che andate con la moglie di un altro. Poiché cadrete nel veleno del fuoco, dove non c’è scampo né via di fuga.
  5. E guai a voi, che interrogate gli idoli e che consultate gli indovini. Poiché la vostra discendenza perirà, il vostro ricordo sarà cancellato, la vostra speranza svanirà, e vi scioglierete come cera in mezzo al fuoco dell’inferno.
  6. E guai a voi, o giudici parziali, che mostrate favoritismo e che insultate i miei sacerdoti, i poveri e i bisognosi. Poiché ho preparato per voi un fuoco il cui legno non dorme e la cui fiamma non si spegne.
  7. E guai a voi, o orgogliosi e superbi, perché i vostri giorni saranno accorciati, e sarete gettati in mezzo al fuoco. Diventerete un tappeto per l’inferno e vi scioglierete come cera.
  8. E guai a voi, che odiate i miei saggi, li disperdete, li fate perire e disprezzate i miei umili, i miti e i poveri. Allo stesso modo, anche voi sarete disprezzati, perirete e sarete giudicati da me.
  9. E guai a voi, che violate la vostra verginità prima del tempo, perché vi attende una fiamma di fuoco che vi consumerà senza misura.
  10. E guai a voi, che vi acconciate i capelli senza spirito per sviare i figli degli uomini, perché vi attende un fuoco che vi consumerà.
  11. E guai a voi, che odiate mio Figlio Cristo e che non osservate i comandi della sua parola, perché vi attende un fiume di fuoco nei cieli che vi consumerà negli ultimi giorni, in un tempo terribile. Poiché vi entrerete, diventerete un sigillo e sarete sigillati con il sigillo dei malvagi .
  12. E guai a voi, che violate i miei sabati e che non onorate i miei comandamenti. Vi spezzerò con la mia spada, vi giudicherò con la mia ira, manderò su di voi fame, malattia, pestilenza e morte, e vi consumerete a vicenda, e vi giudicherò con il fuoco .

L’Onniscienza di Dio e la Ricompensa dei Giusti

  1. E ancora, Dio disse: “Pensate forse di camminare di giorno alla luce del sole? No, è per la mia potenza. Ma voi non avete alcuna forza” .
  2. “E di notte andate e vi nascondete. E pensate forse che il mio occhio non vi veda e il mio orecchio non vi senta? Io vi sento, sì, e vi osservo con scherno. Poiché non avete via di fuga né nascondiglio, e nessuno può scampare dalla mia mano. Anche se vi nascondeste tra le montagne e le colline, le rocce, le grotte, l’erba del campo, gli alberi e le pietre vi fuggirebbero, e non avreste alcun nascondiglio” .
  3. “Sono io che do onore e povertà. Io nomino e maledico. Io uccido e do la vita. Io punisco e ho misericordia. E nessuno può scampare dalla mia mano. I miei umili e miti, che compiono la mia volontà, dimoreranno con me in pace e sicurezza nel regno dei cieli per sempre” .
  4. E ancora, ascoltate, fratelli miei, figli della Chiesa. Il dodicesimo giorno di Hədar e il dodicesimo giorno di Sene, durante le feste delle Quattro Creature Viventi e dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo, e per queste quattro suppliche, tutti gli angeli, i capi degli angeli, i signori, le potenze, le forze, i troni e coloro che sono nei cieli, il cui numero è incalcolabile e senza misura, si riuniscono per contemplare la grandezza e il rango di San Michele, capo degli angeli, e l’onore dei Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e delle Quattro Creature Viventi .
  1. E in quel giorno, il Padre li veste con una veste di giustizia e un abito di gloria, che non è stato tessuto né filato da mano d’uomo. E pone sulle loro teste una corona di salvezza il cui colore e aspetto non cambiano, e la cui somiglianza non può essere compresa, là dove si apre il velo di fuoco del Padre .
  2. E mostra loro un nuovo rito e un mistero nascosto all’interno del velo, che nessun altro angelo ha visto. E i loro occhi brillano più del sole e della luna, e l’aspetto dei loro volti risplende più della stella del mattino. E la loro gioia è infinita, per sempre. E hanno un favore nei cieli che non passa né diminuisce .
  3. E quando tutti [gli angeli] videro questo, si meravigliarono e dissero: “In verità, questi sono onorati lodatori e cantori, benedetti e amati esseri spirituali nei cieli. E voi siete i consiglieri del Padre” .
  4. E non c’è nessuno che possa essere paragonato a Michele e Gabriele, ai Ventiquattro Sacerdoti del Cielo e alle Quattro Creature Viventi, se non la Vergine Maria .
  5. E ancora, Dio disse: “Onorateli ed esaltateli. E chi fa la loro commemorazione e confida nella loro preghiera, non perderà la sua ricompensa presso di me, e non morirà per sempre. E anche se muore, vivrà per sempre. La mia forza, la mia potenza, la mia grazia e il mio spirito riposeranno su di lui” .
  6. E il Padre disse ai suoi angeli: “Proteggeteli dalla sofferenza della tentazione e dell’afflizione, e dalla mano del nemico e dell’avversario. Amen” .
  7. “E che nessun male si avvicini a loro, né alcuno spirito impuro né demoni malvagi. E che la fame e la pestilenza non entrino nelle loro case. Amen” .
  8. “E che siano salvati dal ladro, dal rapinatore e dal malvagio ladro, e dal nemico astuto e dall’agguato sulla strada. E che sottomettano i loro nemici e avversari, vicini e lontani. Amen. E che siano salvati dal fuoco divoratore. Amen” .
  1. E che questo libro sia per loro vita e salvezza. Amen .
  2. E quando il Padre disse loro queste parole, essi lo implorarono. E tutti, alzatisi, si prostrarono davanti al suo trono e dissero tutti insieme con una sola voce: “Santo, Santo, Santo, Signore degli eserciti; i cieli e la terra sono pieni della tua santa gloria. Tu che riposi nelle altezze e sei lodato dagli umili, che siedi sui Cherubini e dimori nella Trinità” .
  3. Alleluia. Mandiamo la lode al Signore, che ha fatto il cielo e la terra. Amen .
  4. Alleluia. Mandiamo la lode a Dio Padre, che da solo ha creato le grandi luci e le meraviglie. Amen .
  5. Alleluia. Mandiamo la lode al Signore, che ha creato il sole, la luna e le stelle. Amen .
  6. Alleluia. Mandiamo la lode al Signore, il cui regno non può essere distrutto, che è nascosto ai nascosti. Amen .
  7. Alleluia. Mandiamo la lode al Signore, il cui onore non si stanca e il cui tesoro non diminuisce. Amen .
  8. Alleluia. Mandiamo la lode a Dio Padre, che da solo è al di sopra di ogni creatura, temibile tra i temibili ed eccelso tra gli eccelsi. Egli, l’Altissimo, dimora tra gli eccelsi, e il suo trono non sarà mai rovesciato, né le sue opere possono essere comprese. Amen .
  9. Alleluia. Mandiamo la lode al Signore e ringraziamo il tuo regno. Amen .
  10. Alleluia a Cristo, nostro Signore, Dio e Salvatore, nei secoli dei secoli. Amen .

La Scelta Finale e la Benedizione

  1. E ancora, Dio disse a tutto il popolo attraverso la parola dell’apostolo Paolo: “Le opere di cui vi ho parlato, non mi avete ascoltato. Vi ho istruito con la parola del Vangelo, con ogni omelia e con tutte le Scritture, ma non mi avete creduto. Andate dunque via da me, maledetti, nel fuoco eterno, dove non c’è scampo né via di fuga, e non avrà fine per i secoli dei secoli” .
  2. “Ma le mie pecore, i benedetti, gli umili e i miti, venite a me, benedetti del Padre mio. E io vi darò onore, un regno e una grazia che non avrà fine. E dimorerete con me in molta gioia, perché ciò che è uscito dalla mia bocca non è falso, e la parola che la mia bocca ha pronunciato non cambierà, dall’inizio fino alla fine del mondo” .
  3. E ora, onorate Michele e Gabriele, i Ventiquattro Sacerdoti del Cielo, le Quattro Creature Viventi, i giusti, i martiri, i santi angeli, e tutte le sante vergini e i monaci, da Adamo fino ad oggi, che hanno compiuto la volontà del Signore degli eserciti. E [onorate] la nostra Signora, la Santa Vergine Maria, Madre di Dio, madre della vita e madre della salvezza, affinché possiate trovare onore e vita nei cieli .
  4. E soprattutto, la preghiera e la benedizione di San Michele, capo degli angeli e comandante degli eserciti, ci sia come una corona vittoriosa e ci faccia entrare nella città della vita. Che l’occhio dell’aquila non ha visto, dove le anime dei giusti dimorano, quando il banchetto della giustizia è preparato per Sion nella sua assemblea .
  5. E ancora, per colui che ha fatto scrivere, che ha scritto con la propria mano, che ha letto, che ha tradotto e che ha ascoltato con l’orecchio dello spirito questo libro, confidando con cuore risoluto e mente fervente, per amore di Michele, l’angelo della purezza e della santità, la benedizione del suo Dio e l’aiuto del suo angelo dimorino su di lui, che si è sforzato dal suo cuore di scrivere questa lode, come la benedizione di Giacobbe dimorò su Efraim e Manasse, nei secoli dei secoli. Amen .

Il Miracolo del Debitore e del Pesce

  1. Questo è il miracolo di San Michele, capo degli angeli, eccelso e onorato, angelo del patto di Dio, che sta alla destra di Gesù. La cui veste è una scintilla di fuoco che emana dalla sua lingua; è colui che chiede misericordia per coloro che credono in lui.
  2. E anche a noi, che egli ci salvi da Satana e dai suoi demoni, gli spiriti impuri che si oppongono sempre alle anime dei peccatori, che sono giudicati nella malattia e nella sofferenza e che sono condannati all’inferno, che è la loro dimora, e che si sono allontanati dalla legge della retta fede.
  3. Che egli invii su di noi la sua supplica e intercessione, a noi figli del battesimo, riuniti nell’assemblea dei suoi compagni di fuoco. Che combatta gli eserciti di Belhor, i messaggeri del peccato.
  4. E soprattutto, che protegga il suo amato (nome) con lo scettro della Trinità, che non si affatica mai, ogni mattina e in ogni tempo, nei secoli dei secoli. Amen.
  5. Si narra che in un certo paese, vicino alla chiesa di San Michele, vivesse un uomo povero e indigente.
  6. Ed egli si recava sempre, ogni mattina e ogni ora, alla chiesa di San Michele. Si fermava davanti alla sua icona e pregava e supplicava con lacrime abbondanti, cuore risoluto e grande fede, dicendo: “O capo degli angeli, Michele, intercedi per me e prega il Signore tuo Dio per me, affinché mi dia il cibo e il vestito”. E rimase così per molti giorni, pregando e supplicando.
  7. E un giorno, San Michele venne da lui e gli disse: “O uomo pigro e indolente, cosa dici? Tu non fai nulla di ciò che il tuo corpo potrebbe fare. Rimani in ozio, incapace di lavorare, non ari la terra, non semini, non pianti una vigna, né un frutteto. E se non sei in grado di fare questo, non potresti commerciare, affinché io possa benedire e far prosperare per te il frutto del tuo lavoro?”.
  8. “E non c’è quindi nulla che tu faccia con fatica, perché io possa essere tuo aiutante. E tu sei il più inattivo e indigente di tutti gli uomini. Hai abbassato la testa e sei privo del cibo quotidiano, insieme a tua moglie e ai tuoi figli”.
  1. “E ora, va’ in chiesa e di’ al vescovo di darti dell’oro dai beni della chiesa, perché tu possa commerciare con esso. E io pregherò il Signore di farlo prosperare per te, affinché tu possa sostenere la tua anima, l’anima di tua moglie e dei tuoi figli. E che Dio ti riporti a casa tua in pace”.
  2. E udendo queste parole, si rallegrò grandemente, ringraziò Dio e lodò San Michele, capo degli angeli. E andò subito alla chiesa dell’angelo e parlò con il vescovo, chiedendogli di prestargli dell’oro dai beni della chiesa.
  3. E il vescovo rispose e gli disse: “Portami qualcuno che ti faccia da garante”. E l’uomo disse al vescovo: “Non ho nessuno che mi garantisca, se non San Michele, capo degli angeli”.
  4. E in quel momento, il vescovo gli concesse un anno di tempo per restituire l’oro della chiesa, senza interessi. E il profitto sarebbe stato suo, per sostenere la sua anima, l’anima di sua moglie e dei suoi figli. E gli diede il denaro richiesto.
  5. E subito [l’uomo] andò e commerciò in un paese lontano, prendendo l’oro dal vescovo. E rimase a commerciare con quell’oro per un anno. E l’uomo si ricordò e si rese conto che la data [del rimborso] era arrivata, e disse: “Cosa devo fare? Perché non mi è possibile arrivare nel giorno stabilito, essendo io in un paese lontano”. E cominciò a riflettere.
  6. E subito fece una cassa di ferro. Prese quell’oro, lo mise dentro e scrisse una lettera, dicendo: “Questo è l’oro della chiesa di San Michele del paese di (nome), che ho preso in prestito”. E subito, sigillata la cassa, la gettò in mare, dicendo: “O Michele, capo degli angeli, porta questo oro alla tua chiesa, perché io ho confidato nella tua preghiera”.
  7. In quell’istante, un grande pesce inghiottì quell’oro. E in quello stesso giorno, il custode della chiesa andò sulla riva del mare e trovò un pescatore. E il custode della chiesa disse al pescatore: “Pesca un pesce per me, perché sia per la festa di San Michele”. E quello disse: “Sì”.
  1. E subito gettò la sua rete in mare, e un grande pesce, al cui interno c’era l’oro, fu catturato. E il pescatore lo diede al custode della chiesa. Il custode della chiesa prese quel pesce, lo portò al vescovo e gli diede il pesce. E nel ventre del pesce trovarono l’oro e una lettera con esso. E [il vescovo] la lesse, ma nascose la faccenda e non la disse a nessuno.
  2. E dopo molti giorni, quell’uomo tornò dal suo commercio. E un giorno, il vescovo incontrò quell’uomo, lo fermò e gli disse: “Perché non mi restituisci i beni della chiesa che hai preso in prestito per commerciare?”. E quell’uomo rispose e disse: “O signore, il Signore vivente e la preghiera di Michele, capo degli angeli, sono testimoni che ho messo in una cassa l’oro, bene della chiesa, e una lettera con esso, e l’ho gettato in mare, confidando che il Dio di Michele lo avrebbe portato alla chiesa di San Michele, perché è suo bene”.
  3. E il vescovo lo interrogò e gli chiese il giorno e l’ora. E subito, capì che la sua storia era vera. E il vescovo si alzò e si prostrò davanti a quell’uomo. E ringraziò Dio e San Michele, capo degli angeli.
  4. E il vescovo lasciò andare quell’uomo e gli disse: “Tu sei un uomo timorato di Dio, e lo Spirito Santo dimora su di te. E anche a me, ricordami nelle tue preghiere”.
  5. E dopo di ciò, il vescovo entrò con quell’uomo nella chiesa di San Michele, capo degli angeli, in amore e pace, raccontando a tutto il popolo la grandezza dei miracoli di San Michele, capo degli angeli, che sono tremendi per chi li ascolta, più dolci del miele e del vino, e che ristorano le ossa.
  6. La sua supplica e intercessione ci siano come una fortezza e un beneficio. Che spezzi da noi le trappole del nemico malvagio, allontani da noi la debolezza e rimuova dai nostri cuori l’amarezza e il rancore. E che ci renda capaci di portare il frutto perfetto della vita, nei secoli dei secoli. Amen.

La Disputa per l’Anima del Peccatore

  1. Ascoltate, miei padri, fratelli e amati. Ricordando gli ultimi giorni, abbiamo scritto il miracolo di Michele, affinché possiamo trovare il volto dell’Altissimo e rallegrarci al banchetto nuziale. E che Dio ci nutra di misericordia e grazia, e invii Michele, l’intercessore, a visitarci .
  2. E che l’amato di Dio protegga noi, i figli di questo santuario, e schiacci davanti a noi il tentatore perduto. E che ci faccia attraversare sulle sue ali il mare di fuoco dell’inferno, e ci conduca nella casa del Signore, nel palazzo di Emmanuele. E che ci nutra con i grappoli del giardino e ci faccia udire la parola di misericordia, a tutti noi che ascoltiamo, nei secoli dei secoli. Amen .
  3. Questo è il miracolo di San Michele, capo degli angeli. La sua preghiera e la sua benedizione siano con noi, nei secoli dei secoli. Amen .
  4. E riguardo alla potenza del nostro Dio, abbiamo sentito un miracolo .
  5. Un uomo di Dio mi ha raccontato e mi ha detto: “Se un uomo fedele celebra la commemorazione degli angeli, Dio lo perdonerà?”. Dissi: “Sì”. “O se celebra la commemorazione dei profeti e degli apostoli, o dei giusti e dei martiri?”. E un angelo mi apparve e mi disse: “Ascolta, o uomo, ti dirò quale potere è stato dato agli angeli” .
  6. E c’era un uomo tra i figli di Adamo, la cui persona era impura, e non aveva compiuto una sola buona azione in un giorno. Piuttosto, quell’uomo aveva vissuto nel male dalla sua nascita fino a quel momento .
  7. Ma aveva una buona abitudine: ogni mese celebrava la festa di Michele, capo degli angeli, e mostrava misericordia ai poveri e ai bisognosi . E dopo di ciò, quell’uomo morì. E i demoni gridarono contro di lui e dissero: “L’anima di quest’uomo è nostra”. Ma anche Michele disse: “È mia” .
  8. E portarono la questione davanti al nostro Signore. E il nostro Signore disse: “Scegliete tra quattro opzioni. Michele lo nasconda, e voi, dopo averlo trovato, cercatelo e prendetelo. Oppure, voi nascondetelo, e Michele, dopo averlo trovato, lo prenda”. E quei demoni dissero: “Cosa possiamo fare se Michele lo nasconde e lo porta al trono della divinità? Dove lo troveremo?” .
  9. E subito dissero: “Noi lo nasconderemo”. E quei demoni impuri nascosero quell’uomo nel profondo dell’abisso e nella fossa dell’inferno, sotto il più basso [livello]. E dissero: “Ora, che Michele lo cerchi, se riesce a trovarlo” .
  10. E dopo questo, San Michele disse a quei demoni: “Andatevene e allontanatevi da questo luogo”. Ed entrò nell’inferno e lo perquisì, ma non trovò colui che cercava. E con un’ala fece uscire settantamila anime. E allo stesso modo, con l’altra ala, ne fece uscire altre settantamila. E di nuovo, ne fece uscire a migliaia, ma non trovò quell’uomo. E una terza volta, ne fece uscire altre, ma non lo trovò. E il numero di coloro che uscirono a causa di quell’uomo fu di cinquemila, quattrocento e settemila. E tra di loro c’erano dei pagani .
  11. In quel momento, gli angeli del cielo dissero: “Questa è una cosa sorprendente!” .
  12. E il nostro Signore disse nel Vangelo: “Chi crede ed è battezzato sarà salvo, ma chi non crede e non è battezzato sarà condannato”. Come sono potuti uscire costoro? .
  13. E tu, o figlio dell’uomo, hai forse sentito parlare di coloro che sono stati salvati tra i pagani e sono entrati in paradiso senza essere battezzati? E quell’uomo disse: “Michele, capo degli angeli, li ha battezzati, e sono stati illuminati” .
  14. E Abba Zä-Mikael (il padre devoto a Michele) si meravigliò e disse: “Emmanuele può fare ogni cosa” .
  15. E di nuovo, quell’uomo si meravigliò riguardo ai figli degli uomini e disse: “Coloro che hanno compiuto il bene nel nome degli angeli, dei profeti, degli apostoli, dei giusti e dei martiri, non perderanno affatto la loro ricompensa, nessuno di loro” .
  16. O Dio di San Michele, capo degli angeli, che hai salvato quest’uomo dal fuoco dell’inferno, allo stesso modo salva me, tuo servo (nome), in questo mondo e nel mondo a venire, nei secoli dei secoli. Amen .

L’Unzione di David

  1. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio. Il dodicesimo giorno di T’ik’imt (Ottobre), in questo giorno, celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli. Poiché in questo giorno, Dio inviò [Michele] dal profeta Samuele, mentre era nel tempio, e gli ordinò di andare a casa di Iesse, padre di Davide, a Betlemme, per ungere suo figlio Davide perché regnasse sui figli d’Israele al posto di Saul, figlio di Kis .
  2. E in quel momento, il profeta Samuele prese il corno dell’olio dei re e andò. E quando giunse da Iesse, Samuele gli disse: “Portami tutti i tuoi figli, perché l’angelo del Signore mi ha comandato di ungere e incoronare re sui figli d’Israele uno della tua stirpe” .
  3. E Iesse, udendo queste parole dalla bocca del profeta Samuele, disse “Sì” e gli portò tutti i suoi figli tranne Davide, perché egli pascolava le pecore nei campi .
  4. E quando [Samuele] sollevò il corno dell’olio dei re sulla testa di ciascuno dei figli di Iesse, il Signore non si compiacque di loro. E Samuele disse a Iesse: “Non è rimasto nessuno dei tuoi figli?”. E Iesse disse a Samuele: “È rimasto un giovane, che è il più piccolo dei suoi fratelli, ed egli pascola le pecore nei campi” .
  5. E Samuele disse a Iesse: “Portamelo in fretta”. E glielo portò subito. E prese il corno dell’olio, e il Signore si compiacque di lui, e il profeta Davide fu unto re sui figli d’Israele.
  6. E ancora, in questo giorno, Dio inviò Michele, capo degli angeli, dal profeta Davide. E lo aiutò, gli diede forza, e con il suo aiuto uccise Golia, il pastore e il filisteo, e salvò i figli d’Israele dalla mano del loro nemico .
  1. E per questo, i maestri della Chiesa ci hanno comandato e hanno stabilito che celebriamo la commemorazione della festa del glorioso angelo Michele, capo degli angeli, il dodicesimo giorno di ogni mese .
  2. La sua supplica e intercessione siano con il suo amato (nome) e con tutti noi che ascoltiamo, qui riuniti nella nostra madre, la Santa Chiesa, nei secoli dei secoli. Amen.
  3. Salve al ricordo del tuo nome, che è unito al nome dell’Altissimo, come scrisse Enoc, figlio di Iared. Quando invoco il tuo nome aprendo la mia bocca, o Michele, soccorritore degli afflitti, come sei solito fare, vieni a soccorrermi, spiegando le tue ali .
  4. Salve ai capelli del tuo capo, la cui natura non può essere investigata, o Michele. O tu che offri un sacrificio di soave profumo davanti a Dio, vieni rapidamente in mio soccorso, quando la mia anima è addolorata. Consola il mio cuore con la tua intercessione, affinché la vecchiaia non mi colga prima del tempo e la mia giovinezza non appassisca .
  5. Salve alla tua testa, che è come una folgore. O Michele, che sei il capo delle schiere celesti, ti ho scelto come sostegno contro la caduta. Affinché tu possa mostrare su di me la tua sicura salvezza, sii vicino alla mia destra e non startene lontano .
  6. Il periodo invernale è passato e la pioggia è cessata; Signore, hai fatto apparire i fiori di campo. Facci germogliare il profumo della fede insieme al dolce frutto delle opere. Rendici zelanti per la tua lode oggi, come lo sono l’ape diligente e il pigro calabrone .
  7. L’Omelia di Michele è terminata nella pace di Dio e con la preghiera di Michele. E lode a Dio, che ci ha condotti a compimento in salvezza e pace. Amen .

Mälkə’a Mikael (Inno a Michele)

  1. Per il ricordo del tuo nome. Salve al ricordo del tuo nome, che è unito al nome dell’Altissimo, come scrisse Enoc, figlio di Iared . Quando invoco il tuo nome aprendo la mia bocca, o Michele, soccorritore degli afflitti, come sei solito fare, vieni a soccorrermi, spiegando le tue ali .
  2. Per i capelli del tuo capo. Salve ai tuoi capelli, la cui natura, o Michele, nessuno può comprendere, eccetto il tuo Creatore. O tu che offri un sacrificio di soave profumo davanti a Dio, quando la mia anima è addolorata, vieni presto a consolare il mio cuore con la tua intercessione, affinché la vecchiaia non mi colga prima del tempo e la mia giovinezza non appassisca .
  1. Per la tua testa. Salve alla tua testa, o Michele, tu che sei un fulmine avvolto di fulgore e capo delle schiere celesti. Ti ho scelto come sostegno contro la caduta. Affinché tu possa mostrare su di me la tua sicura salvezza, sii vicino alla mia destra e non startene lontano .
  2. Per il tuo volto. Salve al tuo volto, formato di vento e fuoco, non mescolato con acqua e terra. O Michele, quando persevero nella preghiera a te, che gli alberi del Libano si coprano di foglie e che tu copra e adorni con la grazia il resto della mia vita .
  3. Per le tue sopracciglia. Salve alle tue sopracciglia, il cui movimento è mitezza, o Michele, messaggero del Signore Elohe. Tu che sei sempre inviato in aiuto degli afflitti ovunque, ho meditato nel mio cuore sulla tua consueta compassione, e per questo spero nel tuo soccorso .
  4. Per i tuoi occhi. Salve ai tuoi occhi, che guardano in alto per implorare grazia per i figli degli uomini. O Michele, che stai a guardia dei figli prigionieri, sventa il consiglio del mio nemico con la tua intercessione. Ecco, ti ho affidato la custodia della mia anima e del mio corpo .
  5. Per le tue orecchie. Salve alle tue orecchie, che ascoltano ogni parola e preghiera degli afflitti. O Michele, allontana da me la sofferenza e insegnami la saggezza. Rendimi un figlio, poiché ti ho reso un padre .
  1. Per le tue guance. Salve alle tue guance, su cui scende una rugiada di sorriso che brilla grandemente. O Michele, non interrompere la tua consueta bontà. Nel tempo della mia afflizione, mentre tendo le mie mani, vieni rapidamente in mio soccorso .
  2. Per le tue narici. Salve alle tue narici, piene del profumo del cielo, quando i Serafini offrono sacrifici con te. O Michele, pastore della stirpe di Giacobbe, invita i tuoi compagni angeli a visitare me, tuo amico, poiché un amico è attratto dall’amore per un altro .
  3. Per le tue labbra. Salve alle tue labbra, che non cessano né tacciono nel cantare le lodi del Re celeste. O Michele, dalla dolce melodia, che il ricordo della tua lode sia per me un sostegno dorato, poiché il tuo amore è più dolce del miele per la mia bocca .
  4. Per la tua bocca. Salve alla tua bocca, con la quale hai insegnato a Daniele, l’uomo prediletto, l’interpretazione della visione nascosta dei leoni. O Michele, che offri sempre canti di lode, lega la bocca della bestia dell’iniquità, affinché l’angoscia della morte non mi soffochi. Poni una guardia sulla mia bocca .
  5. Per i tuoi denti. Salve, io dico, ai tuoi denti spirituali, che la frattura non può colpire. O Michele, che aiuti coloro che sono in mare e sulla terraferma, poiché Cristo ti ha reso sacerdote del suo sacrificio, è giusto che tu, sacerdote, interceda per me .
  6. Per la tua lingua. Salve alla tua lingua, che non fu contaminata da parole offensive durante la disputa con Satana per il corpo di Mosè. O Michele, il cui onore è superiore a quello di tutti gli angeli, quando persevero nella preghiera davanti alla tua icona, fammi udire prontamente la tua parola affermativa .
  1. Per la tua parola. Salve alla tua parola, il cui suono supera quello dell’atrio celeste. O Michele, quando ti invoco nel momento dell’angoscia, affrettati a soccorrere il tuo servo, come un amico aiuta un amico, e non chiudere la porta della tua misericordia .
  2. Per il tuo respiro. Salve al tuo respiro, che emana un profumo di guarigione per sanare le anime ferite. O Michele, vieni, come in passato, per compiere [la vittoria], prendi la tua lancia contro la bestia dell’iniquità, perché non ha abbandonato la sua antica malvagità .
  3. Per la tua gola. Salve alla tua gola, il cui suono di lode risuona fino a riempire i cieli. O Michele, che sei un sostegno per i figli della prigionia, quando ti prego, dammi la pace e non dirmi: “Torna domani e te la darò” .
  4. Per il tuo collo. Salve al tuo collo, che porta una collana di squisita fattura, più meravigliosa delle gemme di luce. O Michele, che scrivi il destino delle epoche, con la tua intercessione, i miei peccati siano cancellati, come un sacerdote cancella i peccati del popolo con il sacrificio dell’Eucaristia .
  5. Per le tue spalle. Salve alle tue spalle, il cui mantello è un efod di luce e una veste sacerdotale. O Michele, inviato per soccorrere e salvare, come un contadino aggioga i buoi, aggioga e punisci la spalla del mio nemico, e flagella la sua schiena .
  1. Per le tue ali. Salve, io dico, alle tue ali di fiamma, che sono spiegate per la grazia. O Michele, glorioso e angelo della potenza, non ritirare da me la forza del tuo aiuto, perché se non mi aiuti, il nemico dirà con scherno: “Bene! Sembrava, ma non è stato!” .
  2. Per le tue ali. Salve alle tue ali, che nei cieli risplendono come la bellezza del sole all’alba. O angelo, inviato dall’alto, coloro che sono nell’inferno si rallegrano della tua venuta e dicono: “Sei venuto, Michele? Sei venuto a noi?” .
  3. Per le tue ali. Salve, io dico, alle tue ali, spiegate a protezione di tutta la creazione. O Michele, glorioso capo dei sacerdoti celesti, salvaci dal giorno malvagio e liberaci da ogni rovina .
  4. Per la tua schiena. Salve alla tua schiena, che indossa una cintura di luce. O Michele, non disprezzare il mio umile dono; non è grano o raccolto, ma il frutto delle mie labbra che ti offro in abbondanza .
  5. Per il tuo petto. Salve al tuo petto, o padre dell’agnello dell’Altissimo, che porti ciò che non ha ombra né macchia. O Michele, che stai sempre davanti al volto di Dio, non dimenticare di ricordarmi nella tua intercessione, perché non è giusto che un amico dimentichi il suo amico .
  6. Per il tuo grembo. Salve al tuo grembo, in cui è raccolta la preghiera accettata dei santi. O Michele, glorioso principe di miriadi di vigilanti, per aiutarmi, vieni rapidamente come un uccello che vola con due ali .
  1. Per le tue mani. Salve alle tue mani, che sono adornate con un bastone d’oro che porta su di sé il segno della croce di folgore. O Michele, mite, che sei la delizia del giardino di Rama, affinché i bambini possano crescere, che la tua giustizia cresca su di me ogni mattina .
  2. Per le tue braccia. Salve alle tue braccia, che con il loro aiuto sostengono le vedove e gli orfani dalla caduta. O Michele, mio tesoro per la città celeste, la casa di Nicodemo, nel giorno in cui ti ho chiesto, concedimi la mia parte, perché io non so cosa mi porterà il domani .
  3. Per i tuoi gomiti. Salve ai tuoi gomiti, che sono le giunture delle tue mani di fuoco. O Michele, glorioso angelo di Dio, quando la mia anima e il mio corpo sono turbati dalla tentazione, come un amico aiuta un altro, mi affido a te perché tu mi aiuti .
  4. Per i tuoi avambracci. Salve ai tuoi avambracci, che non misurano un vestito di lino e filo, ma misurano la veste del soccorso. O Michele, ho gridato a te con supplica, o Signore, degnati di salvarmi, perché ogni uomo si sforza di salvare il suo prossimo .
  5. Per i tuoi palmi. Salve ai tuoi palmi, che hanno afferrato il giuramento infrangibile della colomba di fuoco. Ti invoco, o Michele, unto di profumo dal dolce odore. Molti cercano di accumulare molto, ma io cerco solo un po’ della tua grazia .
  6. Per le tue dita. Salve alle tue dita, che, come libri, hanno istruito i figli delle pecore per la diligenza dei pastori. O Michele, sacerdote del sacrificio del Re dei re, che i tuoi piedi calzino i miei piedi con sandali di salvezza, affinché sui miei sentieri io possa camminare in pace .
  1. Per le unghie delle tue mani. Salve alle unghie delle tue mani, le cui punte brillano come filigrana d’oro. O Michele, che aiuti i giusti, la mia anima ti supplica, alzando le mani del suo intelletto, di salvarla dal nemico. Dille: “Io sono l’angelo del tuo aiuto, sono venuto in tuo soccorso” .
  2. Per i tuoi fianchi. Salve ai tuoi fianchi, avvolti da ali di fiamma. O Michele, il tuo onore è meraviglioso. Desidero riposare e rifugiarmi sotto la tua ombra, e saziarmi e dissetarmi alla fonte della tua lode .
  3. Per il tuo ventre. Salve al tuo ventre, deposito di uno spirito retto, pieno come una fonte inesauribile. Tu che stai presso il sacrificio celeste, o sacerdote, cancella i miei peccati con la tua potente intercessione. Ti supplico, o Michele sacerdote .
  4. Per il tuo cuore. Salve al tuo cuore, tesoro di compassione e mitezza, libero da vendetta e gelosia. O Michele, preposto alle potenze, che hai fatto passare i figli di Giacobbe in mezzo a un mare terribile, fammi passare sano e salvo oltre la trappola nascosta .
  5. Per i tuoi reni. Salve ai tuoi reni, che Dio ha posto all’interno dei tuoi fianchi in perfetto equilibrio. O Michele, la cui forza non ha eguali tra gli uomini, disperdi i miei avversari che dicono “uccidiamolo”, mandando su di loro polvere e un turbine .
  6. Per la tua mente. Salve alla tua mente, che non medita sulla distruzione, ma solo sulla misericordia e sulla grazia. O Michele, prendi il tuo scudo splendente e la tua spada affilata. Alzati contro il mio antico avversario, per non dimenticare la sua passata inimicizia .
  1. Per le tue viscere (I). Salve alle tue viscere, o Boton Karame, profumate come l’incenso. O Michele, che la tua grazia mi raggiunga nel tempo della pace. Disperdi il consiglio dei miei nemici con la potenza dei venti, come la pula, e non concedere loro lunga vita .
  2. Per le tue viscere (II). Salve alle tue viscere, che sono una fiamma di fuoco divoratrice. O Michele, che ascolti chiunque ti invoca, tu sei un sacerdote davanti a tutti, compagno dei Serafini offerenti. Chi è come te? Forse Gabriele potrebbe eguagliarti .
  3. Per i tuoi organi interni. Salve ai tuoi organi interni, la cui condizione è inconoscibile. O Michele, il cui mantello è un abito di fuoco, tu sei un messaggero fedele dei comandi di Dio. Riscatta me, tuo servo, dalla morte del peccato. Chi, confidando in te, se n’è andato deluso e triste, senza ottenere ciò che chiedeva? .
  4. Per il tuo ombelico. Salve al tuo ombelico, ombelico di spirito sottile, il cui splendore è un fulmine. Tu che ogni mattina, con manna calda, hai nutrito nel deserto la tribù errante dei bambini [d’Israele], nutri anche me, o Michele, con la tua giusta legge .
  5. Per i tuoi lombi. Salve ai tuoi lombi, cinti di uno splendente efod. Poiché assomiglia a un fulmine, o Michele, che sei lontano dall’ira, mostrami un barlume della bellezza del tuo volto. Riscalda il freddo della mia anima con il calore del tuo sudore .
  6. Per le tue cosce. Salve alle tue cosce, che sono come colonne su un trono d’oro ben costruito. O Michele, che hai aperto una via in mezzo alle onde del mare, affinché io possa alleggerire il pesante fardello del peccato, vieni e stendi la tua mano, tu che sei lontano dall’ira .
  1. Per le tue ginocchia. Salve alle tue ginocchia, che si piegano in prostrazione per espiare i peccati degli uomini. O Michele, angelo di Dio, protettore che hai vegliato sui figli di Rachele e Lia, veglia su di me e non separarmi dal mio nemico .
  2. Per le tue gambe. Salve alle tue gambe, che corrono con le ali del vento per visitare gli oppressi. O Michele, mite e scelto, lontano dall’iniquità, custodisci i miei piedi dal sentiero dell’errore e dalla trappola. Guidami sul sentiero della giustizia, affinché io possa mangiare il suo frutto .
  3. Per le tue caviglie. Salve alle tue due caviglie, che non inciampano sul sentiero dell’inganno. O Michele, inviato in aiuto di ogni mortale, ponimi sotto l’ombra della tua buona tenda, affinché io possa essere protetto e governare per il resto della mia vita .
  4. Per il tuo passo. Salve al tuo passo, che indossa i sandali della fiamma della vita. O Michele, che calmi l’onda dei tempi, traghettando le anime e placando il mare, apri l’orecchio di chi ascolta la tua parola, affinché possa udire ciò che hai ottenuto con la tua supplica .
  5. Per le tue dita dei piedi. Salve alle tue dita dei piedi, fatte di fuoco. O Michele, la cui forza è quella dei cieli, io mi sono rifugiato nella tua intercessione fin dall’inizio. Se mi aggrappo alla tua protezione, sarò salvato, perché anche il debole è salvato dalla tua forte potenza .
  6. Per le unghie dei tuoi piedi. Salve alle unghie dei tuoi piedi, che non inciampano contro una pietra sul sentiero del soccorso. O Michele, che lodi la Trinità di persone senza sosta, non abbandonarmi in questo mondo, perché spero in te. Nessun uomo abbandona il suo compagno .
  1. Per la tua statura. Salve alla tua statura, che germoglia come un cedro nell’atrio dei cieli, nell’ampia corte. O Michele, mite colomba del giardino celeste, affinché le tue due ali possano proteggermi dalla fiamma del deserto del peccato, stendile su di me come un baldacchino .
  2. Per tutte le tue membra. Salve, io dico, a tutte le tue membra, ciascuna con il proprio nome. O Michele, adorno di una bella veste di luce, per servirti in ogni tempo, tu sei colui che rimette i peccati, un amico fedele dell’anima .
  3. Per la tua immagine, con lode. Salve, io dico, alla tua immagine, con lode, prostrazione ed esultanza. O Michele mite, la cui abitudine è la compassione, che la tua spada sguainata sia vista, e che il nemico fugga spaventato e non mi terrorizzi più sul mio cammino .
  4. Per la tua immagine. Salve alla tua immagine, che non può essere sondata dai nostri occhi, le cui quattro porte abbiamo visto. O Michele, mite fratello di Maria, coprici con le tue ali di colomba. O Signore, guidaci dalla morte alla vita .
  5. In offerta. Ho offerto un dono a tutte le tue immagini, a ciascuna singolarmente e per ogni sua parte. O Michele, glorioso angelo della potenza di Dio, che sei sopra i cieli, ricevi la mia offerta e invia la ricompensa pronta della mia preghiera e il mio abbondante compenso .
  6. O Michele. O Michele! O Michele! O intercessore, sacerdote dell’altare, che sei chiamato compagno dei Serafini, che sei il capo dei capi e l’eccelso tra gli eccelsi. Quando ti invoco, avvicinati a me con misericordia e grazia .
  1. Salve a te, Michele. Salve a te, Michele, angelo della salvezza. Salve a te, Michele, che proteggi l’operaio affinché possa lavorare, mangiare e tornare a casa. Salve a te, Michele, che aiuti i poveri .
  2. Salve a te. Salve a te, che sei inviato dall’Altissimo per aiutare gli afflitti. Salve a te, che con le tue ali copri chiunque ti chieda aiuto con fiducia .
  3. Salve a te. Salve a te, che sollevi l’afflitto dal suo tormento. Salve a te, che ti prostri davanti al tuo Signore con riverenza. Chiedigli di benedirci, stendendo la sua mano destra, nei secoli dei secoli. Amen .
  4. O Dio di San Michele. O Dio di San Michele, custodiscimi e salvami dalla mano del mio avversario, Satana, affinché non mi svii dal tuo sentiero e non mi mandi all’inferno. Poiché tu sei misericordioso e un giusto giudice. Per la preghiera di San Michele, guidami sul sentiero della giustizia. Abbi pietà di me, tuo servo, peccatore e trasgressore. Amen. Padre nostro che sei nei cieli… .

Mälkə’a Rufael (Inno a Raffaele)

  1. Per la tua creazione. Salve alla tua creazione, avvenuta nella notte di domenica, e alla tua formazione prima del vento e del fuoco. O Raffaele, capo delle tre tribù [angeliche]. E inoltre, sei stato nominato per aprire ogni grembo della discendenza, come disse Giovanni, figlio del tuono .
  2. Per il ricordo del tuo nome. Salve al ricordo del tuo nome, che fu invocato dalla bocca di Dio prima che Adamo fosse nominato. O Raffaele, riempimi e infondimi di nuovo la conoscenza dello spirito, che porta pace e una sapienza che supera ogni misura
  1. Per i capelli del tuo capo. Salve ai capelli del tuo capo, creati con sapienza divina, e alla tua testa, modellata con arte meravigliosa per la bellezza del tuo aspetto. O Raffaele, guaritore e custode, come dice la parola della Scrittura, quando una donna malata si avvicina al suolo dove cammini, guarisce dalla sua malattia, e a un uomo cieco viene data la luce .
  2. Per il tuo volto. Salve al tuo volto, che Dio ha costruito, e alle tue sopracciglia, che appaiono simmetriche. O Raffaele, non cessare di visitare il nemico della mia anima, di correggerlo con il tuo aiuto e di sigillarlo nella rovina, prendendolo in consegna .
  3. Per i tuoi occhi. Salve, io dico, ai tuoi occhi gioiosi, e alle tue orecchie, che ascoltano le suppliche. O Raffaele, spirito e angelo della vita, ti prego, brucia le spine dei miei peccati ogni ora, poiché tu sei una fiamma ardente e un fuoco cocente .
  4. Per le tue guance. Salve alle tue guance, su cui brilla una fiamma, e alle tue narici, finestre di un profumo di grazia. O Raffaele, sostienimi dalla caduta e dalla rovina, dall’angelo della morte che hai legato con una corda infrangibile, che ha scelto la distruzione piuttosto che la gloria .
  5. Per le tue labbra. Salve alle tue labbra, che non cessano di lodare, e alla tua bocca, che santifica il mistero della Santa Trinità. O Raffaele, spirito e angelo della vita, tu nutri il tuo servo ogni giorno con il vino della gioia e il pane della vita .
  6. Per i tuoi denti. Salve ai tuoi denti, denti di un angelo temibile, e alla tua lingua, opera di una meravigliosa divinità. O Raffaele, angelo lontano dalla carne e dal sangue, che le trappole della bestia del peccato non mi affliggano. Con la tua forza, io, tuo debole amico, le spezzerò .
  1. Per la tua parola. Salve alla tua parola, che risuona più del tuono, e al tuo respiro, respiro di spirito sottile. O Raffaele, apostolo e angelo di giustizia, o Signore, gli invitati alla festa ti attendono con zelo. Vieni, vieni, dalla tua dimora sublime in questa tua casa cristiana, questo rifugio .
  2. Per la tua gola. Salve alla tua gola, il cui suono è temibile, e al tuo collo, costruito come una fortezza sulla cima delle spalle. O Raffaele, principe dei vigilanti celesti, o Signore, che la freccia della tua bocca, potente e appuntita, trafigga il nemico della mia anima. Che il dardo infuocato del tuo comando sia sempre puntato contro di lui .
  3. Per le tue spalle. Salve alle tue spalle, salde e di fuoco, e alle tue ali, possenti e poste sopra la tua schiena ben formata. O Raffaele, che compi e realizzi ogni desiderio, purifica la mia fede, o Signore, e riempimi di opere buone e di conoscenza più grande del tuo amore, io che sono prigioniero [del peccato] .
  4. Per la tua schiena. Salve alla tua schiena, che indossa una cintura di fiamma, e alla tua spina dorsale, tesoro di sapienza. O Raffaele, angelo della potenza, ti chiedo aiuto. Prendendo lo scudo della vittoria e la spada affilata del soccorso, vendicami del nemico della mia anima .
  5. Per il tuo grembo. Salve al tuo grembo, grembo di fiamma ardente, e alle tue mani, lontane dalla parentela della terra e dell’acqua. Abbi compassione di me, o Raffaele, custode e guaritore. Ungimi con la tua medicina, affinché la mia colpa non mi faccia ammalare. E fammi partecipe della tua ricchezza, io che sono povero .
  6. Per le tue braccia. Salve alle tue braccia, forti per distruggere la bestia, e ai tuoi gomiti, uniti senza separazione per combattere. O Raffaele, vincitore che indossi l’armatura della vittoria, affinché il mio corpo sia guarito, ungi l’occhio di Tobia con la tua medicina, come quando lo guaristi apparendo come un uomo .
  1. Per i tuoi avambracci. Salve ai tuoi avambracci, o glorioso angelo, e ai tuoi palmi, che non si aprono invano. O Raffaele, sacerdote di Dio, che celebri il mistero della liturgia, fammi partecipe del tuo onore, ogni mattina e ogni sera, affinché io possa sconfiggere il mio nemico, tuo antico avversario .
  2. Per le tue dita. Salve alle tue dita, che guarirono gli occhi di Tobia, e alle tue unghie, che applicarono il fiele del pesce come collirio. O angelo del mistero, Raffaele, che appartieni alla schiera delle Quattro Creature Viventi, che le tue dita, o Signore, tocchino i miei occhi, come la mano dell’angelo toccò il profeta di Susa .
  3. Per i tuoi fianchi. Salve ai tuoi fianchi, adornati di ali gemelle, e al tuo ventre, privo di cibo mortale. O Raffaele, uno dei capi di miriadi [di angeli], annuncia a me, figlio di Lamech il filosofo, la notizia della grazia, come la mite colomba annunciò a Noè la fine del diluvio .
  4. Per il tuo cuore. Salve al tuo cuore, privo di inganno e rimprovero, e alla tua mente, che medita sulla salvezza di ogni anima. Mostrami, o Raffaele, angelo di guarigione, la salute dello spirito e la guarigione. Il quarto giorno, per farlo rivivere, dopo che il re lo ebbe sigillato con il proprio anello, apparisti a quell’uomo, il sacerdote .
  5. Per i tuoi organi interni. Salve ai tuoi organi interni, la cui condizione è sconosciuta, e al tuo ombelico, composto dalle due nature di vento e fuoco. O Raffaele, uno dei sette capi, che la mia preghiera e l’aroma del mio incenso siano graditi davanti a Dio, come il sacrificio di Abele .
  1. Per i tuoi lombi. Salve ai tuoi lombi, che rivelano una cintura di fuoco, e alle tue cosce, che appaiono in unità. Poiché la tua benedizione, o Raffaele, rallegra i nostri pensieri, vieni a benedire la nostra assemblea e a rafforzare la nostra unità, come Israele (Giacobbe) benedisse i suoi figli incrociando le mani .
  2. Per le tue ginocchia. Salve alle tue ginocchia, create per la prostrazione e l’adorazione, e alle tue gambe, che viaggiano su un carro di fuoco dall’aspetto maestoso. O Raffaele, principe degli eserciti vigilanti dei cieli, tu che sei un angelo di grande gloria, o Signore, mostrami la gloria della tua maestà. Salvami dalla dolorosa tribolazione, come Sara fu salvata dal fumo dell’incenso puro .
  3. Per i tuoi talloni. Salve ai tuoi talloni, distinti da quelli di Adamo, e salve di nuovo ai tuoi passi. O Raffaele, capo delle schiere di fuoco, aiutami nel giorno del giudizio, come un padre aiuta il proprio figlio amato .
  4. Per le tue dita dei piedi. Salve, io dico, alle tue dita, e senza ometterne una, alle tue unghie. Ti prego, o Raffaele, spiegami e istruiscimi su questo: come poterono gli angeli vigilanti desiderare un affetto mondano, e come cercarono gli angeli un rito carnale? .
  5. Per la tua statura. Salve alla tua statura, la cui misura è quella di un angelo, e di nuovo al tuo aspetto, la cui bellezza risplende. O Raffaele, operatore di miracoli, io proclamerò i tuoi prodigi. E quando i caduti inizieranno la battaglia contro la mia anima, che cadano davanti a me .
  1. Vieni a me. Vieni a me, accompagnato dai capi degli angeli, per compiere ogni desiderio della mia mente. O Raffaele, che chiedi misericordia per tutti, uomini e animali, tu sei colui che apre i grembi, e la tua ombra risuscita i morti .
  2. O tu che scendi dai cieli. O tu che scendi dai cieli per i giusti e i martiri per far ascendere la loro preghiera. O Raffaele, potente, forza dei deboli, ti scongiuro nel nome di Dio Figlio e nel nome di sua Madre, di far ascendere la mia lode .
  3. Ricevendo. Ricevendo, o Signore, questa mia offerta, che ti ho presentato secondo le mie capacità. O Raffaele, ricco che arricchisci i poveri, dona a me, tuo amato, una buona ricompensa, che orecchio di mortale non ha udito e occhio non ha visto .
  4. O Dio di San Raffaele. O Dio di San Raffaele, custodiscimi e salvami dalla tribolazione del corpo e dell’anima, a me, tuo servo (nome). Amen. Padre nostro che sei nei cieli .

L’inizio della sapienza è il timore di Dio.

Il timore di Dio è l’inizio della conoscenza. L’inizio della conoscenza è temere Dio. (Proverbi 1:7)

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